Harry raggiunse trafelato il familiare portone del palazzo di Louis, aveva il fiatone perché aveva corso e pregava che qualcuno gli aprisse, perché aveva così tanta fretta ed il suo cuore batteva così veloce. Incredibilmente, lo trovò accostato e non chiuso. Un cartello, scritto a mano, recitava: "Portone rotto, non chiudere". Si affrettò ad entrare e lo lasciò a sua volta socchiuso, volando praticamente sulle scale fino al primo piano. La porta di Louis era anch'essa aperta. La vista gli causò quasi un mancamento. Le gambe gli tremavano, non aveva fatto colazione e non si era neppure lavato la faccia. Avanzò lentamente, oltrepassando la soglia e notando che era tutto buio e silenzioso. Non andava a fatto bene. "Louis" chiamò a bassa voce, incerto e nervoso. Nessuna risposta. Oltrepassando l'ingresso, vide che tutte le persiane erano chiuse così allungò un braccio alla cieca verso il muro più vicino, cercando un interruttore per accendere una qualsiasi luce. La sua mano urtò qualcosa ed un lampadario illuminò il salotto e parte dell'angolo cottura. Harry abbassò lo sguardo e lo vide. Era sangue. C'era del sangue nel punto in cui terminava la stanza da pranzo, era una macchia rosso scuro di forma irregolare. Si precipitò in quel punto e notò una figura sdraiata vicino ad uno dei mobili dell'angolo cottura. "Louis!" stavolta praticamente urlò, vedendo il giovane pallido sdraiato a terra, il sangue ovunque intorno a lui. Si inginocchiò al suo fianco, incurante di sporcare i pantaloni. Louis era relativamente cosciente, lo fissava attento mentre si premeva una mano su un fianco da dove sembrava provenire tutto quel sangue. "La mano" sussurrò Louis ed Harry lo fissò senza capire, allora il ragazzo a terra usò la mano libera per afferrare debolmente quella dell'altro e portarla sulla sua, che teneva la ferita. "Premi forte" lo istruì con l'aria di chi sa esattamente cosa sta facendo. Il più giovane annuì e premette con decisione contro la ferita sanguinante, cercando inutilmente di fermare l'emorragia. Usò la mano libera per prendere il telefono, doveva chiamare subito un'ambulanza. Mentre chiamava, Louis respirava affannato senza guardarlo. "Saranno qui tra pochi minuti" sussurrò Harry, cercando di rassicurare se stesso oltre a Louis. "Ok" fece debolmente Louis, lo sguardo a fissare qualcosa sul mobile vicino. Sospirò, poi provò di nuovo a parlare: "P-prendi", una pausa: "Sul mobile". Harry, senza sapere cosa stesse cercando, allungò un braccio per arrivare dove diceva, senza staccare la mano che premeva sul fianco del maggiore. "Cosa devo prendere, Louis?" chiese con gli occhi lucidi. "C-carta, t-tessera" provò a spiegare, gli occhi che si chiudevano ed il corpo che si abbandonava scivolando sul pavimento. Harry mosse la mano sul mobile freneticamente, chiedendosi cosa ci fosse di tanto importante. Finalmente, dopo aver fatto cadere scatole e flaconi che aveva notato in una visita precedente e capito che fossero medicine, riuscì a raggiungere una sorta di tesserino plastificato con l'intestazione di un medico e delle note che non ebbe il tempo di leggere perché i soccorsi arrivarono in quel momento. Erano in tre, uno si fermò sulla porta mentre un uomo ed una donna si affrettarono a raggiungere Louis. "Continua a sanguinare" spiegò Harry, la voce che si rompeva in un singhiozzò mentre teneva ancora la mano sulla ferita.
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CUORE E SANGUE LARRY FANFICTION
FanfictionDopo una giornata di lavoro, era sembrata una buona idea raggiungere quel quartiere alla ricerca di semplice sesso a pagamento. Invece, Harry aveva incontrato una persona particolare come Louis, che offriva molto di più ai suoi clienti. Una relazion...