Un amore platonico al profumo di zuppa

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Il canto dei uccellini volteggia tra le foglie fino a giungere nelle mie orecchie.

Mi alzo dal letto riposata con corpo e anima,non vedo l'ora di farmi una doccia fresca.

Canticchio ballando per la stanza serena e spensierata,leggera come una piuma.

No Aura.
Non sei una principessa della Disney.

Questa non è la realtà di ciò che sta veramente accadendo:sono in ritardo per la scuola,un padre disperato sta urlando da sotto che devo alzarmi,sono completamente sudata e sull'altro lato del letto c'è del cibo spiattellato sul lenzuolo e sul computer ancora acceso.

Un idea molto brillante addormentarsi con cibo e Netflix.
Ecco magari consiglierei di sgomberare il letto prima di dormire.

Dopo venti minuti sono pronta,non ho tempo per pettinarmi i capelli quindi mi faccio due treccie laterali.

Scendo di sotto e noto mio padre accovacciato sul divano a guardare uno dei suoi programmi di boxe.
Perché non è vestito?

"Buongiorno Adam,non lavori oggi?"

"Buongiorno amore,oggi ci sono gli incontri dei ragazzi del mio collega,domani i miei. Ho dato tregua ai ragazzi per un giorno,sto a casa oggi."mi spiega.

Mi squilla il cellulare mentre bevo la spremuta d'arancia rimasta a mio padre,metto il vivavoce.

"Aura! Mi sono svegliata tardissimo! Se ti accompagna Adam passeresti a prendermi?!"mi supplica una Alisia disperata.

Sto per dirle che prendo l'autobus ma papà risponde al posto mio.

"Sì Alisia,lascio la macchina ad Aura che se prendesse l'autobus ora farebbe troppo tardi!"

Roteo gli occhi,devo accettare per forza, altrimenti arrivo fra un ora a scuola.

Alisia lo ringrazia e mi spegne in faccia.

"Sicuro che non ti serve la macchina tutto il giorno?"chiedo prendendo le chiavi e lo zaino.

"Dopo ho da fare ma mi passano a prendere, è tutta tua."dice grattandosi uno dei tanti tatuaggi che ha sul braccio enorme e muscoloso.

"Grazie babbo,ci vediamo dopo."gli dò un bacio sulla guancia che lo fa sorridere come un ebete e salgo sul Suv nero.

La casa di Alisia è più o meno a cinque minuti di macchina mentre per la scuola ci vorranno minimo un quarto d'ora,col traffico venti minuti.

Ringrazio il cielo che mi sta aspettando al cancello,si siede vicino a me e mi guarda dopo avermi salutato.

"Cosa devi chiedermi?"sbuffo.

Sorride per averla capita al volo.

"C'è Janet a pochi minuti da qui,sta facendo tardi anche lei,ti prego passiamola a prendere!"mi supplica.

Sta scherzando vero?

"No."

"Aura,avanti,non fare la stronza!"

"Io la stronza?! Devo mettere in macchina una che fa'la stronza con me da tre giorni di scuola e io sarei la stronza?!"

Non posso crederci...

"Ti prego Aura,lo so che a primo impatto può apparire molto antipatica ma ti assicuro che c'è dell'altro dietro la sua apparenza..."

"Ma che me ne può fregare?!"sbuffo.
"Sbrigati dimmi dove abita." chiedo convincendomi.

Poco dopo siamo davanti a una casa piccola con un giardino pieno di fiori,Janet mi guarda divertita e sorpresa perché anche lei si aspettava che non sarei passata a prenderla.
Noto alla finestra un uomo che sta fissando la macchina,pressumo sia suo padre.

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