TYLER
Mercoledì.
Mercoledì.
Mercoledì.
Non pensavo che un nome potesse creare così tanta dipendenza.
Lei è sempre nei miei pensieri.
Ogni volta che mi incamminavo in giro per le strade di Orange County e intravedevo una sagoma corvina speravo sempre che appartenesse a lei.
Invece no. Erano rare le volte che la vedevo. Ma alcune volte non volevo disturbarla. Soprattutto quando era immersa in uno dei suoi romanzi true crime. Era ancora più bella mentre leggeva. Le sue iridi nere stupende muoversi a destra e sinistra, la sopracciglia corrucciate quando si scontrava con una situazione particolare da comprendere, le smorfie che faceva in momenti di sorpresa, e quando storceva il naso in senso di disapprovazione nei confronti di una determinata scena.
Non pensavo davvero che si potesse amare così tanto una persona.
E soprattutto a questa età.
Dicono che il vero significato della parola amore non si è in grado di comprendere da "ragazzini".
Invece no.
Non sono d'accordo. Permettetemi di dissentire.
Per me l'amore è quando non puoi fare a meno di lei, che è sempre nei tuoi pensieri, che quando la vedi, anche da lontano, inizia a batterti il cuore all'impazzata rimbombandoti nelle orecchie. Questi sono solo alcuni sintomi che provo io quando vedo la donna più incredibile di questo Universo: Mercoledì Addams.
Insomma, come si fa a essere così perfetti?
Amo tutto di lei.
Il suo modo di tenermi testa che certe volte mi fa davvero impazzire, la sua parlantina, il fatto che non ha peli sulla lingua, e questa è una delle cose che apprezzo particolarmente nelle persone, le sue labbra perfettamente disegnate, i suoi capelli che sanno di vaniglia e cannella, il suo profumo che ogni volta mi invade le narici mandandomi in estasi, il suo sapore... mamma mia. Non è possibile essere così.
Certe volte mi domando se lei potrebbe essere un angelo nero sceso sulla terra, perché davvero, non riesco a trovarle un difetto.
È di una bellezza che solo pochi possiedono. Non si rende conto si quanto è fantastica.
E non riesco a capacitarmi del fatto che su otto miliardi di persone, lei abbia scelto proprio me. Ma io da bravo coglione me la sono fatta scivolare via. E questo solo grazie a me. Perché? Cos'ho che non va?
Davvero, non riesco a capirlo.
Non so bene il motivo per cui sono venuto qui a casa sua. Non so spiegarlo. È come se una forza invisibile mi avesse attirato da lei.
E quando l'ho vista ho provato un mix tra entusiasmo e paura.
Sì. Paura. Perché sono sicuro che in qualche modo un giorno lei me la potrebbe pagare per tutto quello che le ho fatto. Insomma, è Mercoledì Addams, e sinceramente, mi merito questo e altro.
Penso che si stia vendicando attraverso il fatto di non poterla baciare. Mi manda fuori di testa questa cosa. Io ho bisogno di lei, ho bisogno di stringerla, di inspirare il suo profumo, e ovviamente di baciarla.
Lei è il primo pensiero che ho appena mi sveglio, e il primo quando vado a dormire.
Pazzesca questa cosa.
Non ho mai provato questi sentimenti e soprattutto non mi facevo un tipo così romantico. Evidentemente l'amore fa questo effetto.
Ho davvero bisogno di lei.
Ora mi trovo in piedi che sto concentrando tutta la mia attenzione sulle fotografie di famiglia che invadono la mensola posizionata sopra il caminetto spento.
Una ritrae lei con indosso un cappellino rigorosamente nero di compleanno. Davanti una torta anche questa del medesimo colore con varie decorazioni a tema della sua palette di colori preferita. Invece a fianco si trovano vari palloncini con sopra il numero sette.
A quell'immagine sul mio viso si fa largo un sorriso genuino.
Tiene le braccia conserte e ha la fronte corrucciata. Guarda l'obiettivo con disgusto. Mi domando con che strumento abbiano potuto fare la foto dato che è a colori considerando il fatto che gli Addams non sono molto... come dire... tecnologici.
Mi rendo conto che quell'espressione la assume tutt'ora. È davvero magnifica.
Successivamente ce ne è un'altra sempre dello stesso giorno che tiene stretto tra la mano destra un coltello affilatissimo puntato per aria con alcuni dei palloncini della fotografia precedente scoppiati. I resti sul pavimento lucido.
Bene. Ora so come organizzare la festa di compleanno di Mercoledì. Lo farò apposta per farla innervosire. Lo so, sono perfido. Sempre che mi inviti.
Poi ce né un'altra questa volta di famiglia dove c'è presente anche quello che penso si chiami zio Fester con indosso il suo amato cappello. Morticia indossa uno dei suoi bellissimi sorrisi smaglianti, lo stesso vale per Gomez, mentre riguardo a Pugsley e Mercoledì... sul loro volto non si cela nessun tipo di emozione. Questa volta è il fratello a tenere le braccia conserte, invece, Mercoledì è rigida come una tavola da surf.
Mi avvicino ancora di più alla foto e noto che i genitori tengono le braccia posizionate sulle spalle dei figli. Immagino la felicità della mia Mercoledì in quel momento.
Non smetto nemmeno per un secondo di sorridere.
«Quella foto l'abbiamo scattata al compleanno di mio fratello» dice una voce alle mie spalle.
Sobbalzo per lo spavento.
Mi volto e noto che appartiene a Gomez.
«Scusi, non volevo immischiarmi» confesso imbarazzato passandomi una mano tra i capelli.
Gomez mi accenna un sorriso sincero.
«Ti prego, dammi del tu. Il lei mi fa sentire vecchio» scherza.
Io faccio un lieve sorriso.
Successivamente mi da le spalle per un attimo sedendosi sul divano di pelle a tre posti posizionato al centro della sala.
Mi guarda fisso negli occhi battendo la mano sul posto a fianco. Segno che vuole che io mi sieda lì.
Sono abbastanza in imbarazzo.
Questa è la prima volta che vedo i signori Addams, e non voglio fare la figura dell'introverso depresso.
Così dopo un breve momento di esitazione lo raggiungo sedendomi accanto a lui.
Gomez sfrega le mani sul cardigan nero cone se stesse per iniziare il discorso.
«Sai, la mia Scorpioncina non è una che si fida particolarmente delle persone». Ecco appunto.
«Anzi, non si fida proprio. Quindi ritieniti molto fortunato di questo. Non so bene che cosa sia successo tra voi due, io e Mercoledì non parliamo molto. È sempre stata una persona molto riservata, non ha mai voluto spifferare le sue cose. Penso che questo lo abbia preso da me» sorride. Si avvicina a me quasi sussurrando «non lo dire a nessuno ma penso che lei somigli molto di più a me che a sua madre. Sicuramente la bellezza infinita l'ha ereditata da mia moglie» gesticola.
Io annuisco piano.
«Non è bellissima mia figlia, vero?» non smette di sorridere.
La domanda del secolo.
Non ci devo nemmeno pensare su.
Rispondo immediatamente. «Certamente. È una delle ragazze più magnifiche, eccezionali, che abbia mai incontrato». Subito dopo realizzo quello che la mia bocca ha appena detto.
Dio, ma perché certe volte non rifletto su quello che sto per dire?
Per un attimo sul viso di Gomez scompare il suo sorriso, per poi ritornare, più luminoso di prima.
«Con me puoi parlare. Tu la ami, vero?».
Oh Gesù.
Aiutami tu.
Voglio sprofondare su questo divano.
Tipo immediatamente.
Rimango in silenzio per qualche istante.
Dopodiché annuisco piano con il capo visibilmente in imbarazzo.
«Lo sapevo» dice trionfante.
Che gioia.
«Glielo hai detto?» annuisco ancora.
Ma perché mi sto confessando con Gomez Addams?
Evidentemente perché ho bisogno di parlare con qualcuno.
A casa nessuno mi caga, mio padre ( mi fa un certo effetto attribuirgli questo appellativo) non c'è mai, usa sempre la scusa del lavoro. Ma fammi capire, se è davvero come dice lui, quindi che lavora tipo 20 ore, gli altri suoi colleghi non hanno una famiglia? Probabilmente hanno turni diversi, ma non penso, dato che un sacco di volte ha accennato il fatto che quando se ne andava tornava a casa con i suoi amici del lavoro.
Sinceramente a me va bene così. Non necessito per nulla di parlare con lui. E questo è colpa sua. Si è disinteressato di botto alla mia vita, se c'era cibo in casa, meglio, se non c'era, Amen. Da quando la mamma è morta ha portato altre ragazze a casa, tutte bionde con gli occhi blu alte quanto me. Tutte mezze spogliate, vestite da squillo.
Ma lui non è un tipo da relazione seria. Da una parte mi dispiace per quelle poverette che magari speravano che dopo una notte di sesso sfrenato potevano ricevere una sua chiamata. Ma evidentemente alcune erano consenzienti di questo. Non so davvero come si fa a frequentare una persona senza nessun tipo di legame. Va beh che io ho fatto questo errore con Jenny. L'ho usata come tappabuchi, per cercare di riempire il vuoto che avevo dentro di me. Ma a lei stava bene così. Non credo di essergli mai piaciuto, tranne a letto, ovvio. Anche se è successo solo una volta. Me lo ha confessato lei. È per questo che non capisco come possa essere rimasta incinta. Mi ricordo di aver utilizzato gli anticoncezionali. Evidentemente è successo con quello con cui mi cornificava, sicuro.
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MY OXYGEN -Weyler edition-
FanfictionDopo tutto il casino successo lo scorso semestre alla Nevermore, Mercoledì decide di cercare invano di dimenticare Tyler. Così un giorno, la sua migliore amica, Enid le fa una telefonata chiedendole se per le vacanze volesse andare in spiaggia. Lei...
