Pensava sarebbe stato facile rispondergli, fissarlo negli occhi e dirgli semplicemente che lo amava, che lo accettava e che avrebbe fatto qualunque cosa per lui. Invece, Harry si ritrovò spiazzato di fronte alla responsabilità che si sarebbe addossato rispondendo con leggerezza. Era confuso da mille diverse emozioni. In pochi minuti, Louis gli aveva mostrato tutte le sue difficoltà e le sue paure. Il manager sapeva che, in quel momento, avrebbe potuto influenzare le scelte dell'altro in modo fondamentale e rischiare di rovinare la vita a lui ed a suo figlio. Non sapeva come comportarsi. "Harry" sussurrò il maggiore, fissandolo in attesa. "Penso" sussurrò il manager insicuro: "Io penso che chiunque, abbia il diritto di essere amato per se stesso e non giudicato". Louis sospirò, abbassando la testa con aria afflitta, Harry sapeva che non era quello che voleva sentirsi dire ma con un sorriso, continuò: "Penso anche, Louis, che ci sia qualcuno che ti ama incondizionatamente e che tu ami allo stesso modo". Il maggiore tornò a fissarlo, l'espressione corrucciata che si distendeva mentre comprendeva il significato delle parole di Harry. "Intendi Miki?" chiese con voce stridula, apparendo di colpo esausto. Il minore gli sorrise, annuendo: "Hai detto che stai pensando di trovare una famiglia per tuo figlio, so che saresti pronto a rinunciare a lui perché lo ami più di te stesso". Harry era sicuro ora, la sua voce bassa e roca ebbe un effetto calmante su Louis, che lo ascoltava incantato. "Quindi, ti chiedo Louis, tu credi che esista al mondo qualcuno che possa amare tuo figlio Miki più di quanto lo ami tu? Che sia disposto a tutto per lui? Pronto a rinunciare anche solo alla speranza della propria felicità, temendo di poterlo in qualche modo danneggiare?". Louis non disse nulla, riflettendo con aria intenta su quelle parole, gli occhi profondamente blu che fissavano il viso sincero dell'altro uomo. "Io non credo, Louis" concluse Harry, deciso.
Dopo un lungo silenzio, Louis aveva ammesso semplicemente: "Io non posso tornare a Londra, Harry". Il manager lo aveva guardato con aria mesta, comprendendo le sue ragioni. "Lo so" rispose semplicemente il manager, sentendosi improvvisamente stanco e triste. "Forse" la voce di Louis era appena udibile: "Potrei provare a parlare con Zayn, dirgli la verità e sperare di non essere buttato fuori di casa". Harry si morse un labbro, scuotendo la testa. Non gli piaceva affatto l'idea. Temeva qualsiasi reazione di Malik. Avrebbe potuto cacciare Louis, lasciandolo senza un lavoro e un posto dove stare. Oppure, poteva essere comprensivo ed offrire a Louis la sicurezza di una relazione stabile. Non esternò quei pensieri, sentendosi in colpa per quanto fossero egoistici così cercò di far sorridere l'altro confessando: "Non ho un posto dove andare, mi toccherà dormire all'aperto stanotte". Louis scosse la testa, un piccolo sorriso sul volto e gli occhi insolitamente dolci: "Sei un idiota, Harry". "Ero in pensiero per te" gli scappò di dire, prima di riuscire a fermarsi. Non voleva farlo sentire in colpa, ma era troppo tardi per rimangiarselo. "Andiamo dentro, tesoro" le parole di Louis lo fecero sobbalzare, il tono di nuovo affettuoso come quando erano intimi. "Devo parlare con Zayn" aggiunse il maggiore.
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CUORE E SANGUE LARRY FANFICTION
FanfictionDopo una giornata di lavoro, era sembrata una buona idea raggiungere quel quartiere alla ricerca di semplice sesso a pagamento. Invece, Harry aveva incontrato una persona particolare come Louis, che offriva molto di più ai suoi clienti. Una relazion...