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Killua's pov

Erano circa venti minuti che aspettavo T/n, ma lei ancora non arrivava, perciò mi sedetti. Il Sole iniziò a tramontare, e mi distrassi ad osservare le sfumature rossastre del cielo. Erano come lei. Forti e violente, ma anche estremamente dolci e delicate. Mi alzai con l'intenzione di fare una passeggiatina, quando smisi di vedere i colori: vedevo solo il buio. Sentii delle mani posate sugli occhi, e una voce melodiosa e ben conosciuta parlò vicino al mio orecchio. 
«Indovina chi sono~?» 
«Una matta?» 
«Probabil-» Feci come lei aveva fatto pochi giorni prima con me: le afferrai la mano e la catapultai a terra, immobilizzandola. La guardai negli occhi, mi erano mancati. Dopodiché la baciai. 

QUA CI METTO UN AVVISO. È SOLO UN BACIO, MA POTREBBE ESSERCI QUALCUNO A CUI DA FASTIDIO. METTO UN ANNUNCIO ANCHE ALLA FINE DI QUESTO MINI MOMENTO ♥

Appena contraccambiò, mentre faceva scorrere le sue labbra morbide sulle mie, sentii come una scossa. Timidamente, le stuzzicai il labbro inferiore per chiederle il permesso di entrare con la lingua. Lei acconsentì, ed io mi feci strada delicatamente. Iniziai ad esplorare l'interno della sua bocca, rabbrividendo dal piacere. Quando le nostre lingue si incontrarono, iniziarono una danza d'amore carica di passione e sentimento, che faceva trasparire tutte le emozioni che entrambi stavamo provando l'uno per l'altra. Quando ci staccammo per mancanza d'aria ci abbracciammo.

FINE SCENA ♥

«Mi sei mancato, Kil.» 
«Anche tu, Moonshine.» Mi alzai in piedi e le tesi la mano. Fu solo quando si tirò in piedi che notai il suo particolare ma comunque bellissimo outfit: scarpe nere con un leggero tacco, parigine bianche fino a sopra il ginocchio, minigonna nera che era intenta a riabbassarsi e una camicetta bianca a completare il tutto. Quando si accorse che la stavo osservando, avvampò e si girò di scatto. 
«Allora? Andiamo, che voglio salutare anche gli altri.» La raggiunsi e lei mi prese la mano, dopodiché ci avviammo. Un tempo non capivo come mai quando due persone stanno insieme si tengano per mano, ma quando la sentii, calda e delicata, percepii una sensazione di benessere.

Facemmo qualche passo prima che percepii un oggetto che si avvicinava al mio viso ad una velocità impressionante. Attivai la Godspeed e abbassai sia me che T/n, ma non ce ne fu bisogno: lei l'aveva già bloccato. Ci rialzammo, e, mentre si spazzolava i vestiti, parlò. «Fratellone, guarda che un semplice "Ciao!" o un "Bentornata!" bastava, eh.» 
«Nah... non mi si addicono.» Davanti a noi comparve Hisoka che la abbracciò dolcemente. Non so se mi stupì di più il fatto che Hisoka avesse abbracciato qualcuno senza secondi fini o che l'avesse fatto con dolcezza. 
«Sai, T/n-Kun...» 
«Ti ho detto che non mi devi chiamare così! "Kun" si usa per i ragazzi.» 
«E "Chan" per le ragazze, eppure tu continui a chiamarmi Hiso-Chan, per cui...» Scrollò le spalle.
«A parte gli scherzi, mi sono preoccupato molto quando ho letto il foglietto.» 
«Ti assicuro che anche io ero terrorizzata, ma per fortuna delle mie previsioni si è avverata la seconda.» 
«Già, altrimenti ora non saresti qui. Immagino che tutto il piano seguito dalle tue amiche sia opera tua, vero? Zaino invisibile compreso?» 
«Già. Ho usato tanta di quell'aura che ora sono sfinita. Ma almeno ha funzionato.» Mi sentivo fuori luogo, in più. 
«Ragazzi? Scusate se esisto. Se volete me ne vado, eh...» 
«Ok-» 
«HISOKA! Scusaci tu, se ti abbiamo escluso. Fratellone, mi metti giù?» 
«Mhhh... no.» 
«Eddaaaaaaaaaaai.» 
«No.» 
«E se ti faccio gli occhioni dolci?» 
«Non credo proprio.» 
«E se ti insulto?» 
«Vediamo che sai fare.» 
«Sei stupido, un pazzo, sei antipatico, sei strambo...»
«Mi fai proprio pena.» 
«Non provare a dire che faccio pena! Brutto imbecìl!» [Spagnolo.] 
«Ok, mi fai decisamente pena, ma è la parola più volgare che tu abbia mai detto in vita tua contro un'altra persona. Quindi me la faccio bastare.» Dopodiché, il clown psicopatico la lasciò cadere a terra e scomparve alla stessa velocità con cui era comparso. Lei sbuffò, poi si girò verso di me e sorrise sadicamente. 
«Questa cosa resta tra noi, vero Kil?» 
«S-si, sta' tranquilla. Comunque, che c'era scritto sul foglietto che hai mandato tramite le tue amiche? Che significa che hai fatto delle previsioni? Da quando ne sei in grado? Ma soprattutto: come hai fatto a rendere invisibile uno zaino?» Tornò normale, e mi rispose serenamente. 
«Alla prima ti rispondo stasera, alla terza risponde pure il sasso che stai calpestando e alla seconda ci puoi arrivare.» 
«Uff. Il Nen?» 
«La risposta della seconda è un'altra, ma la terza l'hai azzeccata!» 
«Eddai, me lo dici?» 
«E su Kil, ce la fai a rispondere! Mi era giunta voce che fossi intelligente.» 
«Sai che quando fai così sei ingestibile?» 
«A si? Se sono così ingestibile, allora... me ne vado.» Iniziò a correre offesa verso le tende, nemmeno fosse stata una bambina piccola. La inseguii raggiungendola in una manciata di secondi. La placcai a terra e sfoderai la mia più temibile arma: il SOLLETICO! (Inserire qui una risata malvagia). Ma non si era fatta cogliere impreparata: si era sfilata una scarpa e ora me la stava puntando contro. «Ok, ok. Tregua.» Ci alzammo, lei si rimise la scarpa, si risistemò ancora una volta la gonna, mi riprese per mano e ricominciammo a dirigerci verso lo spiazzo. 

La mia Moonshine (KilluaxReader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora