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Killua's pov

Alla fine si era riaddormentata. E a giudicare dal viso stava effettivamente facendo bei sogni. Sospirai nell'osservare la delicatezza dei suoi lineamenti. La presi in braccio a mo' di sposa e, facendo attenzione a non svegliarla, la portai in tenda per lasciarla a dormire. Una volta arrivato la posai delicatamente sul suo letto e feci per allontanarmi, ma qualcosa mi stava tirando leggermente il braccio: era lei. Sorrisi e mi sedetti, iniziando a carezzarle le guance. Sapevo che avrei dovuto dire a qualcuno dei suoi "sogni" perché sapevo anche che lei non l'avrebbe fatto per paura di "disturbare". A cominciare dal fratello. Passarono cinque minuti in cui svuotai la mente da tutto e da tutti, se non da lei. Stavo riflettendo su quanto fosse forte nonostante tutto ciò che aveva passato. La corrente dei miei pensieri fu interrotta da Gon che entrò in tenda. «Gon! Andresti per cortesia a chiamarmi Hisoka, per favore?» Fece una faccia terrorizzata e anche sospettosa, poi mi lanciò uno sguardo che letteralmente diceva: "ma sei scemo o sei cretino?"
«È per T/N. Ti preeeeeego.» Acconsentì, ma di malavoglia. Quando tornò aveva uno sguardo senza vita, quasi traumatizzato. Ne compresi il motivo quando vidi il clown entrare: aveva la maglietta al rovescio, i capelli spettinati e un segno violaceo sul collo. Improvvisamente rabbrividii, e mi sentii una persona orribile nei confronti di Gon. Il verde se ne andò lasciandoci soli.
«Che vuoi Killua? Ero... occupato.»
«L-lo vedo. Comunque, riguarda T/N.» Si fece di botto serio e io gli spiegai tutta la questione dell'altra dimensione e le tue esperienze, mentre continuavo ad accarezzarle la testa. Mentre gli illustravo il suo ultimo "viaggio" mi sentii malissimo per lei, non riuscivo a capire che cosa avesse fatto per meritarselo. Hisoka la guardò con sincera preoccupazione negli occhi, poi si avvicinò, si sedette e iniziò a farle le carezze sul braccio. Sul suo volto si poteva scorgere amore, quel tipo di amore che solo un fratello o una sorella sanno dare. Lo stesso tipo di amore che io davo ad Alluka.
«Killua, senti...»
«Sì?» Senza staccare lo sguardo da T/N continuò.
«Mi devi promettere che la proteggerai. Sembra forte, ma in realtà è come un bicchiere di cristallo sul bordo di una tavola: la minima scossa e potrebbe cadere. Io... per colpa mia ha passato una vita orribile, è come se un gattino indifeso si fosse trovato in mezzo ad un branco di leoni. Si è dovuta affilare gli artigli da sola. Ma non puoi nemmeno immaginare lo stato della sua mente quando sono andato ad allenarla. E... ora che è uscita da quel vuoto, dopo tutto quello che le ho fatto... non mi sembrerebbe giusto restarle vicino. Ma tu... tu per lei sei stato come la luce che ha tanto cercato, la mano tesa che aspetta da sempre. Perciò... prenditi cura di T/N.» Io ero allibito ma commosso. Commosso dal fatto che Hisoka si fosse aperto a quel punto con me. Non mi sembrava neanche lui.
«Ovviamente ciò non toglie che se la farai soffrire ti ucciderò in modo lento e doloroso.» Ora mi sembrava più lui.
«Io... sono onorato, Hisoka. Ma non uscire dalla sua vita. Lei ti vuole un mondo di bene, più di quanto credi. Ogni giorno lei combatte contro il rancore che ha all'interno di se perché l'amore che prova per te è più forte del risentimento.»
«Eh già, Hiso-Chan.» T/N aprì di scatto gli occhi e si mise seduta. Hisoka era commosso, mentre io ero stupito.
«D-da quanto stai fingendo?» La ragazza scrollò le spalle.
«Più o meno da quando hai chiesto a Gon di andare a chiamare mio fratello. Te l'avevo detto che è difficilissimo determinare se dormo o no.» Poi si rivolse al fratello.
«Fratellone, Killua ha ragione. Io ti voglio bene, tutto il bene del mondo. Senza di te sarei morta ancora da piccola, e non sarei qui. A tutti capita di sbagliare, ok?» Lo abbracciò e lui la abbracciò di rimando. Quando si staccarono lei dovette notare il segno sul collo e la maglietta, perché impallidì, poi arrossì e poi tornò di nuovo normale, assumendo un'aria di rimprovero.
«Hiso-Chan... chi ti ha fatto quel segno? Prima vieni a fare la ramanzina a me per qualcosa che non ho fatto e poi tu... non riesco nemmeno a dirlo.» Hisoka tornò a fare il suo solito sorriso che non lasciava trasparire emozioni.
«T/N cara, io sono più grande e queste cose le posso fare. Tu invece... se proprio devi non con...» Mi indicò con un cenno del mento.
«...con questo qui.» Avvampammo entrambi: lei per il troppo imbarazzo, mentre io anche in parte per la rabbia. Stavo per dirgliene quattro, ma era scomparso, lasciando al suo posto una carta del Jolly.

La mia Moonshine (KilluaxReader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora