«Il re dei Kooks va in prigione!» strillò Maybank, seguito da un urlo di gioia.
«Addio! Addio!» esclamò Pope.
I ragazzi erano seduti all'interno dello Chateau, il mio gemello compreso - che ci aveva raggiunti alla centrale -, intenti a festeggiare e bere perché, dopo aver consegnato la registrazione alla polizia, era stato emesso un mandato di arresto per Ward Cameron.
Io, Sarah e Kie eravamo sedute in veranda. L'ultima aveva un sorriso stampato in viso; pure io ero contenta, ma non riuscivo a non fissare preoccupata il volto giù di morale della mia migliore amica.
Ward era pur sempre suo padre e lei non riusciva ad accettare che in realtà fosse un mostro.
«Sei pentita?» le chiese Kie.
«No» disse Sarah, secca «Ha avuto ciò che si merita. E io lo so»
«È lecito stare male, S» la rassicurai, accarezzandole il dorso della mano.
«È tuo padre, lo capisco» disse Kiara «Dev'essere terribile per te».
Sarah non fece in tempo a rispondere che le squillò il cellulare. Lo prese in mano e fissò lo schermo, dove lampeggiava una foto di Topper con il suo nome.
Alzai immediatamente gli occhi al cielo, sbuffando.
Poteva anche avere una faccia da angelo, ma era davvero uno stronzo. Non dimenticavo di come si fosse arrabbiato con Sarah perché lei non era pronta per andare a letto con lui; o anche di come avesse gettato John B da una grossa altezza, rischiando di ucciderlo (due volte, se contiamo il quasi annegamento).
Era sospetto il fatto che fosse tornato all'improvviso. Forse si era reso conto che Sarah era davvero una ragazza perfetta, ma la mia unica risposta era una marea di insulti nei suoi confronti.
«Scusate» fece Sarah, alzandosi dal divano su cui eravamo sedute.
«Certo» annuì Kie.
Io la fissai camminare avanti e indietro con il cellulare all'orecchio, sempre con un'espressione contrariata in viso.
