49. Eva

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Mi svegliai all'improvviso come se qualcuno mi avesse spaventato -Scusa non volevo svegliarti- mi disse Hermes mortificato, mi stropicciai gli occhi e lo guardai meglio -Faccio subito cosí puoi tornare a dormire- disse dandomi le spalle, aveva solo un asciugamano che gli copriva dalla vita in giú, probabilmente era appena uscito dalla doccia -Tranquillo non mi dai fastidio, anche perché é la tua stanza- presi l'elastico che avevo al polso e mi legai i capelli in un tuppo -E chissà perché non ti do fastidio- si girò verso di me e i miei occhi caddero sul suo addome muscoloso, rimasi come ipnotizzata a quelle goccioline che contornavano il suo corpo, certo mi piaceva quello che vedevo, ma non l'avrei mai detto a lui -Ci sei?- mi chiese e notai solo ora che si era avvicinato di piú a me -Sí scusa- farfugliai imbarazzata, forse mi aveva visto che lo guardavo come una scema o forse si divertiva solo a farmi arrossire, mi alzai dal letto -Io dovrei cambiarmi carotina-
-Sí perdonami ora vado-
-Ma se vuoi rimanere puoi farlo eh, dipende se vuoi vedermi nudo o no- mi sorrise ed io arrossii ancora di piú -Me ne sto andando- risposi solamente e me ne andai verso la porta -Ah Eva, ma tu oggi devi andare all'università?- andò verso il suo specchio e si sistemò i capelli -Sí é l'ultimo giorno, perché?-
-Vuoi accompagnata?- mi guardò attraverso lo specchio -Oh no, posso andare a piedi tranquillo-
-Meno male, non volevo accompagnare nessuno, ho chiesto solo per educazione-
-Sei uno stronzo- si girò verso di me ridacchiando -Ora vai o se no farai tardi- praticamente mi cacciò dalla stanza e mi chiuse la porta in faccia, sbuffai e me ne andai nella mia.
***
Dopo essermi cambiata uscii per andare all'università. Da casa degli Hover a lí ci avrei messo un po', ma mi piaceva camminare.
Una volta arrivata all'università mi avvicinai a Sam che stava parlando con Natalie -Ciao ragazze- gli sorrisi -Hey Eva, ti dovevo avvisare che..- non la feci parlare e risposi io al suo posto -Non sei piú tu il mio tutor, lo so purtroppo- corrugò la fronte -É Hermes Hover- spalancò gli occhi -Quel ragazzo é un dio greco- si morse il labbro al pensiero -Letteralmente- commentò Sam ridendo -Beata te- aggiunse Natalie -Lui va dietro ad Eva-
-Smettila non é vero- diedi una pacca sulla spalla a Sam -Allora é il contrario- arrossii -Assolutamente no-
-Io impazzirei se uno come lui mi venisse dietro- disse Natalie con occhi sognanti -Eva ma..che hai qui- mi indicò il collo, cercai di non farmi vedere in ansia e dissi una mezza verità -Sai Percy..- farfugliai e lei acconsentí facendomi l'occhiolino.
Ad un tratto si sentí un rombo di una moto e tutti ci girammo verso essa, guardai il ragazzo e capii che era Hermes, si tolse il casco e sorrise alla ragazza che avevo appena notato vicino a lui -Quant'é bello- commentò Natalie, Sam fú d'accordo con lei -Ehy che tu stai con suo fratello- ridacchiò -Sí, ma sono belli entrambi- io sbuffai e continuai a guardarlo senza degnare alle ragazze della mia presenza -Che hai?- mi chiese Sam, ma io non gli risposi, ero ipnotizzata a guardare Viola ed Hermes, sembravano piú che amici, e dopo aver scoperto che erano stati anche a letto insieme, ero un po' titubante nel pensare che non si volessero -Eva andiamo- mi prese da un braccio Sam risvegliandomi dal mio stato di trans, non capivo però perché mi desse cosí fastidio vederli insieme, era una strana sensazione.
Dopo che avevo provato a baciarlo, ho pensato piú volte il motivo del perché l'ho provato a fare, ma non lo so.
Dopo questa storia di Percy, é tutto un po' complicato, infatti qualche minuto fa l'avevo visto passarmi davanti in cucina, ma non mi aveva visto o semplicemente mi stava evitando. Ed era meglio cosí, non ero ancora pronta per affrontarlo.
***
Dopo aver passato le due ore di psicologia ero sfinita e mi ero recata ad una macchinetta lí vicino per prendermi un caffé. Infilai le monete e aspettai che fú pronto, me lo presi e mi girai -Carotina-
-Ah!- sobbalzai facendo attenzione a non far cadere il caffé per terra, lui si mise a ridere e si avvicinò alla macchinetta -A te piace proprio farmi spaventare deficiente- sbuffai e bevvi il mio caffé -Sí- si girò verso di me con il suo bicchierino, lo guardai meglio e corrugai la fronte -Che c'è- disse lui bevendo tutto in un solo sorso -Che hai fatto all'occhio- buttò il bicchierino nella spazzatura lí affianco e mi guardò -Te ne sei accorta ora?-
-Sí?-
-Carotina sei strana- mise le mani in tasca -Comunque ho litigato con una persona- scrollò le spalle come se nulla fosse -Ah sí una cosa di tutti i giorni per te- dissi ironicamente -Esatto bambina- feci gli occhi al cielo -Ora vado, ci vediamo a casa bambina- mi diede una spallata -Finiscila di chiamarmi bambina-
-No- disse sparendo in una stanza subito dopo, sospirai, perché prima doveva comportarsi bene e poi si comportava da perfetto stronzo.
***
Finita la giornata mi dovetti recare in biblioteca per studiare con Hermes, ma prima salutai le mie amiche -Eva sta sera c'è una festa alla villa degli Hover lo sapevi?- sgranai gli occhi -No-
-Ci saremo anche noi, dopo ci vediamo allora- mi disse Natalie e se ne andarono lasciandomi lí scioccata, entrai dentro la biblioteca e notai Hermes già seduto che si leggeva un libro, mi sedetti vicino e lui chiuse il libro -Fai sempre cosí ritardo?-
-Ti lamenti sempre per tutto?- dissi togliendo le cose dal mio zaino -Posso anche farmi cambiare se continui cosí-
-Sarebbe un sogno- gli sorrisi e lui sogghignò scuotendo la testa -Mi piace quando cerchi di fare la tosta, ma in realtà non lo sei bambina- senza volerlo arrossii e girai la testa verso le mie cose, come se nascondessi qualcosa in questo modo -Allora studiamo o no?- acconsentii, allora lui prese il libro che stava leggendo poco prima e prese un foglio dal mio quaderno -Sai della festa a casa tua?- presi quel tempo di silenzio per rispondere ai miei dubbi e lui si bloccò a guardarmi -Cosa?-
-Qualcuno ha organizzato una festa a casa tua- lui sembrò chiudersi nei suoi pensieri -Forse sarà stato Eros?-
-Può darsi- rispose lui cominciando a scrivere delle cose sul foglio.

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