62. Eva

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Il sole bacia i belli si dice..
Quel mattino baciava il viso di Hermes.
Eravamo rimasti fuori per tutta la notte a guardare le stelle e a non parlare.
Io sdraiata su una sdraio e lui sull'altra messo di lato per guardarmi -Il sole bacia i belli- sorrido e lui corruga la fronte -Mi hai appena fatto un complimento carotina?- mi accorsi solo ora di avergli fatto capire che per me é bello -Mi sono sbagliata-
-Hai ragione, perché l'unica persona tra noi due che dovrebbe essere baciata dal sole sei tu- roteai gli occhi -Finiscila- lo sentii alzarsi e mettersi di fronte a me -Non voglio farti nulla- disse prima di mettersi sopra di me, mise i gomiti ai lati del mio viso per non schiacciarmi -C-Che fai- balbettai chiudendo gli occhi -Lasciati andare per una volta, sei cosí rigida-
-Per te é normale questa posizione, per me un po' meno messaggero- lo guardai negli occhi e mi fece un ghigno -Con te é piú bella questa posizione- arrossii e cercai di trovare una posizione piú comoda -Carotina non muoverti mi fai morire cosí-
-Senti ti ci sei messo tu a morire sopra di me, non te l'ho chiesto io- lo feci scoppiare a ridere ed io sorrisi -Hai un bellissimo sorriso Hermes- rimase fermo a fissarmi con quelle fossette che avrei voluto baciare ogni momento.
Si sporse verso di me e cominciò a baciarmi mettendo la sua mano al lato del mio collo per invogliarmi a sciogliermi. Io ci provai davvero, ma sono sempre stata un tronco, perché il contatto fisico non mi era mai piaciuto e non ne capivo il motivo.
Mi guardò preoccupato negli occhi per capire cosa mi prendeva -Non vuoi baciarmi?- quando non risposi subito si allarmò all'istante -Scusami non avrei dovuto, non ti ho chiesto neanche se volessi..- disse mentre provò ad alzarsi, io a quel punto lo presi dal colletto e lo rimisi sopra di me -Sta' zitto, non ti ho risposto- sospirai -Vorrei baciarti Hermes, ma non riesco a sciogliermi- ci pensò su e poi mi guardò -Magari..- disse e poi cominciò a darmi baci languidi sul collo, sulla mascella, poi su un punto per me sensibile al lobo dell'orecchio. Si sollevò di poco e tolse il plaid che mi copriva -Ti copro io ora- sussurrò roco continuando a scendere con i baci, mentre io mi beavo di questa tortura lui alzò la mia maglia e baciò la mia pelle, un punto un po' piú sotto dell'ombelico mi fece uscire un gemito che non ero riuscita a trattenere. A quanto pare ne fu grato e cominciò a leccare quel punto salendo piú sú verso il mio seno, e io non potevo pregare di averne di piú di quel contatto cosí proibito. Ritornò con gli occhi puntati nei miei e persi un battito, per una volta mi buttai io a baciarlo, sí mi lasciai andare. Lasciai vagare le mani in mezzo ai suoi capelli e lui si fece scappare un gemito di approvazione, affondò le sue mani nei miei fianchi e me li strinse con fare possessivo -Perdonami- sussurrò roco baciandomi ogni lembo di pelle che stava andando già a fuoco -Hermes..- sussurrai con quel poco di lucidità che mi era rimasta, lui si bloccò all'istante e mi guardò dal basso -N-Non dovremmo- balbettai in cerca d'aria, quegli occhi cosí gelidi per un momento li vidi prendere fuoco.
Allineò il suo viso al mio e inclinò di poco la testa -Perché?-
-Perché..- cercai di pensare ad una scusa, solo per nascondergli che in realtà lo volevo da morire, ma avevo paura di fare qualcosa di cui magari mi sarei pentita -Ho capito, non vuoi farlo con me perché hai paura di essere usata e bla bla bla- ingoiai rumorosamente e non dissi nulla -Bene- si alzò innervosito, mi sistemò addosso il plaid e mi guardò -Sappi che se davvero mi descrivi cosí puoi pensare ciò che vuoi, ma con te non é lo stesso- disse prima di andarsene e sbattere la porta.
Maledetta me che non gli ho detto nulla. Ahimé almeno l'ho fermato prima che vedesse le mie scarse capacità a letto, infatti non per questo non avevo mai fatto una cosa del genere. Anche se un po' mi imbarazzava dire di essere ancora vergine e quindi facevo prima a non dire nulla e a far pensare alla gente quello che voleva.
***
La testa andava a fuoco per quanto mi girava.
Non ricordavo molto del resto della serata dopo che Hermes se ne era andato nervoso.
Era come se una parte non me la ricordavo piú. Il ché era strano.
Mi alzai faticosamente dal mio letto e scesi di sotto a fare colazione -Buongiorno cara, dormito bene per questo nuovo anno?- acconsentii anche se stavo mentendo -Percy fagli la colazione dai- gli picchiettò la spalla Leon e se ne andò lasciandoci da soli -Tutto bene?- mi squadrò non appena fummo da soli -É tutto okay, e tu?-
-Non me la bevo, sei strana-
-É tutto okay davvero Percy- lo tranquillizzai un po' confusa, da quando eravamo ritornati a parlare cosí?
-D'accordo- mise la tazza di latte sul tavolo e si mise seduto di fronte a me -Ancora la porti-
-Perché dovrei cacciarla-
-Infatti..- sussurrò analizzando il mio collo e ringraziai l'arrivo di Eros -Come va ragazzi?- chiese bevendosi un caffé -Bene- rispondemmo all'unisono, ad un tratto entrò in cucina Apollo seguito da Hermes ed io alla vista di quest'ultimo mi bloccai, entrò come se nulla fosse solo con i boxer mostrando il suo fascino -Ieri sera ti cercavo, dov'eri andata?- guardai Percy -Ehm ero in camera, perché?-
-Ho visto, ma non c'eri-
-Ma sono cazzi tuoi?- sbottò Hermes facendoci balzare tutti -Era solo curioso Hermes- gli diede una pacca alla spalla Eros -Poi se fosse per me, vorrei sapere anch'io dov'era finita la mia ragazza- aggiunse e vidi Hermes indurire la mascella -Infatti Hermes- borbottai dandogli fastidio -Eros però..forse non ti ha informato Percy- guardai il ragazzo che si alzò -Ma non stiamo piú insieme noi due- lui rimase un po' scioccato ed io mi alzai avvicinandomi ad Hermes, lui mi guardò diffidente -Ti sei decisa a lasciarlo allora- borbottò giocherellando con una tazzina -Non ho intenzione di parlarti, quindi spostati che devo poggiare la tazza nel lavabo- lui lo fece con mia sorpresa -Peccato che tu mi abbia appena parlato carotina- lo squadrai malissimo -Tu mi stai davvero rivolgendo la parola dopo..- mi tappò la bocca prima che potessi continuare a parlare -Andiamo di sopra, ciao ragazzi- liquidò i fratelli che nel frattempo ci stavano ascoltando confusi.

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