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25/10/2023

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25/10/2023

I ballerini furono convocati tutti sulle gradinate, ad aspettarli c'era un grande annuncio: una gara.

Una gara dove bisognava creare da zero una coreografia che dovesse raccontare un pezzo della loro storia.

«Io non so proprio capace» sbuffò Noemi.

«Celentano...io!» urlò Dustin unendo le mani in segno di preghiera.

«Con tutto il bene maestra scegliete lui»
«Si, prendete Dustin» la assecondò Marisol, che era piuttosto preoccupata.

"Alessandra Celentano ha scelto...Noemi"

«Apposto. Le preghiere non sono servite a nulla»

"Raimondo Todaro ha scelto...Gaia" la ragazza di contenta di essere stata scelta, non vedeva l'ora di potersi mettere all'opera in opportunità come questa.

"Emanuel Lo ha scelto...Simone" nessuno se lo sarebbe aspettato, neanche il biondo stesso, che però accettò e prese questa opportunità come un motivo per mettersi in sfida con se stesso e con le sue abilità.

I tre ragazzi si andarono a preparare perché dopo pochi minuti avrebbero iniziato a lavorarci su.

«Cos'è questa gara che devi fare?» chiese Sasà disteso sul letto della mora, mentre la guardava acconciarsi i capelli.

«Devo creare una coreografia che racconti la mia storia» spiegò spalmandosi il gel sui baby hair.

«E cosa racconterai?»

«Devo ancora chiarirmi le idee» farfugliò di sfuggita.
La realtà è che non le andava in quel momento di parlarne.
Ed è anche per questo che non voleva partecipare a quella gara, perché sapeva che avrebbe dovuto affrontare questo argomento.

Stampò un bacio al ragazzo, che la trattenne per qualche secondo in più, per poi dirigersi insieme agli altri due allo studio.

Entrò in sala e trovò ad aspettarla il maestro.
«Buon pomeriggio» lo salutò ed andò a sedersi difronte a lui.

«C'è qualcosa di cui devi parlarmi?»

«Si. Abbiamo questa gara dove dobbiamo sostanzialmente creare una coreografia che racconti della nostra storia»

«E tu cosa vorresti raccontare?»

«Del mio rapporto con l'ansia» sussurrò.
Aveva una paura tremenda di esporsi così tanto.

«Ti va di parlarmene?»

«Ho iniziato a soffrire di ansia quasi al termine della prima superiore. Non c'era un giorno in cui non convivessi con essa; quotidianamente arrivavano questi attacchi che mi provocavano tremore delle mani, tachicardia, nausea, respiro affannato, giramenti di testa...ogni giorno la stessa routine»

Iniziò a torturasi le dita, man mano che il racconto diventava più pesante.

«Avevo una costante paura di tutto. Anche il solo uscire di casa era diventato sinonimo di ansia. Non mi vivevo più la vita come prima: non ero più la stessa.
Mi sentivo diversa e gli altri mi vedevano diversa, però non si facevano domande...non si preoccupavano»

«E con chi ti sfogavi?»

«Con me stessa» disse con voce spezzata.

C'era sempre stata solo lei come unico pilastro su cui potesse contare.
Aveva paura di dare piena fiducia agli altri, in passato è andata sempre male; ha imparato dai suoi errori, scegliendo così di chiudersi in se stessa.

«Con il tempo ho preso più conoscenza dell'ansia, ma è comunque difficile sopprimerla alcune volte»

«E la cosa che più mi fa sentire sola è che molta gente non la comprende; "vabbè l'ansia ce l'abbiamo tutti" "basta respirare e passa tutto" "stai tranquilla" no. Sfortunatamente non è così facile»

«Non hanno idea di quanto essa sia potente e di quanto male psicologico possa causare. Non sanno che anche solo dietro a quel battito accelerato o a quel tremolio, c'è tanta paura, paura che non si può di certo calmare con un "tranquilla, ora passa"»

«Come ti senti difronte ad essa?»

«Impotente» bisbigliò.

Le cuticole erano ormai distrutte dai ripetuti sfregolii; era il suo modo per trattenere le lacrime.

«Vogli che tu metta tutto questo nella coreografia, fammi percepire la tua paura»

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«Ti cercavo» Petit entrò nella stanza verde trovando la mora nel letto, con le coperte sopra il viso.

Andò a sedersi cautamente accanto a lei.

«Ho bisogno di silenzio» sussurrò ed il ragazzo con controbattè; le capitava spesso di voler stare in silenzio a pensare o semplicemente a godersi il momento. L'aiutava a scacciare un po' di pensieri da testa.

Salvatore poggiò la mano sul viso candido di Noemi.
La accarezzò dolcemente provocandole piacere.

Lei d'istinto chiuse gli occhi e si lasciò guidare dal tocco del ragazzo.
In poco tempo era nel mondo dei sogni.

Lui restò lì a contemplarla per interminabili minuti.
Fu catturato dalla sua dolcezza.

Le stampò anche qualche leggero bacio sulla guancia, fino a salire sulla fronte, naso ed uno leggerissimo sulle labbra; non voleva per nessun motivo svegliarla.

E restarono così: lui incantato a guardarla, lei persa in un profondo sonno.

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Eii! come state?


Capitolo molto forte per me, spero non vi abbia dato alcun fastidio questo argomento.

xoxo<3

𝐏𝐔𝐑𝐏𝐋𝐄-𝙋𝙚𝙩𝙞𝙩Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora