Ecco cosa stavo provando. Adrenalina che mi scorreva per le vene, dandomi quella carica e quella sicurezza che saremmo riusciti a fare tutto.
Quando io e JJ notammo che il treno stava ripartendo, decidemmo di andare ad aiutare gli altri, che nel frattempo stavano scaricando la Croce sul pick-up di Topper.
Accorremmo alla moto del biondo, e prima che lui potesse montare, qualcosa gli cadde dalla tasca.
«J, aspetta-» feci.
Mi piegai e raccolsi... un portafoglio. Pieno di soldi. Con delle iniziali che non erano affatto le sue.
«JJ, che cazzo è questo?» domandai, piazzando glieli davanti al viso «Mi stai prendendo in giro?»
«Tanto mi considerano già un ladro» sbuffò lui.
«E tu così dai loro un motivo per crederci! JJ, ma che ti dice il cervello?» sbottai, scuotendo la testa con fare incredulo.
«Non farmi la predica, Brooke» mi puntò un dito contro.
«Io ti dico quello che voglio. E ti dico che ti stai comportando da coglione» esplosi.
«Smettila. E salta su. Dobbiamo dare una mano agli altri, non c'è tempo per queste cazzate»
«Non sono cazzate!» esclamai.
«Sali sulla moto, Brooke».
Da lontano, sentimmo delle sirene della polizia farsi sempre più vicine, aumentando il panico che già mi stava scorrendo nelle vene.
Io sul serio non capivo JJ quando si comportava in quel modo, perché sapevo che lui in realtà non era così. Sembrava essere talmente abituato al modo in cui le altre persone lo vedevano che nemmeno ci provava a dimostrare che in realtà non era così.
JJ era una brava persona, non quel cattivo ragazzo o teppista che gli altri dipingevano.
Purtroppo anche io lo avevo capito in ritardo, ma proprio perché lui si ostinava ad alimentare l'immagine che chiunque aveva di lui.