CAPITOLO 29

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Robin gli aveva dato carta bianca, così Harry si era andato ad informare alle risorse umane prima di procedere con quanto aveva deciso. Era nervoso, decisamente nervoso. Stava facendo una stronzata? Probabilmente. Dopo il lavoro, aveva mangiato una cosa veloce, scrivendo un messaggio veloce a Louis mentre cenava: "Ho bisogno di parlarti". Stavolta, il giovane aveva risposto subito: "Alle 23,45 dopo l'ultimo cliente, posso dedicarti un quarto d'ora". "Va bene" aveva chiuso in modo piuttosto freddo Harry. Si sentiva a disagio al pensiero di proporre un lavoro a Louis, ma l'idea di averlo tutto per sé senza dividerlo con gli altri clienti era molto allettante. Dopo cena, si fece una doccia rilassante e si vestì per raggiungere l'appartamento di Louis all'orario stabilito. Dopo aver suonato il citofono, salì al primo piano e si sorprese nel trovare la porta chiusa. Bussò con cautela, dato l'orario ed aspettò. Louis aprì lentamente, indossava una maglietta bianca e pantaloni della tuta, evidentemente aveva finito di lavorare. Ma quello che attirò l'attenzione di Harry fu il bambino con i capelli chiari che l'altro teneva in braccio. Non aveva mai visto Miki, doveva avere circa tre anni da quello che ricordava. Era un bellissimo bambino, il visino dai tratti delicati era appoggiato al petto del padre e gli occhi socchiusi indicavano che stava per addormentarsi. Louis si mise un dito sulle labbra ed Harry annuì, entrando in silenzio.

Una volta in casa, Louis sparì per portare il figlio a dormire ed Harry lo aspettò nel salotto, passeggiando nervosamente. La porta della camera di Miki era socchiusa, così poteva sentire la voce dolce di Louis dare la buonanotte al bambino. "Notte, cucciolo mio. Fai dolci sogni, ti voglio tanto tanto bene". Poi, Louis uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle, per raggiungere Harry. Si fermò ad una certa distanza da lui: "Cosa devi dirmi?". Era teso, il tono distante e freddo. Harry lo fissò sorpreso senza dire nulla. Louis si fece avanti, passandosi una mano tra i capelli: "Non hai una qualche malattia altamente contagiosa, vero?". L'altro capì la sua preoccupazione e scosse la testa, non aveva immaginato che il suo messaggio potesse allarmare Louis, che aveva anche un bambino piccolo di cui occuparsi. "No, assolutamente, stai tranquillo" rispose velocemente, vedendo subito l'altro sorridere a quelle parole. "Si tratta di una cosa bella, almeno spero" spiegò Harry, distogliendo lo sguardo. Louis si avvicinò, fermandosi di fronte a lui in attesa. "Vorrei" iniziò Harry, si interruppe e poi riprese sforzandosi di fissare gli occhi blu del giovane: "Vorrei farti una proposta di lavoro". Louis lo fissò sorpreso, poi fece una risatina maliziosa: "Dimmi pure, tesoro. Sappi però che non partecipo ad orge. Ho avuto una brutta esperienza, tempo fa". Harry aggrottò la fronte, ma Louis gli sorrise furbo facendogli intuire che stesse scherzando. "Mi serve un assistente" buttò fuori il manager, senza elaborare mentre Louis lo fissava interdetto: "Sai che non ho esperienza, escludendo la mia attuale occupazione che non saprei proprio come riportare, su un curriculum".

CUORE E SANGUE LARRY FANFICTIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora