44. Eva

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Quel giorno era ormai lontano anni luce.
Sono passate un po' di settimane e non ci eravamo piú parlati dopo quella notte a casa sua.
Dopo qualche giorno Percy ed Hermes erano ritornati ai loro posti e quindi avrei dovuto vederlo di piú a casa.
Avevo evitato però in tutti i modi di guardarlo, se l'avessi fatto o l'avessi parlato mi sarei sentita una stupida. Quella sera ero anche scappata via per l'imbarazzo. So che magari peggioro le cose cosí, ma é piú forte di me.
Questa mattina sarei dovuta andare all'università, e avrei dovuto fare però 5 ore -Tu sapevi che oggi Natalie non c'è?- corrugai la fronte -No, maledetta non me l'ha detto- Sam scrollò le spalle e continuammo a camminare, avevo conosciuto parecchie persone lí e Natalie era una fra queste, era la mia tutor per recuperare i corsi, ma oggi a quanto pare non c'era, quindi sarei dovuta stare un'ora in biblioteca a studiare da sola -Io me ne vado a casa prima invece- mi sorrise Sam ed io la guardai male -Beata te- sbuffai -Ci vediamo dopo, io vado che é iniziato il corso- mi diede un bacio sulla guancia -A dopo- borbottai ed io entrai nella mia aula.
***
Quattro ore.
Quattro ore del corso di psicologia, e a stare ancora qui diventerò pazza.
Peccato che mi rimaneva ancora un'ora in biblioteca, avrei potuto tornarmene a casa, ma preferivo di gran lunga stare in biblioteca a leggere dei libri sulle conoscenze informatiche di base.
Sí, non la capivo minimamente, per questo Natalie mi aiutava.
Appena entrata me ne andai in giro per trovare un libro adatto all'argomento, in teoria non avrei dovuto leggere, però non fa mai male. Se ci fosse stata Natalie, mi avrebbe fatto studiare con lei, quindi o leggo o leggo.
Dopo un po' riuscii a trovare un libro carino sull'informatica di base e mi trovai il posto per leggere, quando iniziai a sfogliare già le prime tre pagine cominciò a venirmi il sonno. Finché quando per poco la mia faccia non si rovinò sul tavolo, uno zaino si posò vicino al mio braccio spaventandomi -Scusa il ritardo- la voce era quella di un ragazzo -Forse hai sbagliato persona- dissi girandomi verso di lui, sgranai gli occhi quando vidi Hermes, mentre lui si stava accomodando vicino a me, io in tutta fretta presi tutto per spostarmi da un'altra parte, mi guardò confuso ed io mi incamminai in un altro tavolo.
Perché era venuto vicino a me, lo faceva apposta?
Scrollai la testa e ricominciai a leggere, dovevo concentrarmi -Perché te ne sei andata- si sedette di nuovo vicino a me, ma non lo calcolai stavolta, lui sbuffò e mi afferrò il libro che stavo leggendo per chiuderlo e metterlo in un angolo del tavolo -Finiscila di fare cosí, dobbiamo studiare- lo guardai confusa -Sí, mi hanno assegnato a te, discorso chiuso- disse senza che io abbia proferito parola -Impossibile io ho..- mi guardò e continuò a parlare lui alzando verso di me un foglietto -Natalie Spencer, é stato annullato il suo tutor per Eva Rowen. Il suo posto lo prenderà Hermes Hover- disse e subito dopo posò il foglietto sul tavolo -Wow grandioso- borbottai -Senti non mi fa impazzire nemmeno a me, questo é il terzo giorno che vengo all'università e già mi assegnano una persona da fare come tutor- sospirò -E sei tu- aggiunse -Ti crea qualche problema?-
-A quanto pare a te sí- girò la frittata -Preferisco studiare da sola che con te- sbuffai innervosita -Voglio proprio vedere, muoviti e studiamo, non fare la bambina- socchiusi gli occhi e gli diedi uno schiaffo, glielo diedi cosí forte che probabilmente si era sentito in tutta la biblioteca, lui mi guardò scioccato e per un momento mi sentii anche in colpa, ma avrei continuato la mia scena da finta dura quale non ero, mi alzai e me ne andai via, il mio piano di studio era fallito miseramente. Non solo lo vedevo a casa, adesso ci mancava anche lo studio insieme, avrei dovuto sistemare anche questo.
Ritornai a casa e me ne andai da Percy -Amore allora ti ho preparato da mangiare e sta sera andiamo in discoteca con i miei amici-
-Cosa..?- domandai confusa appendendo il giubbotto -Sí, ci divertiamo un po' dai e poi sta sera stiamo insieme fino a quando vuoi, va bene?- mi disse avvicinandosi in modo provocante verso di me, mi prese dai fianchi e mi avvicinò a lui -Mi piaci da morire cazzo- sussurrò accarezzandomi i capelli, lo guardai e gli sorrisi -Ora mangiamo- mi baciò e poi si staccò da me per andare a tavola, lo seguii e mangiammo del pollo arrosto.
***
-Dobbiamo prendere anche Eros, io ti aspetto qui, piccola tu vai a chiamarlo- acconsentii ed entrai dentro casa, salii di sopra e bussai ad Eros, mi urlò da dentro che fra poco sarebbe uscito dalla stanza e aspettai fuori, nel frattempo di lí qualcuno salí, ovviamente non poteva essere che Hermes. Cercai di non guardarlo e farmi vedere completamente disinteressata, non che lui mi interessasse.
Mi passò affianco senza dire nulla ed entrò in camera sua come se nulla fosse, sentii un rumore tipo di chiavi e poi uscí fuori, aveva preso le chiavi e due caschi per la moto, dove stava andando? E con chi?
Ovvio che a me non interessasse, ma se me lo sarei ritrovata in discoteca? Oh no anche lí no.
Ma il mio istinto diceva di sí.
Mi passò di nuovo affianco, e questa volta dandomi una spallata leggermente forte -Stronzo- sussurrai appena e sbuffai -Cosa?- disse, mi girai verso di lui e gli sorrisi -Tranquillo- guardai la porta e pregai che Eros si muovesse -Parla la santarellina, che fino a qualche giorno fa ha provato a baciarmi- sgranai gli occhi e mi guardai intorno nella speranza che nessuno avesse sentito -Sta' zitto- mi avvicinai a lui -Se no?- socchiusi gli occhi per il nervoso e poi sospirai -Ti odio- sentivo di dover piangere, ma il mio orgoglio diceva di no, non volevo dargli questa soddisfazione -Possiamo andare- disse Eros uscendo dalla camera -Perfetto- dissi facendomi strada tra Hermes e le scale e me ne andai fuori.

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