Prologo

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Faceva davvero freddo, non avevo nulla addosso ed ero impaurita, l'unico ricordo di quella sera fu la faccia di un ragazzo, penso qualcuno di importante.
Correvo in fretta prima che il mostro mi venisse a prendere, lo sapevo che era dietro di me.
Inciampai ad una pozzanghera e sbattei la testa contro un sasso là vicino, vidi tutto sfocato e ad un tratto una sagoma femminile mi vide e si piegò verso di me per prendermi, era preoccupata dall'espressione che aveva assunto, c'era anche un'altra persona e ci stava parlando.
Ero incosciente e non stavo capendo nulla, vedevo solo immagini sfocate, e poi vidi l'ambulanza, mi misero sopra un lettino e mi portarono all'ospedale.
Nel lungo tragitto non sentii nulla, solo i miei pensieri e una voce assordante nell'orecchio che mi ricordava che non ero ancora salva.
Le luci dell'ospedale non erano utili alla mia vista leggermente diminuita, ma riuscii ad intravedere due ragazzini della mia età al mio fianco e poi vidi il viso familiare di qualcuno che mi terrorizzava da morire e poi nero, il vuoto assoluto mi circondava. Stavo per morire?

Nonostante fossimo in autunno stavo sentendo davvero caldo in quel momento.
Non riuscivo a capire quasi nulla, riuscivo ad intravedere solo due persone davanti a me scioccate -Amore ascoltami- faceva il ragazzo accanto a me mentre mi toccava una spalla, penso si trattasse del mio ragazzo o dovrei dire ex.

-Ti prego mi fai preoccupare cosí- mi disse prendendomi da un braccio, lo spinsi con la poca forza che mi ritrovavo e me ne andai da quella stanza, la testa ad un tratto era davvero pesante, non mi sorprendeva se fossi caduta a terra.

Nonostante me ne fossi "scappata" lo sentivo seguirmi -Cosa vuoi Nathan?- chiesi riuscendo a malapena a trattenere le lacrime che pregavano di uscire -Ti amo io e...-
-Basta ho sentito già una cazzata- dissi prendendo la valigia per prendere tutte le mie cose -Ti prego quello che hai visto...insomma non é quello che pensi-
-Sicuramente non eri tu a stare sopra quella "ragazza"- dissi ironica andando di nuovo nella stanza del "delitto".

Aprii l'armadio e presi tutte le mie magliette -Ma che fai te ne vuoi andare da casa nostra?- mi girai verso di lui in modo sorpreso -Non si é capito?- mi rigirai e mi soffermai sulla ragazza distesa ancora nel letto imbarazzata -Ma lei chi é- corrugai la fronte, lei aprí la bocca per rispondere, ma la zittii con un gesto della mano -Non mi interessa, fai schifo, sei un porco- dissi disgustata, chiusi la valigia e me ne tornai in salotto -Sappi che non volevo tutto questo..- disse ormai sconfitto -Ah sí davvero? E allora perché l'hai fatto?- dissi sul punto di scoppiare a piangere -Perché avevo bisogno di altre esperienze-
-Allora mi lasciavi, questa non é una giustificazione..io ti amavo davvero, avevamo promesso che non ci saremmo fatti del male a vicenda e tu l'hai fatto- dissi quasi sul punto di piangere -Anch'io, lo so..- lo fermai con un cenno della mano prima che proseguisse, ne avevo abbastanza di stare lí con lui in quella casa.
Lo guardai, il suo sguardo rattristato posava per terra, penso pentito per quello che aveva fatto, ma l'aveva fatto.
Lo guardai come se mi avesse appena accoltellato e gli tirai uno schiaffo -Ma..- disse appena, gli diedi un ultimo sguardo disgustata e me ne uscii da quella casa.

Sarei andata dove mi avevano salvata, l'unico posto di cui mi potevo fidare ciecamente, non so neanche il motivo del perché fossi scappata con lui...
Solo un ricordo mi frullava in testa, la voce di un signore "Signora la ragazza potrebbe aver avuto un trauma cranico. La ragazza in questi giorni prendeva farmaci per la memoria, per dimenticare? La ragazza potrebbe scordarsi facilmente le cose d'ora in poi...dovrete tenerla d'occhio, starà bene"

AUTRICE
Non vedevo l'ora di scrivere di nuovo.
E quindi eccomi qua con un nuovo libro da mostrarvi. Spero vi piaccia :)

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