33 • Il piano •

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Sophì’s pov



Non ricordo come si respira.

Sono in apnea da quando l’intera aula è rimasta in silenzio nell’attesa della sentenza del giudice.

Muovo freneticamente la gamba destra sotto il tavolo in legno scuro, sento I polmoni bruciare alla ricerca di ossigeno ma non riesco a soddisfarli, l’avvocatessa al mio fianco stringe tra le dita i vari documenti del caso mentre guarda il giudice leggere alcuni fogli mentre formula il verdetto. Un sorriso amaro mi si dipinge sul volto quando nella mia mente scorrono le immagini di quando l’avvocato di Sam ha provato a dare a me la colpa di tutto per il mio comportamento e per il modo in cui mi vesto, Amanda, la mia avvocatessa era sul punto di sbattergli in faccia la cartellina nera posata sul nostro tavolo e ho sentito borbottare Mimì che diceva che se solo non ci fossero state tutte queste guardie gli avrebbe spaccato la testa.

Sposto lo sguardo per la stanza incontrando quello di Sam, sento il cuore perdere un battito, faccio scendere lo sguardo sulla sua mano ingessata e ciò che è successo quella sera mi torna alla mente《Respira mora, va tutto bene.》riconosco la voce di Dean che prova a rassicurarmi dalla panca alle mie spalle, sento le sue dita sfiorare i miei capelli sciolti, ci sono tutti.

Dean, Artemide, Megan, Ginny, Allison, Cassie, Michael, Christopher, Jack, Ares e Logan.

Una piccola parte di me avrebbe voluto che al mio fianco ci fossero stati anche i miei genitori ma le nostre strade ormai si sono divise, ho scelto di spiccare il volo da sola e di evitare qualsiasi persona che potesse impedirmelo, infondo la famiglia non è sempre collegata al sangue, puoi considerare fratello o sorella anche chi non nasce dagli stessi genitori, chi non ha il tuo stesso sangue.

La famiglia si vede nel momento del bisogno e la mia è a pochi metri da me.

Mordo violentemente il labbro inferiore fino a sentire il sapore metallico del sangue a contatto con le mie papille gustative, raddrizzo la schiena quando noto il giudice afferrare il martello, è un uomo sulla sessantina, ha un paio di occhiali rettangolari posati sul dorso del naso e un enorme tunica a rivestirlo, la pelle si ricopre di brividi quando per tutta l’aula risuona il rumore del martello contro il tavolo《L’imputato Sam Allen è considerato colpevole per violenza domestica sulla signorina Sophì Nalson.》resto ferma immobile sulla sedia mentre elaboro le parole del giudice.

È colpevole.

Non lo rivedrò più.

《Abbiamo vinto Sophì.》giro il viso verso Amanda che mi guarda con il suo solito sorriso dolce e con gli occhi di una madre che guarda la propria figlia《Abbiamo vinto.》sussurro osservandola, lei continua a sorridere e annuisce, mi alzo di scatto ignorando il rumore della sedia e le getto le braccia al collo mentre lei mi stringe a sé《Grazie.》sussurro mentre gli occhi si riempiono di lacrime, mi accarezza la schiena《Sei libera Sophì.》libera.

Mi stacco dall’abbraccio per poterla guardare negli occhi, porta una ciocca di capelli dietro il mio orecchio per poi spostare lo sguardo dietro di me《Va’ dai tuoi amici.》dice per poi fare un passo indietro e darmi le spalle per poter raggiungere gli altri giudici, rimango con lo sguardo fisso su di lei per qualche secondo per poi voltarmi, sono tutti davanti a me.

Una furia dai capelli rossi mi travolge gettando le braccia intorno al mio collo, mi affretto a ricambiare la presa affondando il viso nei suoi capelli rossi《Ce l’hai fatta.》dice aumentando la presa, sento che potrebbe staccarmi il collo a momenti ma la lascio fare, sorrido osservando I suoi occhi azzurri, sposto lo sguardo sul fratello minore che alla fine è un fratello anche per me che mi sorride per poi abbracciarmi lasciandomi una carezza fra i capelli.《Pensavo che la prossima ad essere accusata potessi essere tu.》dico guardando la corvina che alza l’angolo delle labbra《Si sarebbero divertiti ad avere a che fare con una Brown.》scherza per poi abbracciarmi, il suo viso si ferma accanto al mio《Non far aspettare il tuo principe, potrebbe dare di matto da un momento all’altro. 》sento le guance tingersi di rosso《Lo sopporto già abbastanza normalmente.》sorrido alzando gli occhi al cielo.

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