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Mercoledì

Non so nemmeno da quanto tempo è che sto guardando il vuoto assoluto

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Non so nemmeno da quanto tempo è che sto guardando il vuoto assoluto.
L'unica cosa che la mia camera non dispone è un orologio funzionante -dato che quello che avevo lo ha rotto Mano tirandoci contro dei sassi-. Sì, quando è nervoso, l'unico modo per calmarlo è la distruzione di qualcos'altro. Lo stesso vale per me.
Peccato che le poche cose che ho nella mia stanza costano troppo e quindi mi sembra una cosa fuori dal comune distruggerle.
Ora sono seduta ai piedi del letto a riflettere per quale motivo sono su questo pianeta.
Sto cercando di realizzare la telefonata che ho appena fatto.

"Wow, non vedo l'ora di partire! Ho già la crema solare dato che l'anno precedente non l'ho utilizzata, e... o no. Non ho il costume!"

Si agita Mano in preda a una crisi di nervi.
Alzo gli occhi al cielo.
«È inutile il tuo atteggiamento. Rilassati. Così ti farai venire un colpo. Tanto non verrai»

"Che cosa, scusa? Mercoledì Addams, sono parte di questa famiglia da ormai decenni, sono sempre stato dalla tua parte, ti ho supportata e sopportata in tutti i tuoi perversi e folli piani e adesso, mi dici questo?"

«Fai meno il permaloso. Sai bene quanto ti emozioni quando vai in vacanza. Non mi sembra il caso. Adesso che ci penso, non so nemmeno dove voglia andare quella pazza super colorata»

"Stiamo parlando della tua migliore amica!"

Mi rimprovera.
Sbuffo.

"Scoprirai molto presto la destinazione. Te la meriti questa vacanza. Così almeno potrai toglierti dalla testa Tyler".

Appena sento quel nome mi gelo sul posto fulminando Mano con lo sguardo.

"Oh oh"

«Non. Azzardarti. Mai. Più. A. Fare. Il. Suo. Nome»

"Scusami! Non volevo. Ma-"

«Niente ma. Adesso... prendi la tua roba prima che cambi idea».

Non lo sto facendo sul serio.

"Davvero? Sei seria? Non hai intenzione di uccidermi?"

Domanda spaventato.
«No, almeno non subito. Mi servi vivo e vegeto»
Faccio una pausa.
«Più che altro vivo»
Mano rabbrividisce.
Ho un dono nello spaventare a morte le persone.

Non ho nemmeno bisogno di fare i bagagli. Non li ho proprio disfatti in effetti considerando che sono arrivata da nemmeno venti minuti.
Scendo le scale e noto che la mia roba si trova davanti alla porta d'ingresso.
Sbuffo.
Un suono mi fa ritornare alla realtà.
Oh no.
Non possono essere già loro.
Non faccio in tempo nemmeno a fare un passo che Pugsley si fionda alla porta. A momenti si ammazza.

No. È ancora vivo. Peccato.

Improvvisamente il suo viso si illumina.
Io assumo quell'espressione quando dissotterro mia nonna.
Questo pensiero mi fa quasi -e sottolineo quasi- sorridere.

MY OXYGEN -Weyler edition-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora