•Tu sei bella perché mi ricordi la pioggia a luglio
Quando mi piangi addosso e mi togli l'asciutto
E dopo il mare i tuoi capelli sono crespi
E le labbra salate come il prosciutto
Per te son cotto, per te son crudo•
-Tedua
ೃ⁀➷ amici23's ff
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*daytime*
"Petit e Noemi"
I due erano seduti sui divanetti fuori il giardino ad osservare le stelle in silenzio. Noemi si accoccolò dolcemente appoggiando il suo orecchio sul petto di Salvatore.
«Hai il cuore che ti batte forte lo sai?» sussurrò lei alzando lo sguardo verso il suo.
Petit si fermò a guardarla: ogni giorno notava quanto fosse sempre più bella.
«Mi fai questo effetto» sorrise lui giocando con il nasino della ragazza, rossa rossa in viso.
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«Sai, nonostante in pubblico non vi mostriate tantissimo, si percepisce tanto l'amore che provate, anche solo nei vostri sguardi...» disse Kumo, sdraiato sul letto di Noemi, mentre le piegava i vestiti.
Sul viso della ragazza spuntò un sorriso sincero, grande quanto tutto il suo viso.
«Ti vedo proprio felice da quando sei con lui» le sorrise il ragazzo avvicinandosi a lei per stamparle un bacio sulla tempia. «Si vede che ti fa del bene»
«Io penso di essere proprio innamorata Kumo...» disse imbarazzata nascondendosi dallo sguardo di Tiziano.
Lui la stuzzicò prendendole il viso tra le mani e spupazzandola facendola ridere. «Diciamo che si capisce parecchio» scherzò.
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«"Mi sa sei proprio te quella gran figa di ieri Passi lasciandomi un caffè pagato al bar dei pensieri E faccio finta di venire lì tutti i giorni Solo per guardarmi nei tuoi occhi e sapere con chi eri E farei dei figli con lei, ma non saprei come chiamarli E darei vitti e alloggi caldi come regali ai Re Magi Ma tu mi lasci come un coglione fermo alla stazione Ad aspettare un treno per ore Mi lasci come nei peggiori film horror che non fanno paura Ti piace farlo porno e farti di sostanze già presenti in natura Ti piace dare ascolto a chi è goffo, a chi è buffo Però mai a chi è stolto, a chi sa tutto E mi calpesti i piedi con i tacchi come fosse giusto Farmi sapere che sei più alta lasciando il trucco sulla guancia Pancia mia, fatti capanna, ma ci siamo fatti una canna E ho avuto voglia tornare subito in studio"» erano seduti uno accanto all'altro sullo sgabellino del pianoforte nella stanza delle gradinate.
Petit le stava facendo sentire "Purple" al piano, l'aveva imparata esclusivamente per lei: sapeva fosse la sua canzone preferita.
«"Tu sei bella perché mi ricordi la pioggia a luglio Quando mi piangi addosso e mi togli l'asciutto E dopo il mare i tuoi capelli sono crespi E le labbra salate come il prosciutto Per te son cotto, per te son crudo"» cantò guardandola dritto negli occhi ed improvvisamente per entrambi sembrò come quella sera: una cuffietta per entrambi, questa canzone che rimbombava nelle loro orecchie e lui che le cantava il testo con lo sguardo fisso nei suoi occhi scuri.
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«Dai fammi fare a me!» urlò Noemi tendando di rubare la ciotola da sotto il naso di Petit.
«Faccio io» sottolineò lui deciso a non lasciargliela.
Quel pomeriggio avevano deciso di cucinare insieme: Salvatore era stato parecchio coraggioso conoscendo le capacità culinarie della mora.
«Eh ma io non faccio niente allora scusa!» disse stridula lei allontanandosi da lui con il broncio in volto.
In effetti da quando si erano messi in cucina lei non aveva toccato nulla se non il ricettario.
Sasà non era ancora convinto del tutto a lasciarle posto qui tra i fornelli. A piccoli passi...
Infilò la mano nel sacchetto della farina ed in un batter d'occhio Noemi si ritrovò con una manata di farina sul viso.
«Ma sei scemo?!» iniziò a gridare arrabbiata ma appena vide la faccia di Petit sorridente non poté che sorridere altrettanto.
Prese un pugnetto di farina e lo buttò addosso al ragazzo che in risposta le sporcò tutti i capelli.
«Salvatore!» gridò specchiandosi nello specchio della cucina, sopra i lavandini.
Lui si avvicinò a lei prendendole il viso tra le mani e poggiando le labbra sulle sue.
«Sei perdonato» mugugnò lei staccandosi e riattaccandosi velocemente alle labbra di lui.
