25. Ritorno a casa

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«Ehi dormigliona, sveglia! Dobbiamo fare una commissione per mia mamma prima di partire»

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«Ehi dormigliona, sveglia! Dobbiamo fare una commissione per mia mamma prima di partire»

Aveva il volto così rilassato, le labbra erano tornate piene e colorite rispetto a due settimane prima. La vidi contorcersi in un broncio sensuale mentre borbottava qualcosa.

Le avevo preparato un piattino con una tazzina di cappuccino e mezzo brownie avvolto in un tovagliolo.

«Non tentare di addolcirmi facendomi consumare un'altro pasto a letto Nathan Walsh. Rimane comunque il fatto che è sabato mattina presto e tu non sei nudo qui sotto le coperte.»

«Gabs , sono le nove e mezza e ho promesso a mia mamma che saremmo arrivati per pranzo.»

Sospirò rassegnata.

«Ok, ok. Mi alzo...»

Ero entusiasta per la festa a sorpresa che io e mia mamma avevamo organizzato nelle settimane precedenti. Gabi non sospettava nulla, ma dovevo ancora ritirare il regalo da parte di Susan.

Mi ero offerto di sceglirlo personalmente per conto di mia mamma, in modo da limitare i danni. Non che mia madre non avesse buon gusto, ma sapevo che Gabi in quel momento non si sentiva molto a suo agio con il proprio corpo e volevo quindi evitarle ogni motivo di imbarazzo.

Quella serata doveva essere perfetta.

Ad ogni modo, non fu difficile nasconderle quale fosse la famosa commissione. Non si accorse nemmeno che ci eravamo fermati. Quella piccola tempesta si era addormentata dietro i suoi occhiali da sole con la testa appoggiata al finestrino, ancora prima di uscire dal garage del mio grattacielo.

Andavamo a letto sempre relativamente presto in modo da garantire le canoniche otto ore di sonno, tempo dedicato al sesso escluso ovviamente. Nonostante i passi da gigante che aveva fatto nell'ultima settimana, il suo fisico risentiva ancora della cattiva nutrizione dei mesi precedenti. La notte prima, l'avevo sentita rigirarsi nervosamente nel letto più di una volta, forse in preda all'agitazione per il nostro rientro a Mountouk.

Dormì infatti per buona parte del viaggio. Si sveglió solo una volta arrivati a South Hampton e incolló il naso al finestrino come un bimba.

«Dio, quanto mi sono mancate queste spiagge.»

«Anche a me.»

Mi guardò con aria interrogativa.

«Non tornavo a casa spesso mentre eri a Rhode Island. Non era la stessa cosa senza di te.»

Abbassò lo sguardo dispiaciuta.

«Dici che Susan non ha notato nulla di strano?»

«Credo di sì, Gabs. Quando sono arrivato Monatouk e non ti ho trovato ho fatto un gran casino.»

Intuendo a cosa mi riferissi, mi accarezzò le nocche della mano posta sul volante, dove c'era ancora qualche cicatrice.

«Ma non ti preoccupare, non credo che abbia associato a te la cosa. Mi avrebbe tempestato di domande. Almeno credo...»

La mia piccola tempestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora