46. Eva

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Adesso dove mi trovavo?
In ospedale.
Che ci facevo lí?
Tutto era buio, solo una piccola luce filtrava da una stanza, andai verso la luce e sbirciai.
Due signori tenevano in braccio una bambina e quella bambina sembravo io.
Loro mi guardarono ed io indietreggiai spaventata, ma la signora mi fece segno di entrare -La bambina é in gran forma- corrugai la fronte, non c'era nessuno che aveva parlato, ma ad un tratto qualcuno mi oltrepassò come se fossi un fantasma.
Era un dottore, loro stavano guardando il dottore -Sta benissimo e si svilupperà benissimo- loro sorrisero all'idea che io sarei stata una bambina come tutte le altre.
All'improvviso la stanza girò e con lei anch'io ritrovandomi di nuovo in ospedale nella stessa stanza -La bambina sta bene non si preoccupi, state attenta però a questi lividi- analizzai la me un po' piú grande questa volta, aveva uno sguardo malinconico e le braccia magrissime, la me ragazzina ad un tratto mi guardò e cominciò ad urlare fortissimo facendomi male alle orecchie. Lo sguardo mi si appannò e quando riaprii gli occhi mi trovai da un'altra parte, nel mio letto di casa -Signora cosa gli avete dato?-
-Nulla, ma fa cosí da sta notte, urla senza un motivo- ero giusto un po' cresciuta, mia madre mi teneva ferma ed io urlavo e mi muovevo nel mio letto -Dice di vedere delle cose, ma tutte bugie- disse quello che penso sia mio padre -Che cosa signore?-
-Nulla potete andarvene, non servite a nulla voi qui, questa bambina deve capire che se si comporta cosí non verrà premiata- alzò la mano destra e con tutta la forza che aveva mi arrivò uno schiaffo.

Mi svegliai in preda ad un attacco di panico e respirai piano, mi guardai intorno sbattendo le ciglia piú volte, ma quando misi bene a fuoco, non ero nella mia stanza.
Qualcuno vicino a me si mosse e spaventata mi allontanai un po' senza cadere dal letto, aprí i suoi occhi verdi e mi sorrise -Buongiorno- disse con una voce assonnata -Che ci faccio qui-
-Ti ho visto molto spaventata ieri, quindi ti ho fatto rimanere con me- si alzò dal letto -Si sono litigati ieri e ho preferito farti stare con me- sbuffò -Perdonami se ho dormito con te, ma stavo un po' scomodo per terra, non ho fatto nulla eh- si toccò la nuca con una mano in un gesto imbarazzato -Tranquillo..- abbassai lo sguardo -Eros perché quella ragazza faceva cosí? Come fa poi a conoscermi-
-Non te lo so dire Eva..ma era l'ex di Hermes-
-Ora é piú ragionevole la cosa, ma perché sono stati cosí cattivi?-
-Eva non sono tutti buoni in questo mondo sai? L'ha fatto apposta dovevo immaginarlo- sospirò -Io..non ricordo esattamente..- prima di parlare, senza nessun controllo la mia testa guardò in alto e la mia mente viaggiò nel tempo, mi portò a ieri.

-Io la voglio? E anche se fosse? Non gli farei mai tradire una persona che ama-
-Sempre se non l'ha già fatto con quello che ho sentito, siete stati insieme da qualche parte-
-Non stare a sentire ad ogni cazzata che ti dicono, sei veramente un credulone se credi a quella puttana- il ricciolino si alzò ma l'altro ragazzo lo rimise seduto -Io credo a tutti tranne che a te-
-Allora credi ad Eva- lui si girò verso di me e abbassò la testa -Non lo faresti mai vero?- mi chiese ed io come una vigliacca non seppi rispondere e scappai via, a seguirmi infatti furono Kendall ed Eros -Visto Percy? Evidentemente ti ha tradito- si intromise Claire -Sta' zitta tu- si alzò allora Hermes, faceva paura a tutti lí, ma a lei poco -Come vuoi Hermes, ma non puoi negare l'evidenza-
-Ti uccido- sbraitò ad un tratto Percy -Fallo avanti- lo sfidò lui -Non lo faccio, preferisco farti male in un altro modo- disse e uscí da quella stanza in un modo cosí serio che non avevo mai visto da parte di Percy. Notai lo sguardo di Hermes che era confuso, d'altronde lo sarei stata anch'io -Sta attento- gli disse Viola posandogli un bacio sulla guancia, lui sembrò dargli fastidio, ma non fece nulla.

-Svegliati!- caddi per terra, avevo freddo molto freddo -E-Eros..- sussurrai e lui corse subito da me -Cazzo sei congelata- disse e subito mi coprí con una coperta, mi alzò e mi prese in braccio -Scendiamo giú, fa piú caldo- cercò di reggermi per non farmi cadere per le scale e mi posò sul divano -Accendo il camino, che cos'hai visto?- mi chiese preoccupato -Quello che é successo ieri, Eros dimmi, che cosa sono queste visioni?- sospirò e prese dei legni per accendere il fuoco -Eva ricordi cosa ti ha detto Apollo nel sogno? Chiedi a qualcuno che ti é molto vicino, io non lo sono di certo- mi guardò e si sedette vicino a me -Lo so, ma non ho mai la possibilità di parlarci con Mark, non so neanche come contattarlo- scrollai le spalle afflitta -E Antony?-
-Anche-
-Tu non hai un telefono?- mi chiese -Sí, ma posso solo chiamare Christin-
-Come mai?-
-Non lo so, lei dice che non si fida di dare il mio numero agli altri- scrollai le spalle -Mmh non capisco-
-Nemmeno io-
-Come ti senti ora?- mi chiese gentilmente -Bene grazie, dovrei andare all'università oggi, ma non so se me la sento, il mio nuovo tutor é Hermes- sospirai guardando il fuoco -Hermes é ritornato?-
-Già-
-Comunque é meglio se stai a casa, io non sarò qui, ma comunque almeno ti riposi- mi accarezzò una mano -Dove vai?-
-All'università Eva, comunque ti consiglio anche di parlare con Percy, quando te la sentirai- si alzò dal divano -Lui stamattina lavora, magari oggi pomeriggio potresti parlargli o stasera-
-D'accordo, grazie- gli sorrisi, lui ricambiò e salí di sopra.
Quindi mi toccava stare qui affianco al fuoco, magari mi sarei vista anche un film, ma con il calore del fuoco mi misi di nuovo a dormire.

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