34. Sconfitta

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Juugo: Siamo ufficialmente ad un punto morto, era scontato che non avremmo concluso nulla.

Karin: Eppure secondo Orochimaru la formula di Sakura era potenzialmente efficace...

Hanno passato altre due intere settimane in quella biblioteca. Che ci sia un errore o una falla? Non riescono a venirne a capo.
Per Sakura non è una questione di errore, ha la sensazione che manchi qualcosa, ed il problema è proprio cosa. Quale elemento potrebbe legarsi con gli altri in quella lunga lista potendo effettivamente far sì che la cura dia l'esito favorevole?

Persino Hinata non riesce più a connettere i pensieri, sentendosi ormai in uno stato di completa confusione tanto da scambiare alcuni elementi per altri. Ha superato il limite della propria concentrazione anche per non essersi riposata abbastanza negli ultimi giorni, sovrastata dall'ansia e dal voler mettere a disposizione tutto l'impegno possibile.

Sasuke: Ci rinuncio! Ormai non si può far niente, non c'è più tempo.

Naruto si gira a guardare il suo ragazzo arreso e rattristato che lascia la stanza, e sa cosa prova, sente la sua disperazione, sente che ha nuovamente quella dilaniante sensazione di aver perso tutto che si sta facendo strada in lui più di prima.
Non vuole che si senta così, che venga distrutto da una nuova perdita. Perché infondo Sasuke è fragile, lo è molto più di lui, e finirebbe con l'annullarsi completamente. Ed è quello che teme anche Itachi, lui che è l'unico al mondo a conoscerlo perfettamente ed a sapere quanto sia difficile per il suo fratellino sopravvivere tutto questo senza spezzarsi.

Guarda i suoi amici, uno ad uno, sono tutti con lo sguardo perso sul tavolo, angosciati da questa immensa sconfitta. Ed anche lui non sa più cosa fare. Prova a rileggere la formula, si sforza, ma gli sembra più incomprensibile di prima.
No, non può finire così! Se secondo le stime di Orochimaru c'è ancora qualche giorno di tempo, e, che siano anche solo due, lui non ha intenzione di arrendersi. Risistema tutti gli appunti riponendoli nello zaino, compresa la copia della formula di Sakura, e lascia la biblioteca senza proferire parola.

Cammina a lungo per le strade della città cercando di ricordare tutte le nozioni rispiegategli mille volte da Hinata. L'immensa pazienza di quella ragazza deve per forza essere servita a qualcosa, e lui deve tassativamente riuscire a capire o non avrà più nemmeno il coraggio di guardarla in faccia.
Raggiunge la clinica, entra nella stanza di Itachi nonostante le proteste di Kabuto e si accomoda sulla sedia accanto a lui. È sdraiato sul letto, intubato, ormai quasi immobile ma ancora sveglio e vigile.

Naruto: Io...

Tira fuori dallo zaino il foglio con la formula di Sakura per farglielo leggere.

Naruto: ...quando mi sei stato vicino dopo l'aggressione, ho pensato che semmai mi fosse servito qualsiasi consiglio avrei potuto contare su di te. Non ti ho mai chiesto quali studi hai fatto, se conosci le materie che ho a scuola, ma ho voluto fare un tentativo.

Itachi lo ascolta attentamente, poi prende il foglio con un po' di difficoltà e lo legge spostando leggermente la testa di lato. Ha un'espressione sorpresa in volto, i suoi occhi mostrano commozione e gioia, non sapeva nulla di cosa stessero tentando di fare Sasuke ed i suoi amici.
Dopo aver capito la formula guarda Naruto, gli porge il foglio e poi indica il tubo che passa per la sua gola.

Naruto: So che non puoi parlare, riesci almeno a scrivere?

Nega con il movimento dell'indice, poi indica il foglio e di nuovo il tubo. Naruto lo guarda dubbioso, poi realizza che quel tubo è collegato ai polmoni e che gli serve per respirare.

Naruto: Mi stai dicendo...particelle d'ossigeno...? Ho capito bene?

L'Uchiha annuisce lentamente e gli indica poi la porta come a dirgli di fare in fretta. E questo, il biondo, lo comprende subito e si alza in fretta e furia precipitandosi fuori dalla stanza con il solo foglio in mano, andando cercare Orochimaru in ogni angolo della clinica. Adesso resta solo trovare il giusto dosaggio ed agire il più velocemente possibile.

Nel frattempo Sasuke rientra nella biblioteca per prendere le sue cose e tornare a casa, vede che sono ancora tutti lì, chi con la testa tra le mani e chi con l'aria assente, stremati, tranne il suo ragazzo. Prova a chiedere dove sia andato Naruto, ma sembra non si siano nemmeno accorti della sua assenza.
Prende i libri e lo zaino, poi esce salutando con tono impassibile ed apatico. Non sa come affronterà l'ennesima tragedia che è ormai vicino a vivere, sente solo che già non gli interessa più niente di nessuno e che senza suo fratello niente avrà più alcun senso. Il suo unico scopo nella vita è andato e non ha nient'altro ormai che possa stimolarlo ad andare avanti.

Arriva a casa e si butta sul divano a fissare il soffitto sentendosi completamente solo ed abbandonato. Doveva aspettarselo. Un po' ci aveva creduto, aveva fiducia nel fatto che Naruto gli sarebbe stato vicino adesso fino ad asfissiarlo, ma non lo ha fatto ed è sparito chissà dove senza rispondere al telefono e nemmeno ai messaggi che gli ha mandato lungo il tragitto di ritorno.
Ha cercato, prima, di non dar peso alla sensazione di menefreghismo che già iniziava a rifarsi strada dentro di lui, ma la delusione denota solo che aveva ragione, che deve far tornare nella sua vita il completo disinteresse verso tutto e tutti.

Si sposta sul fianco, accende la TV senza aver una reale intenzione di seguire ciò che trasmette, solo per sentir vociare ed avere un po' di rumore in quella casa enorme e vuota.
Guarda un po' lo schermo senza nemmeno mettere a fuoco le immagini che scorrono fino a chiudere gli occhi ed addormentarsi esausto.

La trappola del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora