Sapevo che mi sarei beccata una bella sgridata non appena avessi messo piede in casa... ma cosa potevo farci? Forse mia madre o i miei fratelli avrebbero avuto le loro ragioni per farlo, però non era colpa mia; non ero rimasta fuori casa per così tanto tempo per una mia scelta (almeno non all'inizio).
Quando varcai la soglia della nostra villa, con la caviglia fasciata e dolorante, mi chiusi la porta alle spalle e lasciai le chiavi sul mobile dell'entrata.
Tempo di fare due passi avanti, che mi ritrovai accerchiata da mia madre e Chris, entrambi con un'espressione furiosa, preoccupata e molto sollevata a dipingere i loro volti.
«Dove cazzo sei stata?» mi aggredì il mio gemello.
«Christopher, linguaggio» lo redarguì nostra madre «Però hai ragione: dove sei stata, Brooke?».
Tossii un paio di volte, cercando di nascondere la caviglia fasciata dietro all'altra gamba.
Ovviamente, lo sguardo di mio fratello si posò proprio lì.
«Che cosa ti sei fatta?» quasi gridò.
Poi, si abbassò al livello del pavimento e mi forzò a spostare la caviglia fra le sue mani, in modo che la controllasse. Io, intanto, per poco non caddi a causa dell'equilibrio perso.
«Sentite... la prima sera sono stata a dormire con Sarah. Ieri, invece... beh, forse ho trovato un modo per guadagnare qualche soldo» dissi.
«Hai trovato un lavoro?» chiese mia madre.
«Non esattamente, però fidatevi di me. Credo di poter dare una mano»
«E la caviglia?» domandò Chris, guardandomi dal basso con un'occhiata accusatoria.
«Ehm... incidente di percorso?» risposi con una domanda.
«Come faccio a fidarmi di questo "metodo" per aiutarci con i soldi? Se torni a casa con una caviglia fasciata...»
«Te lo giuro, mamma, è stata solo colpa mia. Sono sbadata» alzai le spalle.
