4 • La luna •

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Nicholas’ pov

Sbuffo girando la pasta, siamo tornati da poco dall’università e l’unica cosa che voglio fare è andarmene a letto. Ho visto Mimì per i corridoi, era strana, sembrava sovrappensiero, agitata, non rispondeva neanche alle battute fastidiose di Mattew. Scolo la pasta per poi condirla con il sugo, faccio i piatti e li porto a tavola, sento un tonfo al petto quando mi accorgo di aver preparato un piatto in più, un piatto per lei. Lo poggio sulla credenza della cucina per poi portarmi una mano sul viso, è la terza volta che mi capita, l’ho fatto per settimane quando Apollo se ne è andato.

《È arrivata la bolletta della luce.》dice Mik entrando in cucina con in mano la bolletta appena recuperata dalla cassetta della posta, mi giro incontrando I suoi occhi azzurri annuisco avvicinandomi a lui per poi prendere il pezzo di carta, la apro e con la coda dell’occhio lo vedo avvicinarsi alla credenza, alzo lo sguardo su di lui, guarda il piatto con occhi vuoti, poggio il foglio sul tavolino. Mi metto dietro di lui per poi posargli una mano sulla spalla, i suoi occhi diventano lucidi, lo attiro a me per poi abbracciarlo.

Dopo pranzo salgo al piano di sopra per andare a letto, mi fermo davanti la porta della mia camera ma la mia attenzione viene attirata dalla mezza luna sulla sua porta, la raggiungo e delicatamente la apro, quasi come se mi aspettassi di vederla sdraiata sul suo letto mentre guarda il soffitto. Richiudo l’asse di legno e sul letto non c’è nessuno, è perfettamente rifatto è così da settimane, il giorno stesso in cui è scomparsa stavo dando di matto, sono entrato qui e ho iniziato a rimettere tutto a posto. Le ante dell’armadio sono chiuse e anche la finestra, il suo zaino non è più vicino alla porta. Apro il primo cassetto notando il suo telefono, non ha neanche il telefono con sé e non credo che gliene daranno uno, Josh sa benissimo che Artemide è molto furba. Lo richiudo passando al secondo, c’è il profumo di Apollo. Lo afferro per poi stamparlo, porto la boccetta sotto il naso inalando il suo profumo, lo richiudo mettendolo al suo posto, apro l’ultimo cassetto trovandoci molti fogli sparsi, corrugo la fronte per poi prenderne alcuni. Inizio a leggerli. Gli occhi diventano lucidi e la gola inizia a bruciare, sono tutte lettere per Apollo, gli ha raccontato le sue giornate, gli ha raccontato la sua vita da quando lui non c’è più. Lo ha rassicurato dicendogli che lei sta bene. Mi mordo un labbro mentre cerco di cacciare via le lacrime《Ti prometto che non lascerò che se ne vada tanto facilmente.》dico fissando il nome del mio fratellino scritto sul foglio che ho in mano. Con molta cura rimetto i fogli nel cassetto e poi lo richiudo.

Mi dirigo verso la porta, la chiudo delicatamente e resto a guardare la mezzaluna.

Il sole se ne è andato ma non lascerò che accada la stessa cosa con la luna.

Ares’ pov

Guardo la televisione senza prestare davvero attenzione a ciò che mostra e a ciò che dice. Artemide oggi sembrava un fantasma, era più silenziosa del solito, non ha risposto neanche a una delle battute di Mattew, so che c’è qualcosa che non va ma non posso fare niente. Il biondo si mette seduto alla mia destra mentre Dean si accomoda alla mia sinistra《Come sta Ginny ?》domando spostando lo sguardo su di lui, abbiamo notato tutti che mangia sempre di meno, sospira scuotendo la testa《Vorrei tanto poterle leggere la mente.》dice《Sophì ?》domando riferendomi al moro, alza le spalle《Devo andare da lei tra poco.》annuisco.

Ogni volta che osservo le ragazze sento un vuoto dentro di me, noto sempre che tra di loro manca una persona, manca lei. Ci riuniamo insieme agli altri sei volte a settimana per cercare un modo per farla tornare da noi ma non sappiamo cosa fare, non sappiamo cosa vuole quello stronzo da lei. Il solo pensiero di saperla nella stessa casa con lui mi fa salire la rabbia, so quello che le ha fatto e quello che ha tentato di farle, so quanto ha sofferto e quanto ne soffre ancora perché il passato non si dimentica, è la tua ombra, tu potrai anche non vederla ma lei è sempre lì, dietro di te. Quell’uomo non può essere considerato tale, sono sicuro che se volesse può benissimo rifare le stesse cose e credo che lei non avrebbe la forza di reagire. Non voglio perdere nessun altro, voglio salvarla, la voglio riportare a casa, dai suoi fratelli, dalle sue amiche, da me.

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