18. Non sparire

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Mi trattenni a colazione con loro per sentire i racconti degli ultimi due giorni a Cancun, quando il telefono vibrò e sullo schermo apparve il nome di Micky

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Mi trattenni a colazione con loro per sentire i racconti degli ultimi due giorni a Cancun, quando il telefono vibrò e sullo schermo apparve il nome di Micky.

Accettai la chiamata senza tuttavia pronunciare una parola.

«Ehi, stronzetta, come stai? Scusami se sono sparita, ma dovevo sistemare un po' di casini dei miei e poi ho visto da Instagram che siete stati in Messico. Non volevo farti spendere i soldi in roaming. Avrai un casino di cose da raccontarmi, immagino. Ci vediamo oggi?»

Rimasi spiazzata per qualche istante. Non aveva senso che si comportasse come se nulla fosse successo, ma forse si stava solo sforzando. Forse aveva solo avuto bisogno di un po' di tempo per prendere le distanze da quello che era successo la sera della tempesta. In ogni caso, ero davvero felice che avesse prevalso la nostra amicizia.

«Ehi, Micky, sì. Direi che ci sono tante cose di cui dobbiamo parlare. Oggi devo studiare tutto il giorno, però, se vuoi dopo cena possiamo vederci.

«Ok! Mi passi a prendere tu?»

Passai a prenderla alle nove in punto e andammo a bere un cocktail al BloodyMary.

Non avevo detto nulla a Nate perché non volevo che si innervosisse. Volevo prima capire come mai Micky era sparita.

Appena ci sedemmo al nostro solito tavolo, iniziò a parlare lei, senza grossi preamboli. Dritta al punto, in perfetto stile Michaeliano.

«Mi spiace, Gabs, se non ci siamo sentite dopo quella sera, ma ero davvero imbarazzata e non sapevo davvero come comportarmi. Forse abbiamo esagerato questa volta. Spero davvero che questo non cambi nulla nella nostra amicizia. Spero tu possa perdonarmi.»

«Dio, Micky, non sai quanto desiderassi sentirti dire queste parole. È lo stesso anche per me. Credo anche io che ci siamo spinte troppo oltre. Intendiamoci, è stata una serata incredibile. Un'esperienza unica oltre ogni immaginazione, ma non voglio che questo genere di cose incrinino il nostro rapporto. Mi sei mancata troppo. E non devi scusarti di nulla. Anzi, sono io che devo chiederti scusa per quella mattina. Non è stato carino quello che abbiamo fatto io e Nate.»

«Oh beh, quello... Sai, Gabs, se devo essere sincera, non è stato molto bello svegliarmi da sola e trovarti appartata in un'altra stanza, a farti montare da tuo fratello come se dovessi nasconderti da me. Mi hai fatto sentire davvero di troppo. Potevi anche dirmelo che volevi stare da sola con lui.»

«Mi spiace, Micky. Ma ci sono tante cose che devo spiegarti su me e Nate.»

Un sorriso malizioso le illuminò il volto.

«Pensi che non mi sia accorta che tra di voi è scattato qualcosa mentre facevamo sesso? La verità è che mi sono sentita di troppo tantissime volte nel corso della serata. Forse dovevo andarmene prima...»

«No, Micky, non dirlo neanche per scherzo. È stata una serata speciale e senza di te non sarebbe successo nulla...»

Ero così felice di raccontare a Micky tutto quello che era successo, con tanto di racconti dettagliati. Percepivo che lei era davvero felice per me e che non mi stava giudicando, nonostante sapessi che non amava molto Nate.

La mia piccola tempestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora