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«L'ultima persona che mi ha bendata ha dovuto farsi rimuovere un braccio» lo minaccio per via di questo patetico tessuto verde che ho sugli occhi.

Sul serio? Gli sembro Pascal di Rapunzel?

Lui soffoca una risata. 

«Siamo quasi arrivati» ripete per la sesta volta. Sì. Le ho contate. Sinceramente non avevo niente di meglio da fare.

Sbuffo.

«Lo hai detto anche mezz'ora fa, e siamo ancora quì sopra, Einstein» gli attribuisco l'ennesimo soprannome. Ormai lo faccio praticamente sempre con tutti.

«Einstein... mi piace» 

«Come non potrebbe? E' il nome di uno degli scienziati più importanti e intelligenti nell'ambito della scienza. Ora che ci penso non sei degno»

«Mi ferisci» 

«Questo era lo scopo» rispondo schietta incrociando le braccia al petto. Anche se sono bendata percepisco il suo sguardo addosso. Non so come sia possibile tutto ciò. 

«Posso almeno sapere dove mi stai portando?» cambio argomento assumendo un tono più freddo del solito.

«E' una sorpresa» ghigna.

Senti, vaffanculo.

Stringo i pugni incollando le suole delle scarpe al tappetino della macchina. Sì. Siamo in auto, se così si può definire questo insieme di metallo che chiede pietà.

«Odio le sorprese. Rammenti cosa è accaduto per il mio sedicesimo compleanno?»

Lui rimane in silenzio per qualche secondo.

«Ah, sì. Hai ficcato la testa di Enid nella torta quando ti ha proposto di esprimere un desiderio più bello, anzichè "spero di morire stanotte"»

«Esattamente».

E dopodichè cala un fastidiosissimo silenzio.

«Se sapevo che mi dovevi bendare non accettavo la tua proposta principesca» spezzo questa assurda taciturnità.

Ora che ci rifletto perchè ho accettato?

Ho degli squilibri mentali così gravi?

 A quanto pare una volta ricominciata la scuola dovrò riprendere obbligatoriamente le sedute da uno di quei subdoli strizzacervelli. Comunemente noti come psicologi. Chi l'avrebbe mai detto che una come me ne avrebbe sentito il bisogno? Nessuno.

Che questo finto-mostro spaventoso non mi facesse trovare una scia di petali rosa diretti a una scritta romantica, perchè lo giuro, in tal caso mi soffocherei con gli stessi petali. Anzi, no. Prima soffoco lui. Sì, andata.

«Mi stai per caso portando in un bosco per poi buttarmi giù da un dirupo appiccando il fuoco sul mio cadavere?» ipotizzo alzando le sopracciglia in attesa di una risposta. Apro le palpebre, ma il contatto delle mie ciglia con la benda mi ricordano che l'imbecille che ho a fianco me l'ha messa sugli occhi. Questo maledetto tessuto mi sta iniziando a dare più fastidio del solito. Dove lo ha comprato? All'Eurospin?

«Ah-Ah. Certo che ne hai di originalità, eh?»

Sbuffo. Ormai è diventata una routine. Un po' come torturare mio fratello durante le vacanze natalizie. Però riflettendoci... che morte ridicola. Troppo comune. Io devo distinguermi, anche riguardo alla mia dipartita. La mia deve essere stratosferica. 

«Niente che non sappia già» mi limito a dire.

E lui ride.

Dio, ora gli strappo la bocca così faccio un favore all'umanità.

MY OXYGEN -Weyler edition-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora