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T/N's pov

Tornati ai tavoli, mi sedetti di nuovo vicino a Killua, ma stavo tenendo lo sguardo basso: non mi sentivo ancora del tutto pronta a far vedere il mio occhio eterocromatico in pubblico. Il ragazzo mi alzò delicatamente il viso con due dita, per guardarmi negli occhi, mandandomi sicurezza.

«Ehi, come te lo dobbiamo far capire che non te ne devi vergognare? Il tuo occhio è bellissimo, ok? Certo, non quanto i miei, ma io sono un caso a parte.» 
«Qualcuno se la tira qui, vedo...» gli risposi lanciandogli uno sguardo di sfida. Lui sogghignando leggermente mi rispose: 
«Perché, non credi che io sia bellissimo?» 
«Non mi sembra di aver detto il contrario...» Poi mi accorsi di quello che avevo appena detto e mi ritrassi imbarazzata. Le orecchie di Killua erano leggermente più rosse del solito, ma il ghigno compiaciuto sulla sua faccia si allargò. Improvvisamente cambiò discorso, allontanandosi. E poi quella bipolare ero io!

«Quando è il tuo compleanno?» Io ci misi un po' a rispondere: ero ancora persa nei suoi bellissimi occhi, che riflettevano la luce delle stelle come se avessero un mini-universo al loro interno. 
«Terra chiama T/N. Ripeto: Terra chiama T/N.» Disse l'albino, schioccandomi le dita davanti agli occhi. 
«Si? Scusami, che hai detto?» 
«Evidentemente avevo ragione sui miei occhi... Ti ho chiesto quand'è il tuo compleanno.» 
«Il mio compleanno è il 31 Dicembre.» Nel sentirlo, fece una faccia stupita. 
«Ma... ma allora vuol dire che sono quasi di due anni più grande di te? Non mi sembri tanto piccola.» 
«Infatti io sono del tuo stesso anno, ma sono nata sette minuti prima della mezzanotte, quindi vi ho detto che sono più piccola di voi di un anno perché alla fine è come se fosse vero.» Il ragazzo fece una faccia sgomenta, poi la luce della comprensione si accese nei suoi occhi. 
«Certo che ce ne hai messo di tempo, eh?» Lo presi in giro io. 

Continuammo a parlare del più e del meno per tutta la cena, sentii anche qualche scatto proveniente da Gon, ma non ci feci caso. L'avrei minacciato di denunciarlo più tardi.

Una volta finito il pasto, ci toccò lavare i piatti. Oggi era il mio turno con... Illumi?! Di tutti proprio lui mi doveva capitare? Già era un lavoro noioso, ma con lui avrei fatto fatica a non addormentarmi.

Ci mettemmo in modo che lui lavasse e io asciugassi. Contro ogni mia aspettativa, Illumi prese la parola: 
«Quindi stai con Killua.» Aveva un tono privo di ogni emozione, e perciò spaventoso. Mi aveva sempre messo ansia quel ragazzo.
«S-si.» 
«Non era una domanda. Ma vedi, non ti illudere. Lui non ti amerà mai veramente, perché non ne è capace. Lo abbiamo addestrato perché non amasse e non ne avesse bisogno.» Sapevo che mentiva. Sapevo che lo diceva solo per darmi fastidio. Ma allora perché faceva così male? Perché mi sembrava che tutto fosse diventato freddo? Mi cadde di mano il piatto che stavo asciugando, e il rumore dei cocci rotti mi risvegliò dallo stato di trance in cui mi trovavo. Killua non mi spezzerebbe mai il cuore. Killua è capace di amare. Grazie alla mia manipolazione riparai il piatto e lo misi al suo posto, poi mi rivolsi freddamente ad Illumi: 
«Non sai quanto ti sbagli: Killua è un ragazzo dolce ed è ben capace di amare gli altri. Evidentemente, non lo conosci bene come credi.» Detto questo, lui mi passò l'ultimo piatto che asciugai e tolsi il disturbo impettita. 

Ora capivo finalmente perché Killua lo odiasse tanto, e non potevo immaginare che cosa avesse dovuto passare da piccolo. Ero caduta nel suo lavaggio del cervello nonostante sapessi bene che non potesse essere vero. Certo, non osavo ancora definire "amore" quello che c'era tra me e Killua, però... Mi voleva bene. E se uno non sa amare non sa nemmeno voler bene.

Quando entrai nella tenda, trovai Killua sveglio seduto sul letto. Prima di fare qualunque altra cosa, però, andai a controllare che Gon dormisse e gli rubai la macchinetta, uscendo dalla tenda e tirandogliela più lontano che potei. Poi rientrai dentro e sorrisi al ragazzo che mi aspettava, andando ad abbracciarlo. 
«Ho sentito un intento omicida provenire da fuori: era il tuo?» Mi sussurrò piano. 
«È... è probabile, si.» 
«E chi ne era l'oggetto?» «Ehm... Illumi. Stava dicendo cavolate sul fatto che non sei capace di amare e che non mi vuoi veramente bene. Mi stava facendo il lavaggio del cervello, ma poi mi sono ripresa e gli ho risposto a ton-ahi!» Esclamai, sentendo che qualcosa di affilato mi veniva estratto dalla spalla. 
«Quel bastardo... ti ha conficcato uno spillo nella spalla. Gliela farò pagare. È stupefacente che tu sia riuscita a ribellarti, però. Non ascoltarlo, comunque, vuole solo che io torni a casa, e per questo prova a rovinarmi la vita. Non lo ammetterebbe mai, ma è qui per questo, non per chissà quali altri motivi.» Mi lasciò un bacio sulla guancia e si staccò, tornando nel suo letto. 
«'Notte T/N.» «'Notte Kil.»





Spazio autrice

Lo so, è un capitolo molto corto, ma non avevo idee. Poi dal prossimo comincia il piano vero e proprio, quindi mi vorrei concentrare soprattutto su quello. Spero vi piaccia ♥

La mia Moonshine (KilluaxReader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora