Di certo mi ero goduta il tempo con i miei amici e con JJ, ero stata bene su Poguelandia. Ma casa era pur sempre casa.
Seguendo le istruzioni di John B, avevamo percorso un tratto di mare per tornare alle Outer Banks. Io avevo dormito per quasi tutto il tragitto, sentendomi finalmente tranquilla.
Una volta rimesso piede sull'isola, ognuno era tornato a casa propria.
Mia madre doveva essere preoccupata e angosciata visto che io e Chris eravamo spariti nel nulla. Sicuramente anche James.
Perciò, io e il mio gemello ci dirigemmo a casa nostra, con l'unico obiettivo di stare con la nostra famiglia per il resto della giornata.
Aveva fatto male vedere l'espressione sul viso di JJ: lui non aveva nessuno ad aspettarlo a casa. E anche se suo padre ci fosse stato, era un gran bello stronzo. Era meglio stare da soli, ne ero certa.
Era per questo che lo avevo invitato a venire con noi. Chris si era aggiunto e aveva insisto, e alla fine, assieme, lo avevamo convinto.
Gli presi la mano ed intrecciai le nostre dita, cercando di fargli capire che non era solo.
Non ero mai stata una persona brava a consolare, forse perché io stessa non chiedevo mai aiuto. Ma per lui avrei fatto ogni sforzo.
Nel momento in cui varcammo la soglia di casa, tirammo un sospiro di sollievo.
«Mamma?» chiamò Chris «Siamo... siamo a casa».
Comico dirlo dopo settimane di assenza.
Sentii qualcuno correre contro il pavimento in ciabatte, il fastidioso rumore che mi fece arricciare le labbra. Odiavo le persone che non alzavano i piedi quando camminavano; ma per James facevo un'eccezione.
«J» mormorai.
«Mamma! Mamma!» esclamò nostro fratello minore.
Ci volle solo un secondo di più prima che si gettasse fra le nostre braccia. Lo strinsi in un abbraccio spacca-ossa e chiusi gli occhi, sospirando.
