Mi svegliai stranamente bene, dopo quella sera non ho più parlato con Hermes, ci sono solo stati degli sguardi, tipo "come va con Percy" tutti sguardi di preoccupazione e questa cosa era strana da parte di Hermes, ma feci finta di nulla, anche perché con Percy andava a gonfie vele, mi aveva portato anche un sacco di rose, é stato molto dolce.
Oggi però mi sentivo che sarebbe andata un po' male con lui, sempre se non veniva a sapere nulla, perché oggi dovevo uscire con Hermes.
Già la famosa cena.
Andai a fare colazione come sempre e salutai Percy che cucinava per noi -Come sei stata sta sera?- mi chiese, perché la sera prima avevamo dormito insieme -Benissimo- gli sorrisi e lui mi accarezzò la schiena fino a scendere le mani sul mio fondoschiena e palparlo con forza, arrossii e lui ridacchiò -Dai Percy..- riuscii a dire solamente, lui non mi diede ascolto, bensí mi prese il labbro inferiore tra i denti e lo tirò possessivamente, appoggiai le mani sul suo petto e mugulai un po' per il dolore e un po' per il piacere, anche se non stavamo insieme, stavamo condividendo un'intimità per nulla indifferente a me -Mhm- si schiarí la voce Hermes appena messo piede in cucina con la sua solita arroganza e la bellezza che lo distingueva. Mi staccai subito da Percy imbarazzata e guardai il ragazzo aprire l'anta del frigorifero e bere dell'acqua fresca -Hermes ora preparo anche per te- disse subito Percy e lui si girò verso di noi chiudendo l'anta del frigorifero -No tranquillo fai con calma- mi guardò tutta con una strana luce negli occhi che non riuscii a capire, ritornò con gli occhi puntati su Percy e gli fece un sorriso per poi andarsene.
***
Arrivato pomeriggio bussai alla porta di Hermes sperando mi aprisse o sperando ci fosse, ma nulla, quindi aprii ed entrai nella sua camera, sentivo del rumore nel suo bagno, probabilmente si stava facendo la doccia -Hermes?- chiesi da dietro la porta, all'inizio non mi rispose nessuno, poi tutto ad una volta una volata di fumo uscì dal bagno rivelando lui con l'asciugamano alla vita e tante goccioline d'acqua che gli ricadevano sul petto dai capelli -Dimmi- disse subito e mi scansò passandomi a fianco -Ricordi che oggi dovevamo uscire vero?- gli dissi guardando ogni suo movimento -Ho già prenotato il posto- disse subito aprendo un cassetto del comodino, prese dei boxer puliti, arrossii e lui se ne accorse -Potresti...girarti?- mi sorrise -Poi se vuoi guardare per me non ce ne sono problemi, forse per il tritone sí- ridacchiò ed io lo guardai male -La finisci di chiamarlo cosí? Ma che problemi hai con lui- mi girai e lo sentii sbuffare -É solo per scherzare- disse nervoso, forse la cosa lo innervosiva, ma perché?
-E comunque non entrare mai piú in camera mia senza il mio consenso- mi girò verso di lui, trattenni il respiro quando lo vidi troppo vicino a me mezzo nudo, arretrai di poco e lo guardai nello stesso modo che stava facendo lui -Io non obbedisco a nessuno- mi guardò minaccioso -A me dovrai farlo-
-Aspetta e spera stronzo- incrociai le braccia e lui fece una smorfia di nervoso -Attenta a come parli Eva- scandí bene il mio nome per mettermi paura -Sí certo- sbuffai facendo gli occhi al cielo, ad un tratto mi prese dalla vita e mi avvicinò a lui, mi strinse di piú il fianco come per non farmi scappare e mi guardò le labbra. Con il pollice accarezzò il mio labbro inferiore e serrai i denti per il dolore -Ti sei rotta il labbro?-
-Sarà stato Percy prima..- mi staccai immediatamente da lui -Wow, oltre che un tritone é diventato anche un leone, fantastico direi- rise alla sua stessa battuta che non era per nulla divertente -Ci vediamo dopo- sbuffai e uscii da quella stanza, sperai di non dovermi preoccupare, ma sapevo che non sarebbe andata bene, qualcosa dentro me diceva che dovevo stare attenta.
***
Arrivata sera mi sentivo in ansia e non sapevo bene il perché, forse perché ho mentito di nuovo al mio ragazzo? Forse perché sarei dovuta uscire con Hermes?
E ripeto con Hermes.
Se lo dicevo non potevo crederci nemmeno io che stavo per uscirci insieme.
In tutto ciò ho optato per un vestito intero blu con il pantalone a zampa, la schiena era completamente al vento contornata solo da fili brillantinati. I capelli li avevo legati in una coda alta, mentre per il trucco, avevo messo solo un filo di mascara.
Uscii dalla mia stanza per recarmi in salotto, lo trovai già lí bello come sempre, aveva messo una camicia nera attillata e un pantalone non troppo elegante anch'esso nero -Andiamo?- lo risvegliai quando notai che era troppo concentrato al telefono e non mi aveva neanche notato, alzò lo sguardo verso di me e poi andò verso la porta senza proferire parola.Aveva prenotato in un locale molto carino che non mi sembrava molto da lui, ci sedemmo ai nostri posti e ordinammo -Posso farti un complimento?- proferí finalmente la parola, lo guardai molto fredda e lui continuó -Sai il vestito da dietro ti sta molto bene- fece un ghigno e capii a cosa si stesse riferendo -Tu non cambierai mai- sbuffai -Però sono divertente- mi strizzò un occhio -Per nulla- sbuffai e aspettammo di cenare.
***
-Dove mi stai portando, l'accordo era cenare insieme e basta- i lampioni sulla via non mi facevano vedere un granché -Ma non stressare carota- lo guardai sogghignare e feci gli occhi al cielo -Arrivati dai- guardai dal finestrino, mi aveva portata al mare -Dai esci o vuoi rimanere in macchina- disse uscendo fuori ed io lo seguii -Perché mi hai portato qua?-
-Per stare un po' da soli- scrollò le spalle ed io lo guardai confusa.
Ci sedemmo poco piú lontani dalla riva e lui si stese sulla sabbia -Vieni qui- disse riferendosi al suo braccio cosí che stessi vicino a lui, oserei dire troppo vicino -Assolutamente no, sto bene qui- sospirai e lui ridacchiò -Hai mai visto i tuoi veri genitori Hermes?- lo guardai, ero curiosa di sapere perché fosse stato adottato -No- disse serio, forse troppo serio perché poi non proferí piú parola, gli aveva dato fastidio quella domanda?
-Conoscevi Nathan?- dissi ad un tratto rompendo quel ghiaccio che si era creato, si mise a sedere e si strofinò i capelli con la mano per far cadere la sabbia -No-
-Eppure vi guardavate in modo strano- indagai -Probabilmente era geloso- sospirò -Mmh..mi puoi dire almeno come fai a conoscerti con mio fratello?- mi guardò male e sbuffò irritato -Okay d'accordo non ne vuoi parlare- roteai gli occhi e stetti in silenzio.
Dopo minuti interminabili mi guardò e proferí parola -Dovremmo andare- si alzò e mi tese la mano, sbuffai e mi alzai da sola.
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Written in the stars
RomanceEva una ragazza adottata con un forte problema di scarsa memoria, si ritroverà a dover combattere con i problemi del suo passato a casa di amici di famiglia. Ma due ragazzi metteranno a dura prova la sua memoria, riuscirà Eva a mettere insieme il pu...