21 • Casa •

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Ares’ pov

Scendo dalla moto e mi tolgo il casco, controllo l’orario sul telefono, tra meno di mezz’ora ho appuntamento con Michael per andare a prendere le armi. Busso alla porta in legno e poi infilo le mani nelle tasche dei jeans aspettando che qualcuno venga ad aprire, do un’occhiata al cielo, è limpido, non c’è neanche una nuvola, giro di scatto la testa quando sento la porta aprirsi. Vedo una testa mora e l’avvolgo subito tra le braccia respirando il profumo di casa che emana《Che ci fai qui Ares ?》domanda accarezzandomi la schiena per poi staccarsi dall’abbraccio《Devo parlare con papà.》faccio una smorfia quando pronuncio l’ultima parola, è colpa sua se Artemide sta vivendo tutti da capo, è colpa sua se lei ora non è al mio fianco.

Mia madre mi guarda preoccupata ma poi si fa da parte e mi lascia passare, entro in casa e i miei occhi non possono fare a meno di cadere sulla porta della cantina, sento un brivido percorrermi la schiena ma mi costringo ad andare avanti, entro in salotto dove sono sicuro di trovarlo ed eccolo qui, seduto comodamente sul suo divano da migliaia di euro mentre guarda la televisione ancor più costosa.

Da piccolo non lo capivo ma ora tutto questo mi fa schifo.

I soldi che ha non li ha guadagnati solamente con il lavoro ma anche con i giri come quello con Josh.

Mi fermo sullo stipite della porta aspettando che si accorga della mia presenza e non ci vuole molto prima che accada, prende un sorso del liquore che ha nel bicchiere per poi parlare《Cos’è che vuoi ?》domanda scocciato《La mia ragazza.》rispondo stringendo una mano a pugno《Rivoglio indietro la mia ragazza.》sento il cuore battere irregolarmente, chiamarla così davanti a tutti mi fa impazzire.

I suoi occhi freddi si posano su di me, vedo la figura di mia madre affiancarmi, sospiro per poi farle segno di rimanere ferma lì dov’è mentre io mi avvicino all’uomo seduto sul divano che ora si sta alzando《Sta bene dov’è.》sento una mano formicolarmi, il posto in qui l’ha mandata è il peggiore di tutti《Cos’è che vuoi ?》domando cercando di mantenere la calma《Che tu non faccia rovinare l’immagine della famiglia.》la calma con cui risponde mi si insidia sotto la pelle facendomi rabbrividire. Lui non sa che Artemide è la cosa più bella che mi sia capitata, lei può solo migliorare la mia vita.

《Farò tutto ciò che vorrai.》inizio, con la coda dell’occhio vedo mia madre fare un passo in avanti ma con un gesto della mano le faccio segno di fermarsi, la vedo posarsi una mano sul petto mentre ci guarda ansiosa《Tutto ciò che voglio eh ?》dice sorridendo, mi mordo l’interno guancia per non dargli un cazzotto in faccia.《Sì, ma lasciala in pace.》rispondo《Ti prego.》mi inginocchierei se è questo quello che desidera, non ho alcun problema ad inginocchiarmi davanti a colui che non si può definire uomo per lei.

Ucciderei per lei se me lo chiedesse.

《Bene.》trattengo il respiro sapendo che è la fine di un capitolo ma l’inizio di un altro altrettanto orribile.





《Ci tengo alla mia pelle.》guardo il moro al mio fianco che si guarda attorno poco convinto《Puoi stare tranquillo, nessuno toccherà la tua pelle.》rispondo svoltando l’angolo, i lampioni funzionano ad intermittenza, l’intonaco dei muri è rovinato, molte case sono abbandonate e qualcuno ci vive dentro abusivamente. Mi appoggio ad un muretto controllando Michael, ha le mani infilate nelle tasche dei pantaloni della tuta ma i suoi muscoli sono tesi, segno che è pronto ad ogni evenienza, corrugo la fronte quando inizia a canticchiare sotto voce, alzo gli occhi al cielo riconoscendo la canzone, è una delle canzoni di Taylor Swift. A quanto ho capito cantare lo calma.

《Sei sicuro che quelli non ci piantino un proiettile in fronte prima del previsto ?》domanda guardandomi alla mia destra, volto la testa vedendo due uomini vestiti di nero avvicinarsi《Potrebbero non fare in tempo.》sussurro per poi avvicinarmi a lui e passargli la pistola in modo tale che loro non la vedano, gli faccio segno di nasconderla sotto la giacca e lui annuisce eseguendo ciò che ho detto.《Miller.》faccio un segno con il capo ai due, uno rimane qualche passo indietro《A cosa ti servono tutte queste armi ?》domanda accendendosi una sigaretta《E a te a cosa servono tutti questi soldi ?》domando estraendo i soldi dalla tasca dei pantaloni, ghigna《Ti hanno cresciuto bene eh ?》evito di rispondergli, mi passa una valigetta nera e io gli do i soldi《Ci si vede.》dice per poi tornare dal compagno e darci le spalle《Si spera di no.》mi giro verso il moro che ha appena parlato, accenno in sorriso per poi dargli una pacca sulla spalla e incitarlo ad andarcene via da qui.

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