39. Eva

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Toccai la porta e prima di uscire, un bambino passò di lí correndo, rideva, era felice. Sbirciai per vedere dov'era e lo vidi alla fine del corridoio, si girò verso di me e potei notare che -Apollo?- chiesi confusa, ma lui invece di rispondere mi incitò a seguirlo.
Io con un po' di titubanza lo seguii e lui continuò con il suo insopportabile ridacchiare.
Mi portò di sopra, nella parte della piscina e poi lui si tuffò dentro -AH!- mi buttai per prenderlo, ma non ci riuscii, rimasi lí per terra a guardare l'acqua che non si era mossa neanche un po' e ad un tratto da lí uscí un ragazzo, mi alzai di fretta da terra e lo analizzai da lontano -Ciao Eva- disse uscendo dall'acqua, la cosa piú strana era che non era bagnato -Chi sei?- lo guardai avvicinarsi a me -Sono Apollo- cosa cosa cosa? Lui rise di gusto e mi guardò con quei suoi occhioni verdi -Sei sorpresa vedo, qua siamo nel passato- corrugai la fronte -Nel passato? Non dovremmo essere nel futuro se sei grande?- il mio ragionamento era piú che giusto -Bella domanda Eva, ma sai nella tua mente é tutto un po' incasinato-
-I miei sogni sanno essere molto fantasiosi- mi girò attorno ed io fui imbarazzata dal suo sguardo -Sogni?- si fermò ad un tratto e mosse la testa in un dissenso -Seguimi Eva- disse improvvisamente serio.
Mi portò nella biblioteca, ormai lí avevo paura a ritornarci nei miei sogni, dopo quello che era successo con Phoebe e con il padre di Percy -Perché mi hai portato qui?-
-Vedi questa era fatta per te, questi libri sono costellazioni, pianeti, stelle, ma uno tra questi parla di te- mi indicò, indietreggiai un po', la situazione mi stava inquietando un po' -Tranquilla Eva, non ti farò nulla- ingoiai rumorosamente -E-E qual é?-
-Sarebbe troppo facile se te lo dicessi non credi? Prova a chiedere ad Antony- corrugai la fronte -Tu conosci Antony?-
-No, ma la tua mente sí-
-Tu mi leggi la mente?- domandai sconvolta -Calma, ogni ente con cui parli qui può farlo- mi sorrise e proseguí con i libri -La persona piú vicina a te potrebbe risponderti, se tu credi di sapere chi é, prova a fare il passo in avanti-
-Il passo in avanti..- ripetei riflettendo -Perché tutto questo?- i miei occhi si riempirono d'acqua e lui si avvicinò a me con serietà -Perché sei in pericolo-
-Eh allora perché non mi aiuti-
-Lo sto facendo-
-Non lo stai facendo Apollo- indurí la mascella e si allontanò da me -Non posso fare oltre di quello che sto facendo ora, mi dispiace- mi innervosii e mi avventai su di lui -Dimmi dov'è!-

Mi fermai impaurita di me stessa -Eva tutto bene?- analizzai la situazione, io sopra Eros che era caduto per terra, mentre io lo minacciavo probabilmente di sapere dove fosse il libro -S-Scusami- Hermes mi alzò di fretta da sopra Eros e mi accarezzò una spalla, io mi lasciai beare da quel contatto inaspettato, ma piacevole -Tutto bene?- chiese Hermes ad Eros e lui acconsentí -Cos'hai visto Eva?- mi chiese ed io lo guardai -Non pensare a cos'hai appena fatto, devo sapere cos'hai visto- mi guardò serio ed io provai a parlare -Apollo-
-Bene, hai visto Apollo, e cosa ti ha detto?-
-Che c'è un libro che parla di me- lui guardò Hermes e poi me -Solo questo?- mi scostai dal ragazzo dietro di me e riflettei -Ha detto che per sapere dov'è devo chiedere alla persona piú vicina a me- lui sembrò un attimo perplesso e poi si ristabilí -D'accordo, ti ha dato queste informazioni e basta?- mi chiese all'improvviso Hermes, lo guardai e abbassai la testa -Dice che sono in pericolo- guardò Eros che cambiò sguardo -Lo sapevo- disse pensieroso lui -Perché sei in pericolo Eva- mi prese dalle spalle Hermes, lo guardai spaventata -N-Non lo so, non me l'ha detto- lui sbuffò -Perché non glielo dicono e basta- disse nervoso ad Eros -Hermes stai calmo, vedrai che primo o poi glielo diranno-
-Sí certo, quando si troverà in pericolo- li guardai confusa e mi misi in mezzo a loro due -Allora? Come puoi aiutarmi? Hermes ha detto che potevi aiutarmi- lo squadrai e lui indietreggiò corrugando la fronte -Ma sei pazzo? Non é compito mio-
-Mi dispiace vederla cosí- agitò una mano Hermes -Che carino, ti preoccupi?- gli sorrisi -..no- sussurrò quasi infastidito -Va bene fai quello che vuoi Eros- aggiunse infine e si sedette sconfitto sul letto -Scusalo certe volte non sa quello che dice, però sí c'è qualcosa che posso fare per aiutarti, segnati ogni cosa che ti dicono queste persone che sogni-
-Come farebbe questo ad aiutarmi?-
-Se metti insieme i pezzi puoi capire meglio perché sei in pericolo- mi sorrise -Noi ti aiuteremo- mi abbracciò con dolcezza -Cioé io ti aiuterò- si corresse, lo guardai -Perché solo tu?-
-Perché ad Hermes non piacciono queste cose- sospirai e lo guardai -Di grande aiuto- lui mi sorrise e si alzò sovrastandomi con la sua altezza, sembravo un elfo in mezzo a due giganti -Buonanotte- disse andandosene via, incrociai le braccia -Chi glielo dice che sono ancora le sei del pomeriggio?- Eros si mise a ridere e se ne andò anche lui lasciandomi nella sua stanza da sola. Non li capirò mai. Chissà a cosa si riferiva prima Eros "non é compito mio" che voleva dire?
***
Dopo aver mangiato la cena, Percy ed io andammo nella mia camera, era piú silenzioso del solito, ma non dissi nulla, lo guardai solamente -Mi..devi dire qualcosa?- mi chiese mettendo le mani in tasca -Mmh no? Perché?- mi tolsi l'elastico che mi teneva i capelli in una coda alta -Perché mi guardi da ore senza dire nulla- inclinò la testa di lato, mi sistemai i capelli il piú possibile e lo guardai, ora era piú vicino a me -Sei silenzioso- risposi sedendomi sul letto -Sono pensieroso piú che altro-
-A cosa pensi?- tolsi le coperte per mettermi dentro il letto -A quanto cazzo sei perfetta- rimasi perplessa per un po', non mi aspettavo di certo una risposta del genere -Dai..davvero?- mi guardò con quello sguardo che mi faceva capire ogni sua voglia e ghignò -Sí- risi imbarazzata e gli chiesi se volesse dormire con me per quella notte, lui ovviamente accettò l'offerta squisita che gli avevo proposto.

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