76. Hermes

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-Nulla, proprio nulla Eva- era bellissima, veramente troppo per ogni persona che la guardava -Mi guardi come se volessi dirmi qualcosa-
-Usciamo di qui? Non ti sento bene- dissi in un momento di panico, sí alcune volte mi sentivo in ansia anch'io, perché non sapevo cosa dire o come comportarmi con lei.
Uscimmo fuori dalla casa e mi sedetti sul muretto lí davanti -Allora?- mi guardò diffidente -Non devo dirti nulla se é questo quello che ti stai chiedendo-
-Quindi fammi capire, tu ti comporti come se non te ne fregasse nulla di me, poi mi parli un giorno a caso, mi tratti bene, mi baci, fai il geloso e poi ricominci tutto dall'inizio- si bloccò a guardarmi mentre io scioccato la guardavo -Allora? Ho ragione o no?- cazzo se era bella -Hermes?- mi sventolò una mano sulla faccia -Non capisco di cosa tu stia parlando- scesi dal muretto e la raggiunsi in pochissimo tempo -Fai finta di nulla tu, ma non dovresti- alzai un angolo delle labbra -Ti sei vestita cosí bene per me?- assottigliò gli occhi e sospirò -Perché cambi discorso-
-Non hai risposto, quindi é un sí-
-É un no- si allontanò da me -Stiamo a distanza di sicurezza finché non sistemiamo questa situazione tra di noi- non potevo stargli per piú di una settimana lontano -Però le lezioni di ballo possiamo farle, ne ho bisogno entro questa domenica- si toccò il braccio a disagio -E..vedendo che siamo a martedí e tu fai ancora schifo, ti servo piú del necessario- gli feci l'occhiolino e lei mi fulminò con lo sguardo -Ah! Non ti sopporto, io entro- alzò le mani in aria e si mosse per andare via -Non da sola carotina, ti porto io da Eros- la seguii mentre lei si lamentava, ma non l'ascoltavo già da molto tempo.
Una volta trovato il gruppo di Eros la lasciai lí, anche se é stato veramente molto difficile lasciarla con quei ragazzi che se la mangiavano con gli occhi.
-Herm, eccoti qui- mi bloccò dalle spalle Viola -Ti ho cercato dovunque, dov'eri finito-
-Dove non ti riguarda-
-D'accordo eri con Eva ho capito- si sistemò i capelli -Mi conosci- scrollai le spalle e me ne andai verso la piscina -Lo sai che stai sbagliando si?- acconsentii e mi accesi una sigaretta -E devo esserlo io a ricordartelo?- buttai fuori il fumo -Viola fatti i cazzi tuoi- dissi brusco -Ah sí, poi voglio vedere come farai se..- le tappai la bocca e mi fulminò con lo sguardo -Lo so e ti ringrazio che ti preoccupi, ma non riesco a stargli lontano- sbuffai frustato -Divertiti con qualcun'altra-
-Tipo?-
-Me?- inarcai un sopracciglio sorpreso -Se serve per distrarti-
-Non ti userò Viola, non sei il mio tipo poi- ridacchiai e lei con me -Claire?-
-Il suo cagnolino é geloso-
-E intanto ci prova con tutte lui-
-Io sono educato- scoppiò a ridere -Che c'è?- domandai confuso -Sei uno spasso Herm- arricciai il labbro superiore per questo orribile nomignolo -Ei ragazzi!- ci salutò la coppia del nostro gruppo -Come va? Ho sentito che stanno facendo un gioco per vincere qualcosa- disse Annabeth curiosa -Vincere cosa?- chiesi -Ma no, non vincere amore- sbuffò Kristian -Chi vince si porterà a letto una ragazza-
-Chi?- chiese curiosa Viola ed io mi bloccai, stavo cominciando a sudare freddo -Sinceramente non saprei, ho sentito solo che ha i capelli rossi- Viola guardò d'istinto me ed io serrai i pugni -Può essere chiunque giusto?- disse Viola cercando di farmi calmare -Non ci sono molte ragazze rosse in realtà- ci pensò Annabeth -In realtà neanche una a questa festa- si guardò intorno Kristian -Oh! Una sí- esclamò la ragazza indicando, come speravo non succedesse, Eva.
Era uscita fuori e parlava con quel ragazzo di prima. Vederlo vicino a lei mi dava molto fastidio -Sí é lei, ora ricordo, parlavano di lei- mi guardò e si preoccupò quando mi vide ansante, stavo per scoppiare -Chi ha iniziato questo gioco del cazzo?- Viola mi strinse un braccio per calmarmi, ma io non riuscivo a togliere gli occhi da dosso ad Eva -Probabilmente Vincent-
-Bene- tolsi bruscamente la mano di Viola dal mio braccio e me ne andai.
La faccia di un altro amichetto se ne stava per andare.
Passai di fronte a lei che mi guardò confusa -Fermati- mi richiamò Viola, guardai Eva che si era persa a fissare me e la ragazza che mi stava parlando -La terra chiama Hermes- la guardai -Non mi interessa, perché mai deve fare tale giochi?- presi a camminare e lei di fianco a me -Ti ricordo che ci giocavi anche tu a questi giochetti- la fulminai con lo sguardo -Non ho mai vinto e poi non l'avrei fatto davvero, a meno che non ci stava anche la ragazza- sbuffò -Siete degli stronzi-
-E dimmi, come mai ora non mi ha invitato?- incrociai le braccia guardandomi intorno per captare la figura di Vincent -Sai perché? Sapeva che gli avrei spaccato la faccia sapendo che era lei la ragazza che vogliono- si mise davanti a me quando lo vidi -Hermes non voglio che tu faccia cazzate di cui ti pentiresti- mi accarezzò un braccio -Io? Si pentirà lui di avermi fatto perdere la pazienza- la sorpassai -Fa attenzione- mi gridò.
Arrivai dal gruppo che si accerchiava attorno ad un tavolo, guardai il gioco, si trattava di quel gioco della pallina che doveva saltare dentro i bicchieri, chi faceva piú punti -Mi scopo la rossa!- urlò Vincent e tutti applaudirono, ero inorridito per tutti loro -Fate schifo- borbottai, ma a quanto pare mi sentirono anche con la musica assordante.
Si girarono tutti verso di me e mi lasciarono la visuale su Vincent, che mi guardava sia pietrificato, sia con uno strano scintillio negli occhi -Chi ti scopi?- chiesi facendomi lentamente strada verso di lui tra la gente -La tua cara amichetta-
-L'hai deciso tu?-
-Ho vinto il gioco- scrollò le spalle -Ah davvero?- lui acconsentí ignaro del fatto che lo stavo prendendo in giro -E sai quanto cazzo me ne frega che hai vinto ad uno stupido gioco?- gli arrivai vicino e ci guardammo in cagnesco -Poi ti racconterò com'è andata- mi fece l'occhiolino -Non lo farai- inclinò la testa di lato -Goderà come non ha mai goduto- strinsi i pugni -Non accetterà mai lei- sogghignò -Me la prendo comunque, non c'è bisogno che accetta- ridacchiò, sospirai e gli sorrisi -Ahh okay- mi guardai attorno e poi dopo essermi accertato di non aver due cieli puntati addosso, gli tirai un pugno.

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