36. Solo

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Karin: Hai deciso di chiudere con tutti ora?! Ci hai ignorato per tutta la mattinata.

Sasuke: Smettila di seguirmi! Ho da fare.

La ragazza lo afferra per il polso obbligandolo a fermarsi lungo la strada, lo strattona letteralmente facendolo voltare e lo guarda dritto negli occhi esprimendo pura rabbia mista a disperazione.

Karin: Cosa credi, che noi non ne soffriamo? Per quale assurdo motivo dovremmo perdere anche te insieme ad Itachi? Non sei solo, Sasuke, e sono stanca di ripetertelo, ma non ti permetterò di tornare ad affrontare il tutto richiudendoti in te stesso.

Sasuke: È da tutta la vita che sento belle parole, ma alla fine sempre solo sono rimasto. Come ieri, chi si è preoccupato? Dimmi.

Karin: Ieri eravamo tutti distrutti, e poi con te non sappiamo mai come dover fare! Se ti stiamo vicino ci scansi e ti isoli, se rispettiamo i tuoi spazi ci accusi di lasciarti solo. Deciditi! Cosa vuoi veramente?

Sasuke: Voglio mio fratello, lo voglio vivo ed in salute, voglio che torni a casa e voglio che realizzi i suoi sogni.

Tira via il braccio e si allontana lasciando Karin lì, a testa bassa, arresa davanti alla sua barriera impenetrabile. Nessuno varcherà più quelle sue mura psicologiche, ha sbagliato a permetterlo a Naruto e non lo farà di nuovo.
Lungo il cammino guarda gli ultimi messaggi ricevuti dal biondo, non capisce cosa stia facendo in quella dannata clinica, perché deve perdere tempo in questa maniera quando poteva far qualcosa di più costruttivo come stargli accanto?

Torna a casa e si sforza di mangiare qualcosa, poi si tiene impegnato mettendosi a fare le pulizie per non pensare fino al pomeriggio inoltrato, attendendo l'orario di visite della clinica per andare da Itachi.
È uno sforzo notevole andarci, vederlo intubato in terapia intensiva è dilaniante per Sasuke, ma non lo lascerà solo nel momento peggiore, non si porterà dietro un peso del genere per tutta la vita.
Varca l'atrio alle cinque in punto, pronto a dirigersi verso il reparto ma viene fermato all'ingresso.

Kabuto: Sasuke, vieni con me.

Sasuke: Cosa è successo? Perché vai nella direzione opposta?

Kabuto: Itachi è uscito dalla terapia intensiva, si trova di qua. Seguimi, ti spiego mentre raggiungiamo la sua stanza.

Contemporaneamente, nella stanza in questione, Naruto sta aiutando Itachi a bere, è rimasto per questo e per sostenerlo anche in altre piccole cose che al momento non riesce a fare.

Naruto: Come và la gola?

Itachi: Meglio, resterà...indolenzita per giorni.

Naruto: Posso immaginarlo, con quel tubo che avevi...

Itachi: Beh, è bello tornare alla bombola solo in caso di necessità.

Naruto: E tra un po' potrai dimenticarti anche di quella.

Gli sorride felice della rapida ripresa inaspettata, non sarà altrettanto veloce l'intera durata della terapia, ma promette davvero bene.
Mentre gli sistema i cuscini dietro la schiena vede entrare Sasuke, finisce con calma per non far danni e poi gli corre incontro saltandogli in braccio.

Sasuke: Ehi!!! Vuoi farmi fratturare qualcosa?!?

Lo fa scendere subito evitando di perdere l'equilibrio e finire a terra col biondo addosso.

Naruto: Mi sei mancato, brutto stronzo! Non lamentarti.

Sasuke: A chi hai detto "stronzo"?!

Naruto: A te! Io fatto i salti mortali quí mentre tu eri a casa a deprimerti! E nemmeno ti sei degnato di rispondermi, chissà che razza di situazioni catastrofiche ti sarai fatto girare per la testa per trattarmi così.

Sasuke: Ma se sei tu quello che è sparito!

Naruto: Per una buona ragione! E tu finisci col pensare sempre male, non ti viene il dubbio che possa esserci un motivo importante.

Sasuke: Potevi avvisare ugualmente, non mandarmi messaggi senza alcuna informazione.

Naruto: Cazzo! Tu lo fai sempre. Per decifrare i tuoi messaggi divento matto, non hai alcun diritto di lamentarti, anche perché non avevo tempo e non sapevamo come sarebbe andata quí.

Kabuto: ORA BASTA! Smettetela di discutere o vi sbatto fuori! Fatemi lavorare in pace.

I due si ammutoliscono all'istante per il cazziatone appena ricevuto, ed Itachi ride per la scena mentre l'esausto Kabuto gli cambia la flebo.

Kabuto: Comunque mi stavo chiedendo, Naruto, non sei un po' bassino per essere vicino al diploma?

Naruto: Veramente sono al terzo anno, pensavi fossi in classe con Sasuke? Dubito sarei rimasto vivo.

Kabuto lo guarda sorpreso, non è nemmeno prossimo all'università ed ha mostrato un impegno impressionante per salvare Itachi, il suo intervento è stato cruciale seppur non tecnico.
Continuano a parlare per un po', ed intanto Sasuke si siede accanto a suo fratello facendo ancora fatica a realizzare la realtà, prende la mano di Itachi temendo di svegliarsi a breve da questo bel sogno ed intanto ascolta ciò che lo circonda cominciando ad irritarsi per gli insulti gratuiti che sta ricevendo indirettamente da Naruto.

Itachi: Lo hai fatto esaurire quel povero ragazzo.

Sasuke: Non ti ci mettere anche tu adesso.

Itachi: Aspetta che torno un po' in forma e ti rimetto in riga io, prima che lo fai fuggire del tutto.

Sasuke si gira a guardarlo adirato ed il fratello gli sorride mettendo lentamente una mano sulla sua testa per accarezzargli i capelli.

Itachi: Avete fatto un grandissimo lavoro tu ed i tuoi amici, ma se non ci fosse stato lui adesso noi non staremmo quí a parlare. Mi sembra doveroso insegnarti a trattarlo come merita.

Sasuke: Non ho dieci anni, so bene che devo migliorarmi in alcuni aspetti. E poi non metterti in testa di badare a me, appena ti rimetti pensa alla tua vita.

Itachi: Stiamo invertendo i ruoli?

Sasuke: ...già, tu me lo hai detto migliaia di volte.

Torna a guardare il suo ragazzo che, dopo aver salutato Kabuto, va a sdraiarsi sul divanetto  chiudendo poi gli occhi per riposarsi un po' dopo tutto quello che ha fatto.
Si alza e va da lui, si china per dargli un bacio sulle labbra, semplice e dolce, e godersi dopo l'espressione sorpresa in quegli occhi azzurri che lo guardano con perplessità ed amore. Lo bacia di nuovo, ringraziandolo per tutto, e poi lo lascia riposare tranquillamente tornando da suo fratello.

La trappola del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora