-Percy..- sussurrai e riaprii gli occhi -Non sono Percy- mi tolsi subito dalle gambe di mio padre -Papà..che spavento-
-Sono uno spettro beh..-
-Non fa ridere, che ci fai qui?-
-Non vuoi sapere nient'altro?-
-Sí certo, ma te ne vai sempre nei momenti meno opportuni- sbuffai e lui rise -É vero, quindi fai veloce-
-Perché ho la sensazione che tutti quelli che mi circondano sappiano ogni cosa?- lui aggrottò la fronte insicuro se rispondermi o meno -Eva..probabile che lo sanno, ma che non te lo dicano per mantenerti al sicuro-
-Okay e va bene, ma se sanno che ho questo problema, sapranno anche che lo scoprirò, che senso ha farmelo sapere cosí? Non me lo possono dire direttamente loro?-
-Hai fatto un ragionamento piú che giusto Eva, ma probabilmente vorranno che tu lo scopra secondo i tuoi tempi-
-Perché fa cosí, paura?- lo guardai e lo analizzai -É inquietante-
-Bene, prossima domanda, perché non posso dire di avere questo problema a nessuno?-
-Perché ti prenderebbero per pazza?-
-Cosí non mi aiuti papà-
-Non puoi mai sapere con chi parli Eva, certe informazioni é meglio tenersele per sé-
-Mmh..chi era quel bambino? Quello della mia visione, me l'hai fatto vedere tu no?- acconsentí e guardò il vuoto -Non sono tenuto a dirtelo, però lo potrai capire tu stessa nelle visioni- sbuffai -Non mi dovevi rispondere a tutto?-
-Non é cosí che funziona-
-D'accordo non so nulla del mondo degli spiriti- feci gli occhi al cielo e ad un tratto sentii una mano scostarmi i capelli dal collo -Eva..-
-Percy..- sgranai gli occhi -Oddio Percy- mi alzai subito dalle sue gambe e mi guardai attorno, nessuno si era accorto di nulla -Ti eri solo poggiata, tu ti sei poggiata- si giustificò -Poggiata? Sono svenuta-
-Svenuta? Sei stata tre secondi- aggrottai la fronte, era stato cosí veloce parlare con papà?
-Oh..sí hai ragione, ehm vado in cucina- dissi imbarazzata e me ne andai subito dal divano, speravo non fossi sembrata tanto strana.
***
Sapete quando avete sognato sempre una cosa, fin quando non ve la trovate di fronte?
Beh proprio di fronte a me c'erano dei pattini a rotelle bianchi.
Da piccola ho sempre sognato di voler pattinare, ma nel mio paese non c'erano mai posti dove pattinare sul ghiaccio. Christin era una pattinatrice bravissima e lo é ancora, infatti é stata lei a farmi appassionare.
-Ti abbiamo preso dei pattini a rotelle perché cosí li puoi usare quando vuoi no?- mi sorrise Mark, quasi mi veniva da piangere -Grazie ragazzi- andai ad abbracciare i miei fratelli, io però a differenza loro non gli avevo fatto nulla e questo mi faceva sentire in colpa. Io non sapevo proprio cosa piacesse a loro, anzi non me lo ricordavo.
-Tranquilla ci basta che tu sia qui..- rispose Antony quando capí cosa non andava -Ho dei cioccolatini se li volete- feci un sorriso imbarazzato e loro risero -Sono bellissimi Eva- si intromise Sam -Lo so- risposi tutta contenta.
***
Il resto della serata passò in tutta calma senza nessun intoppo e finalmente mi trovai in camera per dormire, ero veramente troppo stanca e troppo sazia.
Quando sollevai la coperta del letto alzai lo sguardo verso il mio comodino e notai una cosa, una bustina blu, aggrottai la fronte e la presi. Me la rigirai tra le mani e poi decisi di aprirla, ma mentre l'aprivo vicino a dove c'era prima la bustina, c'era un foglietto, quindi decisi prima di leggere quello."Sono stato un coglione e per questo mi odio. Non volevo di certo che le cose andassero cosí, quindi con questo regalo vorrei almeno poter ritornare amici come prima. Se la metterai vorrà dire che tu hai accettato, se no sappi che ti voglio bene Eva..
P
Sgranai gli occhi a quelle parole, mi aveva fatto un regalo per farsi tipo scusare?
Non ci potevo credere, mi sedetti sul letto e aprii finalmente quel regalo, all'interno c'era una collana con un ciondolo a forma di luna.
Metterla o non metterla?
Questo era il dilemma.
Se l'avessi messa l'avrei perdonato e se non la mettevo l'avrei allontanato.
Il mio cuore diceva di metterla e la mia testa pure.
Nessuno avrebbe saputo chi me l'avesse regalata, tranne lui.
Con un po' di mal di testa me ne andai a dormire.-Guarda quella stella, brilla tanto- aprii gli occhi e girai la testa verso mio padre sdraiato accanto a me -Oddio sei venuto a trovarmi due volte, record!- si girò verso di me con una faccia fin troppo seria, quasi mi spaventai -Cosa sai delle stelle Eva?- la mia faccia dapprima impaurita divenne stupita, perché quella domanda, ma poi non dovevo essere io a fare domande?
-Ehm..un bel niente papà, so solo che a te piacevano- sospirò leggermente -Che cosa sai piú di me?-
-Oltre questo so che scrivevi libri sempre sulle stelle, poi...non ricordo-
-Capisco- lo guardai confusa, non stavo capendo dove volesse arrivare -Tutto ciò che ricordi non sono io Eva, ma Hank, il compagno di tua madre- mi guardò e scrollò le spalle -Come potevi conoscermi se non mi hai mai conosciuto?- all'improvviso mi aprí la mente, era vero.
-M-Mi dispiace non ci avevo pensato..-
-Anche l'acqua Eva, ti piace perché lui ti ha imparato ad amarla, ti ha messo delle cose in testa- mi analizzò attentamente -Che vuoi dire?-
-Ti hanno parlato un po' di persone di quel libro che parla di te vero? Devi trovarlo prima che io ti faccia vedere tutta la storia, non tutto é come sembra- svaní via senza darmi il tempo di rispondere ed io mi svegliai alla luce del mattino.
Effettivamente mi avevano detto di questo libro, avevo anche cercato, ma nulla di ché, parlavano solo di stelle.
Ad un tratto però mi venne in mente una cosa, ogni persona con cui ho parlato nella mia mente, mi aveva detto che tutti i libri parlavano di me e ora mio padre mi ha detto che solo un libro parlava di me, cioé non ha specificato, però ha detto quel libro.
E quindi avrei cercato quel libro.
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Written in the stars
RomantizmEva una ragazza adottata con un forte problema di scarsa memoria, si ritroverà a dover combattere con i problemi del suo passato a casa di amici di famiglia. Ma due ragazzi metteranno a dura prova la sua memoria, riuscirà Eva a mettere insieme il pu...