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T/n's pov

Quando mi addormentai, sognai Tsumugi, Kumiko e Setsuko che tornavano a casa.  Erano partite la sera stessa, ma non sarebbero tornate a casa loro: sarebbero andate a stare da Giichi, che avendo casa grande le avrebbe potute ospitare. Durante il tragitto stavano chiacchierando amabilmente, quando dall'ombra comparve un uomo robusto, con i capelli bianchi e gli occhiali da sole posati sul naso adunco. Aveva sulle spalle un'enorme pipa. Dietro di lui comparvero altri due ragazzi: uno molto misterioso, portava una giacca dal collo alto che gli nascondeva il viso. L'altro era più robusto, sembrava essere saltato fuori da un film degli anni 'Ottanta. Si avvicinarono alle ragazze con fare minaccioso, per poi fermarsi a circa mezzo metro da loro. 
«Che cosa ci fanno tre ragazze da sole a camminare di notte? Cercate guai?» Tsumugi si pose davanti alle altre due. 
«Che cosa volete? Chi siete? Vi avviso: alcuni nostri amici sono Hunter.» Il ragazzo coi capelli impomatati rise. 
«Anche noi siamo Hunter. Come mai ci dovremmo spaventare?» Kumiko disse qualcosa all'orecchio alle altre due, che annuirono. 
«Vi dovreste spaventare perché ci hanno dato dei talismani in Nen. Frutto dell'evocazione. Non appena saremo in pericolo questi invieranno un messaggio a questi nostri amici, che grazie sempre a questi talismani si potranno teletrasportare da noi. E se arrivassero qui per voi sarebbe la fine. Perciò... provate a farci del male a vostro rischio e pericolo.» Sempre Kumiko, con le sue doti da attrice, aveva raccontato la balla più colossale che avessi mai sentito, ma poteva funzionare. Come piano faceva acqua da tutte le parti, però c'era una minima speranza di riuscita. Il ragazzo con la giacca lunga si rivolse all'uomo con la pipa. 
«Capo, che facciamo?» 
«Almeno ci hanno provato, no? E non mi sembrano esageratamente spaventate, per cui hanno del potenziale.» Poi, rivolgendosi alle tre, disse: 
«Voi  siete amiche di Gon e Killua, no? I loro amici sono anche nostri amici, per cui siete al sicuro. Killua  mi ha chiamato qualche ora fa per chiedermi di accompagnarvi. Ma mi sembra che non vi abbia detto nulla, vero?» 
«Per prima cosa: come facciamo ad essere sicure che voi siate chi dite di essere? E secondo: è improbabile che Killua non ci abbia detto nulla, no?» 
«È vero, non possiamo fornirvi una prova delle nostre identità, ma se ci inimicassimo quei due non ne usciremmo tanto bene. E per rispondere alla vostra seconda domanda, molto semplicemente o si è dimenticato, o voleva mettere alla prova la vostra capacità di improvvisare.» 
«Quindi, se noi ora chiamassimo o Gon o Killua e dicessimo che tre Hunter si sono presentati di fronte a noi dicendo di essere loro amici, loro confermerebbero la vostra versione, giusto?» Per risposta, il ragazzo dai capelli impomatati lanciò a Tsumugi un cellulare.
«Ho i loro contatti, chiamali pure.» La vidi scorrere lo schermo guardinga, dopodiché premette il tasto per chiamare. Nello stesso istante, fui svegliata dalla suoneria del telefono di Killua. Mi stropicciai gli occhi assonnata, mentre affianco a me Killua si alzava sbadigliando. Rispose e, con la voce assonnata, chiese: 
«Pronto Knukle, che cos-yawn-cosa vuoi a quest'ora?» Gli strappai il telefono dalle mani. 
«Tsumugi, ti prego non iniziare  ad urlare. Killua è un deficiente che vi ha fatto preoccupare, lo sappiamo. Se vuoi te lo passo, basta che non inizi a strillare.»
<No, mi basta come prova. Insultalo tu da parte nostra.> E riattaccò. Lo guardai storto, ma lui evitò il mio sguardo. 
«Allora? Che hai da dire in tua difesa?» 
«Che ho la memoria corta.» 
«Solo quando ti pare, però. Ti rendi conto di quanto si possano preoccupare tre ragazze che camminano da sole di notte a incontrare tre energumeni minacciosi? Ma che hai nel cervello?» 
«E tu come sai che sono in tre? Anzi, come sai che a chiamare dal telefono di Knukle fosse Tsumugi?» 
«Le ho sognate. E nell'esatto momento in cui hanno chiamato ha squillato il tuo telefono. Facciamo che per stavolta lasciamo perdere, va bene? Torniamo a dormire.» Annuì. Mi abbracciò e ci accoccolammo. La maggior parte dell'imbarazzo era passato, per cui riuscii ad addormentarmi in fretta. Feci dei sogni molto confusi: prima c'era Gon che faceva un balletto stupido, poi Killua si univa a lui. Dopo che Hisoka e Illumi si unirono a loro, i primi due iniziarono a scappare tenendosi la mano. Quando mi svegliai ero piuttosto confusa. Ero ancora tra le braccia dell'albino, che dormiva. Mi alzai lentamente dal letto, cercando di non svegliarlo, poi presi dei vestiti puliti e mi andai a fare una doccia. Quando uscii dormivano ancora tutti, per cui andai ad allenarmi da sola, scrivendo un messaggio a Killua. Stavolta era perfettamente leggibile. Presi in mano la mia frusta, che non usavo da un po'. Mi esercitai per circa mezz'ora, dopo non so quanti colpi su tutto il corpo e infinite gocce di sudore mi decisi ad andare a bere un bicchiere d'acqua. Poi tornai ad allenarmi. Era strano che dormissero ancora tutti, ma soprattutto che la sveglia di Kite non stesse suonando. Sospettosa, tornai verso le tende per controllare che tutto andasse bene, ma non appena entrai nella mia trova Killua, Gon, Alluka e Bisky a terra sanguinanti,  in fin di vita. Caddi in ginocchio e iniziai a piangere. Non poteva essere. Chi poteva essere capace di fare questo? Mi avvicinai ai loro corpi: non erano ancora morti. Provai con la manipolazione a chiudere le loro ferite, ma ero improvvisamente finita in stato di Zetsu. In preda al panico, andai a controllare anche la tenda di mio fratello: nessuno poteva batterlo, giusto? Subito dopo che ebbi alzato la tendina che fungeva da porta mi sorpresi: sia lui che Illumi erano in ginocchio mentre sputavano sangue. 
«Sorel-sorellina mi... mi disp-dispiac...» ed esalò l'ultimo respiro. Non riuscivo a capire.  Non aveva senso. Nessun senso. Mi avvicinai al suo corpo: non c'era battito cardiaco, non respirava. Lo abbracciai e piansi, urlai, mi dimenai. Non poteva essere reale. Il mio fratellone... il mio ragazzo... i miei migliori amici... come poteva essere accaduto? Dov'ero io quando ne avevano avuto bisogno? E poi perché non avevano urlato? Perché mi ero ritrovata in stato di Zetsu? Il nemico era ancora nei paraggi? Aveva cattive intenzioni anche nei miei confronti? Anche se non mi sarebbe dispiaciuto poterli raggiungere. Presi una  delle carte di Hisoka caduta lì vicino e me la puntai al collo, pronta a farla finita per raggiungerli, quando mi sentii bruciare la guancia. Mi ritrovai nel mio letto, di fianco a Killua vivo che mi aveva appena tirato uno schiaffo. Mi stavo puntando un pezzetto di carta irrigidito tramite il Nen contro il collo. Mi sentivo il viso umido per colpa delle lacrime, la gola bruciare per le urla. D'impeto, lasciai cadere il foglietto e abbracciai l'albino, di fianco a me. Nascosi il viso sul suo petto muscoloso, stringendolo più forte che potevo. 
«H-ho avuto pa-pa-paura di p-perderti...» La mia voce, interrotta dai singhiozzi, non riusciva ad articolare frasi di senso compiuto, sapevo solo di essere immensamente grata di vederlo in vita. Mi circondò il corpo con le sue braccia possenti, stringendomi a se.

Dopo i cinque minuti che mi ci vollero per calmarmi, Killua mi chiese che cosa fosse successo, perché avessi strillato, pianto e tentato il suicidio. Con la voce leggermente tremante, gli raccontai il mio incubo, tralasciando la parte in cui lui e Gon scappavano da mio fratello e Illumi tenendosi per mano. 
«I-io non sapevo che altro fare... non p-penso di riuscire a vivere senza di v-voi... e se avessi cercato vendetta sarei sicuramente andata incontro ad una morte l-lenta e dolorosa...» Feci una pausa per riprendere fiato, poi continuai. 
«Le cose che non capisco sono però delle altre: perché le ferite che mi sono procurata allenandomi ad utilizzare la frusta mi sono rimaste anche nella realtà? Perché il mio corpo si stava realmente suicidando? Ma soprattutto: perché mi sono trovata all'improvviso impossibilitata ad utilizzare l'aura? Fino a pochi minuti prima di trovarvi morti riuscivo tranquillamente ad utilizzarla. Per cui sospetto già una cosa...» Mi alzai in piedi e iniziai a percorrere in largo e in lungo la tenda. 
«Ma può essere? Perché ancora non mi lascia in pace? Che problemi ha?» 
«Moonshine, quale sarebbe questo tuo sospetto?» Lo guardai negli occhi: 
«Che Hansamu ancora non si sia arreso, e questo sia opera sua. Se ci pensi, i conti tornano: prima mi vuole dare in moglie a un tizio a caso, ma poi io scappo. Per vendicarsi, mi fa spaventare a morte. La possibilità di forzarmi in Zetsu l'avevo già sperimentata, per di più alcune delle azioni compiute in quella dimensione erano state replicate anche dal mio reale corpo.» 
«Frena frena frena. Che cos'è questa storia del: "Mi vuole dare in moglie ad un tizio a caso"? Non me lo avevi detto!» Mi diedi uno schiaffo in fronte. 
«Cavolo! Ieri mi sono scordata di dirtelo! Era il contenuto scritto nel foglietto, quello che mi hai chiesto. Inizialmente lo avrei voluto mandare a te, ma non abbiamo nessun linguaggio in codice. Mentre con Hisoka si. Abbiamo un alfabeto da noi inventato, e per di più un determinato modo per leggere le parole. Nel caso fosse stato intercettato sarebbe stato più sicuro che un messaggio scritto nell'alfabeto di uso comune.» Mi avvicinai di nuovo a lui e gli afferrai le spalle. 
«Killua, io... grazie. Senza di te ora starei all'altro mondo.» Mi abbracciò.
«E di che, Moonshine. Si devono proteggere le persone che si amano, giusto?» Sbarrai gli occhi. Appena si rese conto di quello che aveva detto, le sue orecchie divennero paonazze. 
«Anche io ti amo, Kil.» 





SPAZIO AUTRICE

Ciao guyzzz! Ovviamente, qual è l'orario giusto per pubblicare i capitoli? Mezzanotte passata. Spero che il capitolo vi piaccia, quello scorso era abbastanza inutile, ma in qualche modo dovevo pur inserire Alluka, no? Se il capitolo vi piace, lasciate tante belle stelline, e noi ci vediamo alla prossima, un saluto da...

BuNgEe GuM pOsSeSsEs ThE pRoPeRtIeS oF bOtH rUbBeR aNd GuM!

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La mia Moonshine (KilluaxReader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora