Dopo tutto il casino successo lo scorso semestre alla Nevermore, Mercoledì decide di cercare invano di dimenticare Tyler.
Così un giorno, la sua migliore amica, Enid le fa una telefonata chiedendole se per le vacanze volesse andare in spiaggia. Lei...
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Dove sono? Non ne ho la più pallida idea. Apro gli occhi a fatica. «Ma buonasera». Dice una figura di fronte a me. Chi è? Non lo so. Vedo solo un punto arancione e bianco.
Garfield? Sei tu?
Mi tiro su a fatica ma vedo tutto malissimo. È come se avessi degli occhiali da vista di 67°.
«D-dove sono? Chi sei? Sono morta per caso?»
Balbetto tirandomi a sedere tenendomi la testa con le mani per la paura che mi caschi da un momento all'altro.
«Sei in albergo. E no, non sei morta».
Mi accorgo adesso di essere sdraiata su un letto. Il mio letto. E di essere coperta con un leggero lenzuolo bianco. In estate? Ma vi drogate tutti, vero?
Va beh, parlo io che con +54° all'ombra giro con la giacca e gli stivali, ma questi sono dettagli.
Non ho ancora capito chi ho di fronte. «Non hai risposto alla mia seconda domanda... chi sei? Un serial killer per caso? No, sarebbe troppo bello per essere vero». Storco il naso ributtandomi nel letto facendo sprofondare la faccia nel cuscino per un tempo indefinito. Mi manca l'aria, ma chi se ne importa. Io da qui non mi muovo. «Beh, quasi».
Giro la testa di lato cercando di mettere a fuoco la persona che ho davanti a me, fallendo miseramente.
«Che vorresti dire?» «Ti do un indizio... l'ultima volta che ci siamo visti mi hai quasi soffocato». Ride divertito. «Per me è un abitudine. Lo faccio con tutti quelli che mi capitano a tiro». Riaffondo la testa nel cuscino.
«Quindi li baci anche?».
Il mio cuore si ferma. Mi tiro su di botto e per un attimo la stanza gira. «Galpin». Dico finalmente riuscendo a mettere a fuoco la sua immagine. «Esatto! Ce ne hai messo di tempo».
«Cerca di capire. Ho bevuto non so quanti shot di tequila». Mi giustifico. Strano che me lo ricordi ancora. Anche se in realtà l'unica immagine di cui ho memoria sono io al bancone che butto giù di botto due bicchierini. Il resto... boh. Un enorme vuoto. Spero davvero di non aver fatto cagate o ucciso qualcuno. Anche se la seconda opzione non mi dispiacerebbe a dirla tutta. Ma come minimo vorrei ricordarmi di un omicidio.
Sul suo viso si fa largo un sorriso. Solo ora mi accorgo che stasera è più bello del solito.
Oh, ma la pianti Mercoledì?
Mi tiro uno schiaffo facendo ridere ancora di più quel coso che ho davanti.
«Non l'avevi mai fatto prima, vero?». Sorride in un modo che non so descrivere.
«Beh, tu che dici?» Domando atona. Mi metto le mani sul viso per evitare di sprofondare.
Sbircio tra le dita curiosa di vedere la sua espressione. Noto che è vestito molto bene. Una camicetta bianca con i primi tre bottoni slacciati che fanno intravedere una parte dei suoi addominali scolpiti.