Trascorsi i mesi successivi come un automa. Lavoravo circa dieci ore al giorno in ufficio, dopo di che mi portavo a casa il lavoro per continuare a non pensare, finché non crollavo a letto.
Avevo acquisito la casa editrice dopo che l'editore che l'aveva fondata mi aveva proposto di comprare in blocco le sue quote per godermi senza pensieri gli ultimi decenni della sua vita. Ma invece di comportarmi come una amministratore delegato, espletate tutte le mie responsabilità, mi riducevo a fare i lavori più basilari pur di tenere la testa impegnata.
Un week end ero arrivato al punto di correggermi da solo la bozza di un manoscritto. Qualcuno dei miei dipendenti apprezzava questo mio atteggiamento trasversale mentre altri erano abbastanza imbarazzati, ma non mi importava di ledere la mia autorità. La mia priorità era non pensare a quello avevo perso.
Fare il lavoro di editor, segretarie e correttori di bozze era sempre meglio che uscire con i miei amici Aidan o Luke e trovarmi a dover schivare le avance di qualche donna a caccia di scapoli. Ed io, nonostante non fossi nato nel privilegio, venivo percepito tale con il risultato di essere come una carta moschicida per tutte le arrampicatrici sociali.
All'inizio la mia rabbia verso Gabi mi aveva portato ad approfittare di questa situazione. Avevo flirtato più di una volta in qualche club dando corda a qualche avvenente giovane donna dell'alta società, e un paio di volte avevo anche accettato l'invito a "salire a bere qualcosa" da loro. Ma entrambe le volte mi ero limitato a fare davvero solo quello.
Ogni volta che ero in procinto di entrare in intimità con qualcuna, la mia rabbia passava ad un livello successivo. Non sopportavo l'idea di passare i miei sabati sera a scopare delle sconosciute, quando mi ero immaginato una vita totalmente diversa. Se non fosse stato per tutti i suoi stupidi errori, in quei momenti avrei potuto essere al SunnyT con Gabi a fare l'amore davanti al camino che lei stessa aveva progettato o a godermi una tazza di caffè davanti al fuoco nella nostra terrazza. In quegli attimi iniziavo a pensare a lei ossessivamente e con un rancore che a volte mi spaventava. Così prima di diventare troppo scontroso con quelle malcapitate, mi inventavo una scusa e me ne tornavo a casa prima che loro potessero strapparmi i pantaloni di dosso.
Inevitabilmente smisi anche di uscire con i miei amici, salvo qualche cena tranquilla di tanto in tanto.
Non ero nemmeno più andato a trovare mia madre per paura di incontrarla.
Sapevo di averla delusa oltre ogni limite. Alla fine era andata proprio come temeva. Avevo distrutto la serenità della sua nuova famiglia. Non se lo meritava. Ma aveva compreso che non sarei più tornato a Montauk. Così quella povera donna si era fatta forza e aveva superato la paura di viaggiare da sola. Un mercoledì al mese prendeva il treno a mi raggiungeva in città, la portavo fuori a pranzo e a fare shopping. Quando non poteva invece ci incontravamo per un brunch a South Hampton la domenica mattina.
Guardai fuori dalla vetrata nel mio ufficio. Stava iniziando a nevicare e dalle postazioni di lavoro regnava il silenzio. Tutto il personale era sceso al piano di sotto per il party natalizio aziendale. Chiamai mia mamma prima di scendere anche io.
STAI LEGGENDO
La mia piccola tempesta
Genç Kız Edebiyatı[COMPLETA] 🔞Contenuti sessuali espliciti🔞 Gabi ha sviluppato una personalità auto-sabotante, vivendo allo sbando tra un'esperienza estrema e l'altra con la speranza che qualcuno si accorga di lei. Nate, il suo nuovo fratellastro, un affascinante g...