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T/N's pov

C'era una scritta d'aura sul muro: "Se tieni ai tuoi amici, vieni a vivere con me. Firmato, tuo fratello Hansamu." Notai che a terra c'era un foglietto delle dimensioni di una foto. La presi in con la mano che tremava, e nel vedere ciò che ritraeva mi si offuscò la vista, iniziai a respirare affannosamente, sentii il cuore battere sempre più forte, e mi accasciai lentamente a terra. Killua mi sorresse giusto in tempo. 

«T/N! Tutto bene?» Mi chiese preoccupato, mettendomi seduta sul letto. Io provai a dire di no, ma la voce non usciva. Gli mostrai la foto che avevo in mano: ritraeva tre ragazze legate e imbavagliate. Erano le mie migliori amiche delle medie. Le lacrime sgorgarono da sole dai miei occhi, mi raggomitolai portando le ginocchia al petto, pensando a tutti i bei momenti passati insieme. Ora per causa mia erano in pericolo, per aver avuto l'unica colpa di essere state mie amiche. Mi sentii un braccio forte sulle spalle che mi abbracciava. Io mi voltai verso Killua, con uno sguardo disperato, rassegnato, triste, ferito. Lui mi strinse più forte, e io nascosi il viso sul suo petto. 

«O-ora... che... che cosa posso fare, Killua? D-devo... devo andare d-da lui, vero? A-altrimenti l-loro...» Non riuscivo nemmeno a dirlo. Poi mi alzai, aprii la finestra e mi affacciai: 
«LORO NON HANNO FATTO NIENTE DI MALE!» Lo urlai per varie volte, fino a che non mi calmai un po'.

«Devo escogitare un piano» Iniziai a fare avanti e indietro per la stanza, borbottando sottovoce: 
«Un piano, un piano...» fino a quando mi sentii tirare il braccio. Mi trovai faccia a faccia con Killua, che mi guardò negli occhi: 
«Ehi, adesso calmati. Vedrai, non succederà nulla alle tue amiche, ok? Se vuole che tu vada lì, per lui sono ostaggi preziosi, quindi non torcerà un capello a nessuna di loro. Sta' tranquilla.» Se me lo avesse detto chiunque altro, mi sarei arrabbiata, ma i suoi occhi mi calmarono. Dicevano: "Io ti capisco, ma stai tranquilla, andrà tutto bene."

Io presi un bel respiro, poi un altro e un altro ancora. 
«Grazie Kil.» Poi mi resi conto di quello che avevo appena detto, e mi affrettai a giustificarmi: 
«O-oddio scusa l'ho detto senza pensarci...» 
«Non ti preoccupare, va bene.» 
«Ti va bene se ti chiamo "Kil"?» Domandai io timidamente. 
«Certo, non c'è problema. Ora, per prima cosa richiamo Gon e gli chiedo se è sicuro per noi tornare ora, così sottoporremo il problema alla bef- volevo dire, a Bisky.» Si corresse lui. Io annuii, con gli occhi che ancora pizzicavano.

«Pronto Gon? È sicuro lì?» 
«Killua! Ma che diamine hai combinato per farti odiare così di punto in bianco da Hisoka? E dov'è T/N?» Aveva urlato così tanto che l'avevo sentito anche io. 
«Piano! E comunque ti spieghiamo appena torniamo. Arriviamo, sta tranquillo.» 

Eravamo appena usciti dall'appartamento e io stavo chiudendo, quando sentimmo uno strillo terrorizzato dal piano di sopra. Ci guardammo e scattammo. Non so cosa ci aspettassimo di trovare, ma era solo una bambina che aveva paura di un ragno, che, ad essere onesti, spaventava anche me. Killua, nel vedermi rimanere a debita distanza sogghignò leggermente, poi prese il ragno su un dito e si avvicinò a me.

«Non. Ci. Prov-AAAAAAA» Scappai di nuovo di sotto terrorizzata, mentre sentivo che quello scemo rassicurava la bambina dicendole che era tutto ok.

«Sul serio? Dopo tutto quello che hai passato hai davvero paura di un ragnetto minuscolo?» Mi sentii sussurrare all'orecchio. Mi allontanai di scatto, ma me lo ritrovai comunque dietro.

«Dai scemo, andiamo.» 
«Vuoi portare anche lui con noi?» Chiese innocentemente riferendosi al ragno. 
«E basta Killua!» 
«Se lo dici tu...» Lasciò il mostriciattolo per terra, poi mi prese in braccio e nel giro di una manciata di secondi eravamo di nuovo al campo.

Ci affrettammo a tornare alla nostra tenda, ma appena entrammo sentimmo entrambi uno schiaffo in faccia.

«Adesso voi due mi spiegate cosa diamine vi è saltato in testa.» Bisky era arrabbiata, ma il fatto che non stesse urlando mi mise ancora più paura. 
«Noi volevamo solo stare un po' insieme...» 
«Killua, lo sai che è più piccola di te, vero?» Noi due arrossimmo violentemente, ed io intervenni: 
«M-ma che cosa vai a pensare?!? Abbiamo solo parlato...» 
«Certo. E io ho dodici anni. Kurapikaaa!» Chiamò poi. 
«Non serve mica urlare, Bisky.» Disse Kurapika che entrava sbadigliando. 
«Che cosa ti serve?» 
«Mi serve che controlli se dicono la verità.» 
«Quindi sono diventato una macchina della verità?» Chiese lui offeso. 
«Esattamente. Sbrigati.» 
«Ok, ok. Ma le domande le fai tu perché non so di cosa stiate parlando.» Nel dirlo fece comparire una catena con una palla attaccata in fondo, e la tenne ferma davanti a noi. 
«È vero che stavate solamente parlando?» Domandò gelidamente Bisky. 
«No...» Ammise Killua. 
«...Ma non è come credi! Ammetto che... si, ci siamo baciati qualche volta, ma non è successo niente!» Si sbrigò poi a precisare. 
«Sono onesti. Posso tornare a dormi- aspetta un secondo: T/N, che è successo al tuo occhio?» 
«Portavo una lente a contatto, storia lunga.» 
«È molto bello. Buona nott-» 
«Aspetta un altro attimo» Lo interruppe la nostra maestra. Kurapika sbuffò, ma non si mosse. Era evidente che era spaventato anche lui. 
«T/N, perché Hisoka era arrabbiato con Killua?» Io impallidii leggermente, poi presi un bel respiro e dissi tutto d'un fiato: 
«PerchéèmiofratelloeKilluanonglivamoltoagenio» 
«Che hai detto?» Io presi un altro respiro e ripetei, scandendo le parole.
«Perché Hisoka è mio fratello e Killua non gli va a genio.» La catena davanti a noi iniziò a dondolare lievemente, ma io non stavo mentendo. Stavo semplicemente omettendo una parte. 
«Hisoka è tuo fratello?» Chiese Gon saltando fuori da sotto il letto. Non sembrava sconvolto o altro, solo curioso. Kurapika invece ebbe una reazione molto simile a quella che aveva avuto Killua. 
«Perché però la catena dice che stai mentendo?» Io arrossii alla domanda di Bisky, che era rimasta impassibile. 
«Ecco... Killua mi stava facendo il solletico e Hisoka deve aver frainteso la situazione.» Stavolta la catena rimase immobile, e io tirai finalmente un sospiro di sollievo: il peggio era passato. 
«Bene. Kurapika, se vuoi puoi tornare a dormire.» Nemmeno il tempo che finisse la frase, che Kurapika si era fiondato fuori borbottando fra sé e sé: 
«Questo è tutto un incubo, è solo e soltanto un incubo.»

«Quanto a voi due... per stavolta la scampate, ma la prossima finite in punizione. Adesso dormite, che domani inizia fra due ore.» Killua disse che andava a cambiarsi, e Gon andò con lui.

Appena uscirono, Bisky cambiò totalmente espressione e mi chiese, con voce da ragazzina entusiasta: 
«Allora? Com'è stato?» 
«Scusami? Dopo tutta la scenata di prima, adesso mi chiedi "com'è stato"?» 
«Io sono la vostra maestra, ma sono anche tua amica e l'unica ragazza qui al campo.» 
«Ok... Comunque... è stato bellissimo! Avevi ragione tu! Però...» Cambiai di botto espressione, tornando triste e stringendo ancora di più l'immagine delle mie amiche che avevo in tasca. 
«...alla fine è successa una cosa... che ti racconto domani, perché ora non ci riesco.» Conclusi io. Perciò mi cambiai rapidamente e mi misi ad ascoltare musica nel letto per schiarirmi le idee.

La mia Moonshine (KilluaxReader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora