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Mercoledì

Mercoledì

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«

Che cosa hai fatto?»
Domando in preda a una mia solita crisi sgranando gli occhi.
«Ho prenotato un albergo. Due stanze: una per me e per te e i ragazzi nell'altra».
Ma ha idea di quanto costi?
Boh.

Allora ho capito bene.
Di nuovo? Condividere la stessa stanza con Enid? Per tutta l'estate?
Preferisco dormire per strada.
Non ho intenzione di sopportare la sua bipolarità.
Passa dall'essere super energica, piena di voglia di vivere, a quella depressa perché le si è spezzata un'unghia.
Ah.
Dimenticavo.
C'è anche la parte aggressiva.
Questa l'ha presa da me.

«Dai, non sarà nulla di nuovo»
«Appunto!»
Enid alza gli occhi al cielo.

«Quanto manca all'arrivo?»
Domanda Eugene.
«Una mezz'oretta».

Pazzesco.
Sono tre ore che sono qui sopra e non mi sono ancora buttata dall'auto in corsa.
Ho proprio bisogno di quella laurea.

Almeno una cosa positiva c'è: il letto.
Appena arriverò mi ci butterò sopra come mio solito quando affronto una giornata difficile.
Quello sono sicura che è singolo.
Beh, ovvio, sarebbe abbastanza strano dormire nello stesso letto con Enid.
Anche perché se così fosse mi sveglierei la mattina con lividi dappertutto dato che non riesce a stare ferma.
Io invece quando dormo rimango nella stessa posizione per ore. Ferma come un cadavere.
Come faccio? Non ne ho idea.

Apro la borsa in pelle nera prendendo il mio giallo preferito: Il Natale di Poirot, di Agatha Christie.
È da un mese che l'ho ricominciato, ma non sono ancora riuscita a finirlo.
Come avrei potuto con tutto quello che é successo con Ty-.

No.
Mi maledico per averlo pensato.

Almeno dedicandomi alla lettura avrei fatto passare quei trenta minuti più in fretta.

E così è stato.

Siamo arrivati.
Di fronte a noi un hotel di un rosso accesso con il tetto blu e un'insegna in ferro battuto con la scritta: "albergo".
Che fantasia.
Invece in alto a destra ci sono disegnate cinque stelle.
Già immagino l'interno.
No, non è vero, non lo voglio fare.

Apro la portiera rimettendo tutto dentro la borsa e scendo da quell'auto maledetta.
Necessito di un letto adesso.
«Bene! Eccoci arrivati! Bello, vero?»
«Stupendo guarda»
Dico sarcastica squadrando l'hotel.
Dopo pochi secondi sento la portiera aprirsi e chiudersi. Segno che sono scesi anche i ragazzi.
Che gruppo di adolescenti problematici che siamo.
Insomma, pensateci:
Una psichica, un lupo mannaro -scolorito-, un gorgone, uno che anima disegni a l'altro con l'ossessione per gli insetti.
Che squadra mitica.

Prendo la mia roba dal bagagliaio.
È parecchia, lo so, ma voglio portarla da sola.
Odio essere aiutata.
Infatti non so come ho fatto a permetterlo a Enid poche ore fa.

MY OXYGEN -Weyler edition-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora