60 capitolo

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Qualche giorno dopo...

La situazione, purtroppo, è sempre la stessa. È tornato a lavoro con Peppe e non mi degna di uno sguardo, al contrario di ciò che fa con la sua migliore amica Marta. Quando li vedo insieme mi sento una merda, perché ho paura che possa succedere qualcosa tra di loro e non solo starei male, mi sentirei ridicola.
"smettila di guardarli così, lo sai che lo sta facendo per ripagarti con la stessa moneta" mi dice mary che mi ha sorpresa a guardare i due.
"ne sei sicura?" le chiedo
"me lo chiedi anche? Non è abbastanza scontato?"
"posso aspettarmi tutto da tuo cugino"
"aspettati soprattutto le ripicche" dice e sospiro
Io al contrario suo, ho ancora il suo elastico al polso e ogni notte dormo con la sua maglietta. Sono una sottona di prima categoria, ma sto male e non so veramente come fare. Ormai sono rassegnata, so che la situazione rimarrà questa e il mio pensiero si concretizza guardandolo sorridere con la ragazza che più odio.
"perché non ci andiamo a fare un piccolo weekend lontano da qui? Perché non venite a torre a mare in villa da me?" ci chiede mary e mi si illuminano gli occhi
"mary ti prego" dico io
"si almeno la facciamo riprendere dai" dice reb
"quando volete andiamo"
"il prima possibile guarda" dico io
In questo momento ho davvero bisogno di svagarmi con le mie amiche e penso che ci riuscirò solo non vedendolo e andandomene un po' lontano da qui.
L'estate tra l'altro è quasi finita, siamo a metà agosto e mi dispiacerebbe finirla male, anche perché è stata spettacolare.
"oggi andiamo a riva, così ti distrai un po' e non voglio un no come risposta" dice reb
"va bene va bene" dico rassegnata sorridendole perché voglio veramente provare a stare bene, è estate e le mie amiche hanno bisogno di una sole che stia almeno al 50% delle sue forze. Ce ne andiamo da lì perché sinceramente tutto vogliamo, tranne vedere quei due ridere e scherzare e quando passo dal chiosco li guardo per un secondo male, vedendo che anche loro mi stavano guardando.
"cazzo guarda sta troia bho" dico
"invidiaaa" dice Giulia che tra l'altro si è fidanzata con quel ragazzo e non posso che essere contenta per lei.
"non sarà mai come me"
"questo è poco ma sicuro, penso che ragazze brutte come lei ce ne siano davvero poche"
"che poi il problema è che si sbatte troppo" dice thalía
"amo la faccio sbattere io di testa contro il muro" dice reb facendomi ridere
"sinceramente si"
Pov Gianluca
Sono tornato da un po' di giorni al chiosco e sto riprendendo pian piano l'amicizia con marta, infatti ora è qui con me.
"quindi ti sei lasciato" dice e la vorrei buttare fuori per aver aperto questo argomento, in più con quella voce da gallina che ha
"si" rispondo e fa una faccia schifata
"non fare quella faccia" le dico
"faccio le facce che voglio. Come mai vi siete lasciati, non eri innamorato perso?" chiede ironica
"infatti non è per quello, fatti i cazzi tuoi Marta dai" dico cercando di non essere troppo antipatico
"non lo so fare"
"e lo so"
"oggi in centro stai?" mi chiede
"di regola"
"con la tua ex?" dice e la guardo malissimo sorridendo sotto i baffi
"sicuramente guarda"
"ah allora posso passare a salutarti senza che lei mi fermi per parlare?" chiede ridendo
"puoi puoi" dico avvicinandomi un po'
Non so cosa sto facendo e non so neanche perché lo sto facendo. Sto facendo il coglione più totale, ma mi va di giocare un po' con Marta, tanto per passare il tempo.
Nel chiosco rientra peppe, visibilmente schifato dato che so quanto gli stia sul cazzo questa ragazza, ma la dovrà sopportare ancora. Lei esce però, lasciandoci da soli.
"non di nuovo" dice facendomi ridere
"perché sei così? Non puoi semplicemente startene un po' per i cazzi tuoi? Dai Gianlu, non sminuire tutto" dice facendomi ritornare quello sguardo di qualche giorno fa, cupo e incazzato
"non l'ho fatto io"
"lo sappiamo che lei ha sbagliato, ma non lo ha fatto per cattiveria perché lo sai che comunque le cose se l'è fatte dire, ma non ha fatto niente lei, si è fatta voler bene"
"un po' troppo o no? Non la giustificare e non la trattare come una bambina, è grande e doveva semplicemente evitare certe cose"
"lo so lo so, però ascoltala fra, parlaci"
"ma tu male stai, ma col cazzo proprio. Io non ci riparlo, a che pro?" chiedo
"di farla parlare un'ultima volta"
"o mi avete rotto il cazzo, ABBIAMO CHIUSO. Vaffanculo pure a te" dico uscendo per fumare una sigaretta
Le vedo arrivare tutte insieme perché tra poco ci saranno i balli e come al solito a quest'ora sono sempre qui. Vado in bagno a sciacquarmi la faccia, sia per il caldo che per cercare di calmarmi un po'. Non sono mai stato un ragazzo tranquillo, ma sicuramente sta situazione mi rende ingestibile. So che se mi rende ingestibile la colpa è sua, perché mi ha sempre fatto provare le sensazioni triplicate e anche in questo caso è così. Continuo ad odiarla veramente tanto, non la saluto neanche. Torno di là e la vedo di schiena e il mio sguardo si sofferma ovviamente lì, questo non posso evitarlo. Solo qualche giorno fa era nuda davanti a me e al solo pensiero potrei avere una bella erezione, quindi direi di evitare di pensarci.
Ora credo che mi concentrerò sul calcio, non ne posso più di starmene fermo qui. Il campo è la mia casa e non ho più intenzione di abbandonarla, anzi sono ancora più motivato di prima. Farò di tutto per tornare il Gianluca di qualche mese fa e ci riuscirò, perché se voglio qualcosa, la ottengo. Oggi andrò a parlare col mister, a trovare i miei compagni e a vedere come stanno andando le cose. Da quel che so il campionato non sta andando molto bene, sono quinti e ciò non è mai successo, di solito il campionato era sempre nostro.
"posso andarmene prima?" chiedo a peppe
"dove devi andare?"
"a parlare col mister, te l'ho detto che torno in campo" dico e mi sorride per poi venirmi ad abbracciare
"davvero?" chiede
"si, sono troppo forte per non rompere i culi a tutti"
"sei il più forte amore mi" dice abbracciandomi di nuovo
"se vuoi ti accompagno" mi dice
"non ci fa il culo tua madre?" chiedo
"è la prima volta che facciamo qualche cazzata?"
"no"
"me e andiamo che hai tanto da fare"
Prendiamo le moto e lui va verso casa sua, mentre io verso casa mia. Vado a prepararmi e dopo che ho finito chiamo peppe, che mi avvisa che anche lui è pronto. Arriviamo davanti al campo e prima di entrare faccio un respiro profondo, così peppe mi dà una pacca sulla spalla e entriamo. Ho le mani in tasca e guardo i ragazzi che stanno facendo una partitella, con il mister che urla come un pazzo.
"non è cambiato per niente" dico ridendo
"manca il suo preferito" mi dice peppe e non gli do tutti i torti. Con il mister avevo un rapporto bellissimo, infatti quando ho abbandonato tutto c'è rimasto male quanto me, per aver perso il suo "gioiellino".

"mister ma non ti stanchi mai di gridare?" gli dico ridendo mettendomi accanto a lui. Si gira di scatto e mi guarda a bocca aperta, non se lo aspettava.
"e tu che ci fai qui?" dice abbracciandomi
"come vanno le cose?" chiedo e sospira
"hai visto no? Siamo quinti, ormai niente è come prima"
"come mai?"
"manchi tu Gianlu, non abbiamo un leader nel gruppo con la tua stessa mentalità. Tecnicamente i ragazzi sono bravi, ma tu eri il gioiellino lo sai"
"so di essere il tuo preferito mister"
"prima che facessi il coglione lo eri" dice sorridendo e sorrido anche io
"pensi che possa tornare in squadra?" chiedo e riporta l'attenzione su di me. Mi guarda a bocca aperta e io sorrido.
"vuoi tornare a giocare?" chiede scioccato
"come fai a vincere senza di me?"
"Gianluca sono serio ora"
"si mister, lo sai che io per quella palla vivo e ho capito di aver sbagliato, ci voglio provare"
"vatti a cambiare e fai venti giri di corsa per punizione" dice lanciandomi le chiavi dello spogliatoio che io afferro, scoppiando a ridere
"non mi far stancare, sennò i gol davanti alla porta gli sbaglio"
"vai vai, farai l'allenamento da solo per un po'" mi avvisa
"ai suoi ordini signor capitano" dico e nega con la testa ridendo
Torno nello spogliatoio dopo un po' e al mio posto c'è ancora la mia divisa: la maglia numero 10 e il pantaloncino, ma manca la fascia da capitano. Per quella so che dovrò aspettare e mi va bene così, aspetterò. Dopo essermi cambiato, torno dal mister e lo vedo in mezzo a tutto il gruppo.
"tu che stai a fare qua?" chiede Francesco che dato che era il secondo capitano, con la mia assenza ha preso il mio posto
"sono tornato" dico e mi abbracciano tutti riempiendomi d'insulti
"si allenerà da solo per un po', dato che nel momento in cui sarebbe dovuto tornare in campo, l'intelligentone ha deciso di andarsene" dice il mister facendomi ridere
"Gianlu torna presto, siamo quinti e quei pezzi di merda dei bergamaschi sono primi" mi dice Antonio, un attaccante
"te ne vuoi vendicare no?" chiede Cristian
"aspetto solo questo" rispondo io
"ei calmiamoci" dice il mister
"mister io mi vendico in campo, giocando, non facendo i falli e rompendo il crociato alle persone" dico io
"Gianluca in campo può succedere" mi risponde lui
"lo sai anche tu che è stato un fallo volontario, giocano solo con i falli"
"ora pensa ad allenarti, voi potete tornare a casa"
"ti rivogliamo presto in squadra" mi dice Alessandro e li saluto tutti
Mi inizio ad allenare sotto lo sguardo attento sia del mister, che di peppe. In questo momento mi serviva staccare da tutto e l'unico modo per farlo è giocare a calcio. Ci spostiamo dentro e lavoriamo un po' con gli attrezzi, per poi andare fuori e lavorare sulla resistenza.
"sei impressionante, non ti alleni da tanto e non ti stai lamentando" dice il mister
"te l'ho detto che voglio tornare al più presto"
"non ti stancare troppo però" dice serio
Prendo una bottiglia d'acqua e me la svuoto in testa, bevendola un po'
"fortunatamente il campionato è appena iniziato, c'è ancora tempo" dice speranzoso
"ma si mister, quante partite avete fatto? Tre?"
"hai ragione dai, per oggi basta così, vatti a fare una doccia" dice e sorrido
"ci vediamo domani" mi avvisa e lo saluto
"allora?" chiedo a peppe
"sei un mostro sei"
"bisogna vedere in partita"
"di che ti preoccupi Gianlu dai" dice mentre prendo fiato e bevo l'acqua

Nonostante tutto però, sono davvero felice di essere riuscito a superare questa "paura" e di essere tornato in campo. È tutto grazie ad una persona in particolare, lo so e di questo gliene sarò per sempre grato.

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