Il mio fratellastro mi doveva decisamente un grosso, grossissimo favore. Susan non smetteva di inondarmi di entusiasmo mentre mi raccontava del precedente viaggio a Miami con mio padre. Di tanto in tanto annuivo, ma in realtà non la seguivo più da almeno cinque minuti. Mi girava sempre di più la testa, martoriata da continui e imbarazzanti flash back di ciò che avevo combinato la sera prima.
Avevo fatto sesso sulla spiaggia con un dottorando di Harvard, tutto muscoli e cervello. Uno sportivone dai capelli scuri e dalla carnagione abbronzata, con qualche bellissimo tratto orientale. Matt, se non ricordavo male. Un tipo che assomigliava per indole al mio bel fratellastro: affascinante, intelligente e soprattutto molto stronzo.
Inoltre era il migliore amico del proprietario della villa dove aveva avuto luogo la festa a bordo piscina. Io e Micky c'eravamo presentate già abbastanza su di giri e l'esotico morettone non aveva perso tempo a trascinarmi in spiaggia poco dopo il mio arrivo.
Si, ero fatta così. Praticavo sesso occasionale. Molti mi davano della poco di buono, ma a me piaceva. Almeno sul momento. Tutto quel contatto così fisico, profondo e istintivo, leniva, anche se per poco, quel vuoto insopportabile che mi accompagnava da più di sedici anni. In quei momenti mi sentivo viva e desiderata in modo viscerale. Qualcosa che assomigliava al sentirsi amata. O almeno così credevo. Chiariamoci, non ero mai stata una povera illusa. Sapevo benissimo che i miei partner occasionali non mi amavano. Così come io non mi innamoravo mai di loro e non mi aspettavo mazzi di fiori il giorno dopo.
Tuttavia quando non si degnavano di inviare nemmeno un misero messaggio di apprezzamento sull'incontro ravvicinato oppure non volevano ripetere l'esperienza senza impegno, ci rimanevo inevitabilmente male. Avrei tanto voluto essere in grado di non provare quel senso di umiliazione misto a vergogna e delusione. Ma non ci ero mai riuscita. E così, il giorno seguente mi sentivo sempre uno schifo, nonostante la mia amica Micky continuava a ripetermi che loro non contavano niente.
In preda a quei pensieri, d'un tratto la stanza aveva ricominciato a girarmi intorno mentre il ricordo della voce di "faccia da sushi" prese a turbinarmi nella mente.
«Gabrielle lasciami il tuo numero. Domani devo tornare a Boston, ma possiamo ripetere il match una sera al mio ritorno, se ti va.»
Wow, una proposta davvero romantica! I ricordi riapparvero tutti all'improvviso. Rammentai distintamente la paura dell'attesa che si era fatta strada nel mio petto, ancora prima di riallacciarmi il reggiseno. La mia mente aveva rifiutato categoricamente di passare l'intera settimana successiva ad aspettare un messaggio che probabilmente non sarebbe mai arrivato. Così avevo preso in mano il suo cellulare, avevo salvato un numero sbagliato sotto Gabi. Dopodiché mi ero rivestita in fretta ed ero corsa a cercare Micky.
«Ci vediamo Matt, grazie dei tre orgasmi.»
Mentii con gran disinvoltura. Faccia da sushi non mi aveva fatto raggiungere il paradiso neanche una volta, ma io avevo urlato come un'aquila tutto il tempo giusto per renderlo più focoso e irruento. Farli sentire come una pornostar era quello che più li mandava fuori di testa. E più erano gasati, più io mi sentivo desiderata.
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La mia piccola tempesta
ChickLit[COMPLETA] 🔞Contenuti sessuali espliciti🔞 Gabi ha sviluppato una personalità auto-sabotante, vivendo allo sbando tra un'esperienza estrema e l'altra con la speranza che qualcuno si accorga di lei. Nate, il suo nuovo fratellastro, un affascinante g...