Il viso pallido e stanco di Louis si illuminò in un sorriso: "Miki sta bene, sua madre non era portatrice". "Era?" si trovò a chiedere Harry, prima di riuscire a fermarsi. "Non voglio parlare di questo" rispose semplicemente Louis, abbandonandosi con un sospiro contro i cuscini e facendo quasi sobbalzare l'altro per l'improvvisa realizzazione. "Scusami" fece Harry, alzandosi dal letto: "Ti sto facendo stancare, hai bisogno di riposare". "Non preoccuparti" rispose Louis, la voce sempre dolce, anche se più debole del solito: "Dovrò restare qualche giorno in ospedale, avrò molto tempo per riposarmi". Harry annuì, alzandosi da letto, pronto a congedarsi. "Non trattarmi in modo diverso" lo ammonì Louis, gli occhi che fissavano altro di un blu più scuro. "N-no, certo" lo rassicurò Harry, intuendo che fosse importante. "Sul serio, Harry" ribadì Louis, sollevandosi sui gomiti per fissarlo in viso: "Nessuno dei mie clienti sa della mia", si interruppe come se non sapesse come continuare. "Ho capito, Louis" lo rassicurò Harry, cercando di trattenersi dallo sbadigliare perché era veramente molto stanco. Il più grande annuì, mordendosi il labbro: "Avevo due anni quando mi è stata diagnosticata l'emofilia. Ovviamente non mi ricordo come fosse prima, ma mia madre si è sempre sentita in colpa ed è stata iperprotettiva al punto che non ho mai potuto, sai, fare nulla. Non voleva che praticassi sport o che uscissi di sera, mi stava sempre addosso. Con le mie sorelle, non è mai stato così, neppure quando erano delle bambine piccole", abbassò lo sguardo ed Harry si ritrovò a immaginare come potesse essere vivere in quel modo. Si sforzò di pensare ad un modo per alleggerire l'atmosfera: "Da quello che mi ha detto il medico, stai facendo una specie di cura". Louis scosse la testa e fece un piccolo sorriso: "Una terapia monoclonale, sì. Sto bene, quasi sempre", la sua voce tremò sulle ultime parole. Prima che Harry potesse chiedergli cosa fosse successo e perché aveva quel taglio, Louis riprese a parlare: "Megan mi ha aiuta molto, è un'infermiera". "Si vede che ci tiene a te" sussurrò Harry e vide ampliarsi il sorriso dell'altro. "Credo" disse serio il più giovane: "Credo sia meglio che vada, ora". Louis lo fissò in viso, senza nascondere il suo dispiacere: "Giusto, devi andare a lavoro. Scusami, se ti ho trattenuto. Grazie per avermi fatto compagnia, non mi piacciono gli ospedali. Ci sono stato un pò troppo spesso, forse", alzò le spalle come se non fosse importante. Poi, come colto da un pensiero improvviso, si irrigidì ed abbassò la testa. Harry. Già pronto ad andare via, si passò una mano tra capelli incapace di muoversi.
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CUORE E SANGUE LARRY FANFICTION
FanfictionDopo una giornata di lavoro, era sembrata una buona idea raggiungere quel quartiere alla ricerca di semplice sesso a pagamento. Invece, Harry aveva incontrato una persona particolare come Louis, che offriva molto di più ai suoi clienti. Una relazion...