• Prologo •

2.6K 69 36
                                    





Christopher’s pov



Mi rigiro nel letto portando il cuscino sulla testa, emetto un gemito di frustazione quando sento Pegaso graffiare alla porta, lo richiamo dicendogli di stare fermo ma lui continua. Scalcio via le coperte per poi alzarmi, mi passo una mano sul viso mentre apro la porta, abbasso lo sguardo sulla palla di pelo che mi prende una mano in bocca e mi trascina al piano di sotto, lo seguo confuso. Si ferma davanti la porta e la indica con il muso, la apro pensando debba uscire ma lui si siede, sbadiglio richiudendo l’asse di legno《Bello è troppo presto per uscire.》gli dico per poi andare in cucina, alzo lo sguardo sull’orologio appeso al muro, sono le quattro e mezza di notte.

Struscio i piedi fino ad arrivare vicino al frigorifero, prendo la mia bottiglia d’acqua e ne bevo un po’ mentre osservo Pegaso lamentarsi.

Metto la bottiglia a posto per poi uscire dalla stanza, accarezzo la palla di pelo e me ne torno in camera mia, sto per chiudere la porta ma mi sento tirare per i pantaloni del pigiama《Che diavolo ti prende ?》domando confuso ed infastidito, visto l’orario, mi trascina davanti la camera di Artemide.

Corrugo la fronte, che si senta poco bene ?

Guardo la palla di pelo pensando perché si trovi fuori dalla camera di mia sorella, ricordo perfettamente che quando siamo andati a dormire era con lei.


Con una zampa graffia contro la porta, abbasso la maniglia lasciandolo entrare, mi passo una mano sugli occhi mentre avanzo anche io, si ferma al centro della stanza, sposto lo sguardo sul letto, è disfatto ma di mia sorella non c’è traccia.

Mi avvicino alla finestra per vedere se ha deciso di arrampicarsi di nuovo sull’albero ma è chiusa e sull’arbusto non c’è nessuno, confuso esco dalla stanza, busso contro la porta del bagno e quando non ricevo risposta la apro, la luce è spenta e dentro non c’è nessuno. Torno nella sua stanza, mi avvicino al letto spostando le coperte, quando non trovo niente mi dirigo verso l’armadio, apro con poca grazia le ante in legno.

Sento il cuore perdere un battito.

I suoi vestiti sono spariti, ci sono solamente alcuni vestiti estivi.

Esco in corridoio accendendo tutte le luci busso alle porte dei miei fratelli per poi andare in camera mia per prendere il telefono《Cazzo.》dico a denti stretti 《Nicholas ! Michael !》li richiamo con i loro nomi interi sperando non siano troppi assonnati per capire che si tratta di una cosa seria.

Non ci chiamiamo mai per il nostro nome completo, usiamo sempre i nostri diminutivo, tranne quando si tratta di qualcosa di serio.




Sento le porte delle loro camere aprirsi, mi dirigo verso di loro《Artemide, datemi un telefono.》entrambi mi guardano confusi e assonnati《Che diavolo stai blaterando, cosa c’entra Artemide ?》domanda Nik per poi sbadigliare《È scomparsa, non ci sono più i suoi vestiti nell’armadio.》dico, l’espressione assonnata suoi loro visi lascia spazio ad un’espressione preoccupata e confusa《Datemi un cazzo di telefono.》dico passandomi una mano fra i capelli, Nicholas va a prendere il suo telefono mentre Mik entra in camera di nostra sorella, apre tutti i cassetti frugando al loro interno nella speranza di trovare qualcosa, appena ho il telefono la chiamo, poso una mano su un fianco mentre aspetto che risponda《È inutile chiamarla. Il suo telefono è qui.》mi giro verso Michael ritrovandolo con il telefono di Mide in mano《Chiama Ares.》interviene Nicholas.


Cerco il suo numero sulla rubrica per poi chiamarlo, uno, due, tre, quattro squilli《Dov’è mia sorella ?》domando senza dargli tempo di parlare, lo sento sbadigliare《Ma di che stai parlando ?》domanda con voce impastata《Non è a casa, i suoi vestiti sono scomparsi e il suo telefono è qui.》《Stiamo arrivando.》dice per poi riattaccare.

FearlessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora