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- ̥۪͙۪˚┊❛ chapter six ❜┊˚ ̥۪͙۪◌❛ 𝙛𝙖𝙩𝙩𝙞 𝙪𝙣 𝙛𝙖𝙫𝙤𝙧𝙚: 𝙨𝙢𝙚𝙩𝙩𝙞 𝙙𝙞 𝙥𝙖𝙧𝙡𝙖𝙧𝙚

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- ̥۪͙۪˚┊❛ chapter six ❜┊˚ ̥۪͙۪◌
❛ 𝙛𝙖𝙩𝙩𝙞 𝙪𝙣 𝙛𝙖𝙫𝙤𝙧𝙚: 𝙨𝙢𝙚𝙩𝙩𝙞 𝙙𝙞 𝙥𝙖𝙧𝙡𝙖𝙧𝙚. 𝙖𝙙𝙚𝙨𝙨𝙤 ❜
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⸻ 𝜗𝜚 ⸻

𝐁𝐑𝐎𝐎𝐊𝐄

Dormire la notte, certe volte, non era affatto facile; soprattutto quando eri costretta a stare nel silenzio più assoluto, senza capire se, attorno a te, stesse succedendo qualcosa oppure no.

In queste occasioni, consideravo la mia sordità la mia maledizione più grande, una sfortuna vera e propria.

Quella notte, verso le 2, ero ancora sveglia.

Erano ore che mi rigiravo nel letto, cercando di addormentarmi senza successo. A momenti avevo freddo, quindi mi tiravo su il lenzuolo fino al collo; in altri momenti, avevo caldo, quindi lo calciavo ai piedi del letto.

Non riuscivo a trovare una posizione comoda, mi girava la testa, non riuscivo a spegnere il cervello... insomma, i miei pensieri erano così forti, così rumorosi, che non riuscivo a prendere sonno.

Alla fine, decisi di alzarmi e di andare a prendere un bicchiere d'acqua in cucina.

Avrei potuto anche prenderlo dal mio bagno, ma a me l'acqua piaceva ghiacciata, temperatura Polo Nord; quella del bagno non ci arrivava nemmeno per sbaglio, a quella temperatura.

Infilai le pantofole ai piedi, mi levai la mascherina dagli occhi e mi inoltrai nel corridoio buio.

Non mi ero messa gli apparecchi acustici, non lo facevo mai per cose del genere durante la notte. Nemmeno per andare al bagno li mettevo.

Scesi le scale, la mano ancorata al corrimano per paura di scivolare a causa della poca luce.

La prima cosa che mi saltò all'occhio non appena mi inoltrai in cucina, fu la luce accesa nello studio di mio padre.

Mi bloccai del tutto.

Mio padre, giusto il giorno dopo della Festa del Solstizio, era partito per un viaggio di lavoro. O almeno, così aveva detto mi madre. Io non ero riuscita a salutarlo perché, quel giorno, avevo dormito fino a tardi.

Chi c'era lì dentro?

Di solito, non permetteva mai a nessuno di entrare nel suo ufficio. Lo considerava come il suo unico spazio privato della casa, dove non voleva nessuno se non sé stesso.

Pensai, allora, che forse si trattava di mia madre.

Aggrottai le sopracciglia, ma alla fine decisi di non entrare. Magari stava dando un'occhiata a dei documenti o alle bollette.

Così tornai a fare quello per cui ero inizialmente scesa. Aprii l'anta del frigo e presi la bottiglia di vetro, versando poi il contenuto fresco in un bicchiere. Aggiunsi un paio di cubetti di ghiaccio, una cannuccia di vetro, e mi incamminai di nuovo verso le scale.

Sparks ✷ JJ Maybank Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora