74. Eva

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-No- ridacchiai -Vieni con me- disse ad un tratto -Dove?- chiesi confusa quando lo guardai alzarsi dal mio letto -In soffitta- se ne andò ed io lo seguii, accese le lucine che lo contornavano e accese una radiolina dove partí della musica tranquilla da ballo -La signorina Ariel mi concede questo ballo?- disse con finta aria da nobile -Mhm non so ballare- dissi timidamente -E infatti sono qui per questo-
-Oh no, ho detto che non lo faccio lo spettacolo- sbuffò e mi prese la mano portandomi il piú vicino possibile a lui, mi posò le mani sui fianchi e mi guardò negli occhi -Ora seguimi- mosse una gamba in avanti e mi schiacciò un piede -Ma Eva devi muoverti anche tu, é un semplice valzer-
-Semplice per te- borbottai e lui ridacchiò -Lo spettacolo non é Cenerentola?- acconsentii e lui rifletté -Okay aspetta qui- andò via lasciandomi lí da sola, ebbi un po' il timore di quello che avrei potuto vedere.
Ritornò dopo poco con una cassa e il telefono in mano -Okay questa é la musica giusta- mi sorrise posando telefono e cassa su una sdraio, partí la musica del ballo del film Cenerentola e lui venne verso di me -Ti hanno fatto vedere i passi?- chiese -Sí, ma non me li ricordo- mi sorrise -Okay allora ci penserò io a ricordarteli- mi prese la mano e la portò in alto -Hai mai guardato il ballo?- acconsentii -Okay quindi per prima cosa dovresti essere aggraziata, non un elefante- mi fece vedere quelle bellissime fossette -Spiritoso-
-Avanti girami attorno rimanendo la mano in alto accanto alla mia- lo feci lentamente ma non troppo, come mi aveva consigliato il professore.
-Ora giravolta- disse ad un tratto prendendo la mia mano e facendomi girare, ma presa alla sprovvista inciampicai e quasi caddi per terra, se non fosse stato per Hermes che mi prese in tempo, mi tenne dalla schiena e mi guardò negli occhi, le sue labbra quasi toccarono le mie.
Sollevò un angolo delle labbra -Dobbiamo lavorarci Cenerentola- mi mise con i piedi per terra -Mhm, sí- dissi aggiustandomi la maglia -Percy sa ballare?- domandò dopo aver chiuso la musica, si sedette sulla sdraio e cacciò fuori un pacco di sigarette -N-Non lo so, perché?- quel movimento che fece per accendere la sigaretta mi sembrò tanto attraente, e in questo momento sembravo una stupida che si era imbambolata a guardarlo, alzò lo sguardo verso di me e si tolse la sigaretta dalle labbra -Ero curioso- cacciò fuori il fumo -Comunque penso di sí-
-D'accordo, si possono ancora fare i provini per la parte del principe?- mi sedetti di fronte a lui -No, volevi candidarti?- ridacchiai -Assolutamente no, fare il principe non é per me- mi sputò il fumo in faccia, tossicchiai -Ho chiesto per Vic-
-Voleva farlo?- lui acconsentí -E sinceramente preferisco lui che a Percy-
-E come mai?- lo presi in giro -Ti deve baciare- abbassai lo sguardo -É solo recitazione-
-Per lui non saprei, se ti serve aiuto puoi sempre chiedere a me- alzai lo sguardo su di lui che mi stava già guardando ed io gli sorrisi -Bene- si alzò -Che ne dici di farci un giro?- mi tese la mano, gliela presi e mi alzai -Okay, ma il ballo?-
-Ogni giorno qui alle sei, puntuale- calcò l'ultima parola -Sei perfetta per quel ruolo carotina- mi sputò di nuovo il fumo in faccia, tossicchiai e lui rise.
Nel frattempo che mi ripresi da quella specie di nube tossica, non lo vidi piú davanti a me -Muoviti!- mi urlò dal corridoio, feci gli occhi al cielo e lo raggiunsi.
***
-Ti piace?- ascoltai la riva fare quel suo suono adorabile, eravamo arrivati al mare a piedi, avevamo fatto una passeggiata tranquilla e mi sembrava strano da parte sua.
-Sí, a te?-
-Ovvio, amo il mare- disse sedendosi sulla sabbia -Ah davvero- mi sedetti accanto a lui -Già-
-Sai ora mi stavo chiedendo cosa vorresti fare dopo esserti laureato- lui mi analizzò e sospirò -Mi piacerebbe studiare le stelle- alzai le sopracciglia sorpresa -Davvero?-
-Sembri quasi interessata- guardò la riva -Lo sono in realtà, mi piacerebbe sapere di piú di te- lui sorrise e mi guardò -Wow carotina calmati, già é tanto che ti ho detto ciò- sbuffai -Perché non ti vuoi aprire con me?-
-Non é questo, non voglio proprio parlare di me- neanche il tempo di rispondere che passò di lí un ragazzo con una ragazza che già avevo visto per casa -Hermes!- ecco appunto, il ragazzo si avvicinò a salutarlo e lui si alzò subito -Che ci fate qua- disse salutandoli -Passeggiavamo, tu vieni alla festa di sta sera?- chiese il ragazzo -Ehm..- guardò me -Penso di sí- guardò poi i due ragazzi -Devi esserci miraccomando-
-Chi é la ragazza?- chiese la ragazza sussurrando per non farsi sentire, ma la sentii comunque -Una mia amica- rispose semplicemente, e un po' mi ferí sentire quel nome "amica" -Piacere Kristian- si protese verso di me mostrandomi la mano, la guardai e poi gli sorrisi -Eva-
-Lei é la sua ragazza- la indicò Hermes -Annabeth- disse lei ed io gli sorrisi -Perché non porti anche lei con te- Hermes si irrigidí -Cosa? No-
-Dove?- mi intromisi io -Non ti riguarda- mi guardò assottigliando gli occhi -Ma non la trattare cosí cretino-
-Infatti- dissi e lui sbuffò -D'accordo, tanto so che glielo chiederà Eros, quindi perché non portarla con me- sospirò -Allora a sta sera ragazzi- ci salutò la coppia e se ne andarono.
Hermes mi guardò e mi sorrise, oggi mi stava facendo spaventare piú del solito, non l'avevo mai visto fare piú di un sorriso -Vieni, andiamoci a prendere qualcosa da mangiare- si incamminò, come non detto -Ma aspettami!-
***
Avevamo preso due pizze d'asporto e poi Hermes aveva deciso di mangiare in spiaggia, ero un po' contraria, ma alla fine ho ceduto.
-Grazie per avermela offerta, ma preferivo pagarla io- borbottai -Sta' zitta e mangia invece di lamentarti- staccò una fetta di pizza e gli diede un morso, feci gli occhi al cielo e mangiai anch'io -Quel ragazzo prima di quale festa parlava?- chiesi curiosa -Vincent ha organizzato una festa a casa sua, non sono cose che fanno per te- si staccò un'altra fetta di pizza -Vincent sarebbe quel ragazzo che ci stava provando con me?- si bloccò all'improvviso -Già- rispose poco dopo -Ci verrò- imboccai una fetta di pizza -Come vuoi- disse indifferente, eppure ho visto quel pizzico di nervoso.
Dopo aver finito di mangiare andammo a casa -Ti fa freddo?-
-Un po', ma tanto siamo quasi arrivati- scrollai le spalle e incrociai le braccia per scaldarmi -Perché non ti sei portata una giacca-
-Perché faceva caldo prima-
-Allora tieni- disse sfilandosi la sua felpa rossa -Ma no, poi fa freddo a te-
-Meglio a me che a te-
-No dai- mi diede bruscamente la felpa -Mettila e basta- sbuffai e me la misi senza fare altre parole.

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