CAPITOLO 84

146 7 0
                                    

Sembrava triste ora, non più arrabbiato. I suoi occhi non erano luminosi, ma spenti e la sua espressione non era dolce come al solito. "Avrei preferito non saperlo" gli sussurrò, abbassando poi la testa come per nascondersi da lui. Harry si sentì ancora peggio, cercando un modo per fargli dimenticare la sua idea stupida e tornare alla serenità precedente. "Possiamo" iniziò, schiarendosi poi la voce prima di continuare: "Possiamo fingere che non sia accaduto".

Un lungo silenzio, poi Louis rispose con voce flebile: "Certo", si sollevò lentamente poggiando con delicatezza la testa del figlio sul divano, aggiungendo mentre si muoveva verso le scale:"Puoi restare con lui?". La voce suonava spezzata, come se stesse trattenendo le lacrime. Harry avrebbe voluto fermarlo, ma Louis salì al piano di sopra quasi correndo, lasciandogli l'incarico di controllare il figlio. Gli era, quindi, impossibile, seguirlo.

Harry si sedette vicino a Miki, sentendosi malissimo. Non riusciva a capire come una sua ipotetica proposta di matrimonio potesse far piangere Louis. Tirò fuori dalla tasca la scatolina con l'anello e la fissò, come cercando una risposta che non trovava. "Hai fatto piangere papà?" la vocina del bambino lo fece sobbalzare. "Non lo so" rispose sincero, girando la testa per incrociare lo sguardo indagatore di Miki. "Ieri era tanto triste" sussurrò il bambino, come se gli stesse confidando un segreto. Harry si trovò a corto di parole, mentre Miki si sedeva vicino a lui e gli metteva una manina sul braccio. "Cosa hai, nella scatola?" gli chiese poi il bambino. Harry sospirò, muovendosi nervosamente indeciso se dire la verità al piccolo. "Un regalo per il tuo papà, ma non so se darglielo oppure no" rispose, mantenendosi vago. Il bambino fece una risatina, scuotendo la testa: "Che scemo che sei! Se è un regalo fatto col cuore, gli piacerà sicuramente". Harry si ritrovò a sorridere alla semplice verità di quelle parole. "Già" ammise l'uomo: "Lo diciamo sempre". Miki annuì, scivolando giù dal divano: "Mi dite sempre che è il pensiero che conta, no?". Harry si alzò a sua volta, il bambino lo informò in tono sereno: "Vado in camera mia a giocare", poi aggiunse mentre saliva le scale con attenzione: "Tu vai a dare il regalo a papà! Non farlo essere triste!". Harry scosse la testa, chiedendosi se seguire quel consiglio.

Rimasto solo, Harry si chiese a lungo come comportarsi. Sicuramente, doveva sistemare le cose con Louis, ma come? Mentre rifletteva, salì le scale per raggiungere la loro camera, sicuro di trovare là il maggiore. La porta era socchiusa, così entrò senza bussare e individuò subito Louis seduto ai piedi del letto, rivolto verso di lui. 

CUORE E SANGUE LARRY FANFICTIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora