«𝑭erma, ferma ferma» fece Sarah, prendendo un altro sorso dalla cannuccia del suo bicchiere «Rafe ti ha mentito? Stava parlando con un'altra ragazza?»
«Si» sospirai, prendendo un sorso a mia volta «E non sembrava nemmeno turbato».
La bionda si accigliò, sistemando la presa sul sacchettino di carta che aveva in mano. Io alzai gli occhiali da sole sulla testa, in modo da incrociare il suo sguardo.
«Sai come mai? Sta succedendo qualcosa?» domandai «Oltretutto mi sono arrivate voci che si stesse facendo di coca...».
Odiavo la droga, l'avevo sempre fatto. Era una di quelle poche cose che non avevo mai provato in vita mia e che non avevo intenzione di provare. La prima volta che avevo scoperto che Rafe se ne faceva, ero andata su tutte le furie e ci eravamo lasciati per un paio di settimane. Poi, lui era tornato da me, promettendomi che non l'avrebbe più fatto. E io ci avevo creduto.
«Non sta succedendo nulla» scosse la testa «Non so dirti il perché».
Sbuffai, sconsolata.
«Che Dio mi aiuti» mormorai.
Non che credessi in Dio, eh. Non ero mai stata una ragazza religiosa, e nemmeno la mia famiglia.
Svoltammo un angolo del quartiere in cui eravamo andate a fare un paio di compere e quattro chiacchiere.
Mi accorsi subito di una cosa: un ragazzo che stava volando. O meglio, un ragazzo che, dopo essere andato contro una catena sulla bici, si era ribaltato e stava volando dall'altra parte.
«Oh mio Dio» fece Sarah, iniziando a camminare in quella direzione «John!»
«John?» chiesi, rimanendo ferma.
A quel punto la bionda iniziò a correre, tirandosi un po' su il top giallo senza spalline che rischiava di cadere.
«Ti sei appena... sfracellato su quella catena» gli disse Sarah «Cazzo, la maglietta...».
Si abbassò verso il ragazzo, ancora disteso sul cemento. Presi un altro sorso della mia bibita, rimettendomi gli occhiali da sole, e andai verso di loro.
