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Mercoledì

Possibile che la mia vita fa così schifo?Insomma, cosa ho fatto di male all'universo, eh?Nulla

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Possibile che la mia vita fa così schifo?
Insomma, cosa ho fatto di male all'universo, eh?
Nulla.
Almeno, credo.

Però dai... Bianca Barclay?
Nella mia stessa stanza?
Con Enid?
Mi stavo quasi convincendo nel condividere la camera con quella lupetta e adesso si aggiunge anche Bianca?
Io non ho parole.
Bensì parolacce.
Sì. E anche parecchie.

È da tipo mezz'ora che sto girando come un idiota in questa cittadina piena di gente.

Vedete?
Manco la solitudine posso avere.
In tutto e per tutto.
Fino alla fine devo soffrire.

Che vita di merda.

Mi fermo un momento a guardare i cartelli stradali, per capire se ci può essere qualcosa di utile.
Ma nulla.
Niente.
Niente.
Ancora niente.

Perché?
Boh.

"Stai facendo la radiografia a quel cartello?"
Mi sfotte Mano, che ora è sulla mia spalla.

«Sto cercando di capire dove mi trovo.
E di certo questi cartelli che prima dicono una cosa e poi un'altra mi stanno facendo uscire di matto, non che sia una novità ultimamente».
Roteo gli occhi ritornando alla ricerca di una benedetta caffetteria.
"Ma scusami, chiedi a qualcuno, no?"
Lo fulmino con lo sguardo.
«Io? Chiedere aiuto a un estraneo? Ti senti bene mia cara appendice?»
Mano fa l'offeso ignorandomi.
«Quanto sei permaloso. Non smetterò mai di dirlo».

O mio Dio.
Non ci posso credere.
Una caffetteria.
Ora ce l'ho meno con l'Universo, dai.
Il caffè migliora sempre tutto.
O quasi.
Ringrazio tutte le divinità ed entro dentro.
Ti pareva.
È pieno.

Ma io mi domando: tutte queste persone non hanno niente di meglio da fare che uscire? Rimanete a casa che fate un favore all'umanità!
Lo so. Sono molto socievole.

Mi avvicino al bancone impassibile come sempre.
Dopo qualche secondo si avvicina a me una ragazza con il grembiule blu con scritto il nome della tavola calda: Macy's.
«Dimmi tutto tesoro».
Già iniziamo male.
Non ho più intenzione di sprecare le mie preziose energie con persone del genere.
Sbuffo.
«Un caffè amaro».
«Arriva subito».
Mi strizza l'occhio per poi andare in cucina.

"Ti devo forse ricordare che non sei venuta da sola?"

«Mano, non ho intenzione di pagare a quel branco di stupidi il caffè. Se lo possono anche scordare. Insomma, hanno abbastanza soldi per stare in un hotel a cinque stelle per tre mesi e non per comprarsi un caffè?»
«Hai detto qualcosa?»
Mi domanda un ragazzo con anche lui il grembiule.
Mano si nasconde dietro le mie trecce.
«Nulla che ti riguardi».
«Ook. Volevo solo essere educato».
«Beh, non esserlo».
E sparisce.
Così mi piace.
"Sei proprio insensibile! Sono tuoi amici"
Esclama ritornando dov'era prima.

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