56 capitolo

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Chat con lulú🖤
G:penso di avere la febbre
S:ma in che senso
G:amo ho mal di testa da ieri
Mi sono misurato la febbre
38
S:cazzo
Vengo a casa tua
G:mhhh
Ti aspetto

Decido di andare a casa di Gianluca perché voglio farli un po' di compagnia, dato che si annoierebbe a stare da solo tutto il giorno e anche perché mi dispiace abbia la febbre, quindi voglio coccolarlo un po'. Mi vesto comoda e vado a casa di Gianluca. Suono e come sempre ad aprirmi è Giuseppe.
"solee" dice Giuseppe
"ciao Giuse"
"sei venuta a fare da dottoressa a quell'anima in pena?" chiede e rido
"una cosa del genere si"
"non so come tu faccia a sopportarlo" dice alzando le spalle e sbuffando
"neanche io sinceramente, ma va bene"
"buona fortuna, io vado. Non fate troppi casini"
"nono, tranquillo" dico ridendo
"minimo minimo mi farai venire la febbre" dico andando verso camera sua
"non è colpa mia eh"
Mi butto su di lui e gli prendo il viso tra le mani.
"come stai?" gli chiedo
"mi scoppia la testa" dice e gli tocco la fronte
"sei caldo"
"mo tra poco mi misuro di nuovo la febbre"
"hai preso qualcosa?"
"tachipirina"
"allora dovrebbe scenderti tra poco, in teoria"
"solo io posso avere la febbre ad agosto eh"
"amo pure io l'anno scorso l'ho avuta d'estate, ma è per l'alga tossica data l'acqua di merda del lido"
"alla serata domani non riuscirò mai a venire" mi dice
"vabbè amo ci mancherebbe, rimani a casa rimani, se vuoi rimango con te"
"no amo che cosa, non serve. Cazzo sei la mia badante?"
"ah allora ti fidi di me"
"ho mai dimostrato di non fidarmi di te?" chiede alzando un sopracciglio
"infatti non ne avresti motivo"
"so che hai solo me in testa, che sei perdutamente innamorata di me e so quanto cazzo stressi le tue amiche parlando di me, perché non dovrei fidarmi?" chiede e sorrido dandogli tanti bacini a stampo
"è vero"
"ti amo" gli dico guardandolo negli occhi
"anch'io bimba" dice e mi bacia
Mi giro un attimo e vedo sulla scrivania una sua foto, forse dell'anno scorso, dove ha la divisa da calcio. Mi alzo di scatto prendendo tra le mani la foto e osservandola bene.
"sto bene in quella foto" dice sorridendo
"giocavi a calcio?" dico e il suo sorriso diventa malinconico
"si, fino a qualche mese fa, pensavo lo sapessi"
"no, non me lo hai mai detto"
"perché hai lasciato?" dico sedendomi sul letto accanto a lui e posando la foto vicino alle mia gambe
"giocavo nel Bari, nell' under 17 ed ero il capitano. Non per vantarmi, ma ero davvero forte. Quando in area di rigore avevo la palla tra i piedi, il gol era assicurato. Gioco da quando sono piccolo, ma piccolo davvero e ho sempre giocato con tanta passione e tanto impegno. Per me il cacio è tutto, l'ho sempre messo al primo posto e non mi è mai importato di nient'altro. Da piccolo mi dicevano avessi magia tra i piedi, me lo hanno sempre detto fino a qualche mese fa, impressionavo tutti. Poi però, era la finale di campionato contro il Sassuolo e un giocatore mi fece un fallo bruttissimo, ma veramente brutto. Uscii dal campo con l'ambulanza perché non riuscivo a camminare e lui si prese il rosso, almeno. Andai a fare i controlli ovviamente, perché piangevo dal dolore e scoprii di essermi rotto il crociato. Quando ti rompi il crociato non sempre torni forte come prima, però io non mi sono arreso, ho seguito la terapia e ho fatto riabilitazione. Iniziando a correre però, mi accorsi di non essere più quello di prima, quindi decisi di abbandonare tutto perché stavo veramente malissimo, il campo non mi faceva più stare bene ma mi faceva stare male. Non mi sentivo più lo stesso, più speciale e alla prima difficoltà, ho abbandonato tutto. Il mister ha cercato di fermarmi in tutti i modi e aveva ragione, dopo la riabilitazione ci vuole tanto lavoro e so per certo che sarei tornato come prima, ma mi sentivo troppo impotente. Mi ha detto che la porta è sempre aperta e che non avrei dovuto abbandonare la mia passione più grande, ma ormai il danno è fatto" dice triste e ascolto attentamente tutta la storia. Ha parlato del calcio con gli occhi che gli brillavano, come se fosse la cosa più importante della sua vita e di una cosa sono certa, porterò di nuovo Gianluca in campo.
"ora come ora torneresti in campo?"
"che vuoi fare?" chiede con una punta di sorriso, sa già cosa gli chiederò
"tu rispondimi, torneresti in campo?"
"si, ma ho paura"
"Gianluca bianchino ha paura?"
"anch'io ho un cuore e anch'io tengo a delle cose. Il calcio è tutto per me e non riuscirei a sopportare di non essere più quello di prima"
"quindi preferisci non scoprirlo piuttosto che vedere se ti sei ripreso o no?" gli chiedo cercando di farlo ragionare
"sai che delusione sarebbe sbagliare davanti alla porta? Non riuscire a correre come prima? Non riuscire a scartare tutti? Non riuscire a rubare palla? Mi sentirei una merda" dice con uno sguardo malinconico
"e se invece ci riuscissi e stessi buttando tempo nel cesso?" chiedo e non mi risponde guardando in basso
"se il calcio è tutto per te, non devi arrenderti Gianluca, non devi assolutamente. Non abbandonare la tua passione per paura, te ne potresti pentire quando sarà troppo tardi e non potrai fare più niente"
"lo so" dice sbuffando
"e quindi vuoi stare qui a piangerti addosso o vuoi tornare capitano del Bari?" dico riprendendo tra le mani la foto e lui mi sorride appena
"darei di tutto per tornare capitano del Bari"
"il ginocchio sta bene, la tua mentalità è vincente come sempre, cosa manca?" chiedo toccandogli il ginocchio destro e lui mi sorride
"non lo so"
"se non avessi la febbre sai che ti avrei già portato in campo si?"
"come se non ti conoscessi" dice ridendo
"quindi la risposta qual è?" gli chiedo
"ci penserò"
"non mi piace questa risposta"
"mi hai convinto ok?" dice e gli salto addosso abbracciandolo
"siiiii"
"sei più felice tu di me"
"promettimi che lo farai" dico puntandoli un dito contro
"te lo prometto"
"fallo Gianlu, è la cosa che ti rende felice"
"hai ragione, però non è l'unica" dice sorridendomi e lo bacio
"allora facciamo che verrò a vedere ogni tua partita, così uniamo le cose"
"lí raggiungo il livello di felicità massimo"
"sei felice?"
"non so, vedrò come andrà in campo"
"vedrai che sarai quello di sempre"
"ti dimostrerò che meglio di me non c'è nessuno, in ogni ambito"

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