87. Eva

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-AHHH- l'acqua gelida che mi tirò addosso Hermes la sentii subito.
Negli occhi di quel ragazzino avevo visto Percy e quello che mi aveva fatto -Ma che cavolo fai!-
-Non sapevo come svegliarti- si giustificò, io mi alzai da terra e mi strizzai i capelli -Che hai visto? Tutto okay?-
-Mio padre mi aveva detto "non fidarti di nessuno", ed io mi sono fidata proprio della persona sbagliata- mi incamminai al piano di sotto per uscire in giardino e dirigermi a casa di Percy -Che fai aspetta-
-Lasciami stare Hermes, sono stata usata, mentita, ignorata e tanti altri aggettivi che mi distruggerebbero l'anima per colpa sua- cominciai a piangere dal nervoso e di lí a poco mi sarebbe venuto anche un attacco di panico.
Tirai dei pugni alla porta e subito dopo Percy mi aprí. Mi guardò confuso, una ragazza con i capelli bagnati mentre é nervosa e piange, con il bodyguard alle proprie spalle, é davvero spaventoso. Ma dalla sua faccia non preoccupata mi fece intendere che questo giorno già se lo aspettava -Vuoi entrare?- chiese lui guardandomi da capo a piedi -Lei non va da nessuna parte-
-Puoi entrare anche tu Hover se vuoi- Hermes lo guardò diffidente e poi si guardò dietro -Ti sto vicino- mi sussurrò ed io acconsentii entrando dentro casa.
-Volete qualcosa da bere?- la sua spensieratezza mi distruggeva, come poteva parlarmi cosí sapendo di avermi fatto una cosa del genere?
-Non voglio proprio nulla dalla persona che mi ha violentata piú volte- a quel punto lui si fermò con il braccio a mezz'aria per prendere un bicchiere, ritornò dritto con la schiena rivolta a me, sospirò -Che hai detto?- e ancora non mi guardava -Ha detto che l'hai violentata piú volte, hai qualcosa da dire in tua discolpa?- e finalmente si girò verso di me, uno sguardo di ghiaccio e con un ghigno per nulla amichevole mi guardò -Ma quando? Intendi dire qualche giorno fa oppure anni fa- si accarezzò il mento per pensarci sú -T-Tu sei un mostro!- la voce mi tremava non sapevo che fare -No no, sono solo un uomo e noi facciamo cosí, vero Hermes?- gli sorrise come se fossero amici da una vita, guardai Hermes che stava trattenendo la rabbia, i pugni che stava tenendo chiusi gli vidi diventare viola -Perché l'hai fatto! Dimmi perché!-
-Calma tutto ha il suo tempo-
-Perché questa collana allora, ti odio non la voglio piú!- con un gesto di pura rabbia e delusione mi strappai dal collo la collana da lui ragalatami -Quella collana era sua..?- guardai Hermes che mi guardava la mano e notai un cipiglio di confusione nel suo sguardo -La riconosci vero?- Hermes guardò Percy con uno sguardo che non seppi decifrare. Ad un tratto un applauso improvviso si fece strada alle nostre spalle e una risata angosciante mi arrivò alle orecchie, sentii i nervi di Hermes bloccarsi sul posto -Che bella scenetta- quella voce...era lui, Hank -Era da tanto che non ridevo cosí- arrivò di fronte a noi e si posizionò vicino a Percy -Bravo figliolo- io lo sapevo già, ma quando guardai Hermes vicino a me il suo sguardo si spense, un misto di nebbia e agitazione, dolore e sofferenza -Ciao Herm- inclinò la testa -Sei suo figlio Percy?- la voce di Hermes arrivò in un sussurro strozzato -Sei geloso?- curvò un angolo della bocca ed Hermes all'improvviso stette zitto.
Geloso di cosa?
Quest'uomo che doveva essere il mio patrigno, era molto grande, i capelli grigi tendente sul bianco molto sfatti mi faceva intendere che non aveva cura del suo aspetto, per non parlare del modo sfatto di com'era vestito -Ciao anche a te Eva-
-Non nominarla, non devi nemmeno guardarla- si mise davanti a me Hermes ed io inarcai un sopracciglio, questi due si conoscono?
-Aw che carino, ma sei veramente patetico-
-Dovresti essere in carcere- ringhiò a denti stretti -Dovrei, e quella patetica di Christin non é riuscita neanche a trovarmi- all'improvviso il mio cuore si riempí d'acqua, non era andata via per un viaggio di lavoro, ma a cercare lui -Hai raccontato la bellissima storiella ad Eva, Hermes?- lui non fiatò -No? Non l'hai fatto?- ridacchiò -L'ho vista nei miei sogni la mia bellissima storiella- mi intromisi -Ancora con questi sogni? Tu sei solo pazza come tua madre-
-Non osare nominare Grace, e lei non era pazza, tu ce l'hai fatta diventare- ringhiò Hermes sempre davanti a me, non capivo come lui facesse a sapere tutte queste cose -Mio caro, penso che stiamo confondendo Eva, tu non credi?- si girò per sbirciare il mio sguardo e sospirò -Perché sei qui-
-Lo sai perfettamente-
-Non te la darò mai se é lei che vuoi, anche a costo della mia vita- sussurrò per non farsi sentire, ma avevo capito molto bene -Percy figliolo prendila tu-
-Stai fermo, l'ultima volta ti ho spaccato la faccia, lo rifaccio se voglio-
-L'ultima volta non mi sono difeso per far pensare male ad Eva di te- ghignò -Ora posso farti molto male, e non solo fisicamente- inclinò la testa per guardarmi -Sai che non me ne frega proprio un cazzo? Sei della sua stessa razza, fai schifo- gli arrivò dritto in faccia -Perché tu Hermes? Tu sei un santo?-
-Vaffanculo- lo spintonò e lui rise, lo prese dal collo e lo sbatté al muro.
Ho visto tante volte Hermes fare il culo a Percy, ma ora lui non sembrava piú lo stesso, sembrava piú cattivo e molto più forte di come si era mostrato -Ho passato anni ad essere il miglior figlio per Hank e..- lo interruppe Hermes -Perché? Guarda come ti tratta, come uno schiavo- sussurrò -Finitela- li ammonní Hank -Sei diventata molto bella Eva- mi guardò da capo a piedi -Non ti avvicinare a lei!- urlò Hermes e Percy gli sferrò un pugno in pieno viso e un altro nelle costole, io rimasi paralizzata dov'ero, non riuscivo a muovere neanche un singolo muscolo -Sai qual é la storia divertente?- feci di no con la testa quando lo vidi avvicinarsi lentamente a me -Hermes é mio figlio lo sapevi?-

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