CAPITOLO 83

109 5 0
                                    

Confuso e preoccupato, Harry controllò di nuovo il telefono per vedere se gli fosse sfuggito qualche messaggio del maggiore. Ma non trovò nulla, così decise di chiamarlo. Dopo qualche squillo, partì la segreteria telefonica. Ecco, si disse, era quello che si meritava per il suo comportamento del giorno precedente.

Decise di tenersi occupato, in attesa del ritorno del compagno e risalì velocemente in camera per vestirsi. Poi, scese nel piccolo ufficio che condivideva con Louis per mettersi al lavoro. Ultimamente, era stato soprattutto il maggiore ad occuparsi della loro piccola attività e si sentì in colpa. Così, decise che avrebbe portato avanti il lavoro in modo da lasciare più tempo libero a Louis. Era stato talmente preso dai suoi progetti per la proposta di matrimonio, da trascurare la persona che teoricamente avrebbe voluto sposare. Ma Louis non si era mai lamentato. Lavorò con impegno fino all'ora di pranzo, quando si stiracchiò lasciando la sedia e chiedendosi se cucinare qualcosa. In quel momento, sentì la porta di casa e si precipitò nell'ingresso. Miki stava entrando, seguito da Louis che portava qualcosa in mano. "Louis" disse semplicemente il più piccolo, cercando di incrociare il suo sguardo. Ma l'altro si voltò per chiudere la porta, dicendo: "Abbiamo portato il pranzo", poi si rivolse al figlio: "Vai a lavare le mani, forza". Miki corse a fare quanto richiesto, evidentemente affamato mentre Harry rimase immobile a fissare l'altro. Louis lo ignorò, dirigendosi verso la tavola da apparecchiare.

"Possiamo parlare, Lou?" chiese Harry, che lo aveva seguito. "Dove lo hai nascosto?" domandò Louis, poggiando il pranzo sul tavolo ed usando un tono accusatorio. "Cosa?" ribatté l'altro, sorpreso. "Non sono stupido, Harry" gli disse Louis, fissandolo con gli occhi che fiammeggiavano di collera. Furono interrotti dall'arrivo di Miki, che sedette a tavola ignaro del litigio in corso. Immediatamente, il padre cambiò espressione e si affrettò a mettergli il pranzo in un piatto, mentre Harry da parte sua prendeva da bere e dei bicchieri. In silenzio, compirono i gesti automatici di ogni giorno anche se il pasto fu stranamente silenzioso. "Ho mangiato tutto, posso vedere un cartone?" chiese Miki, poco dopo. Louis esitò prima di rispondere: "Va bene, rilassati pure sul divano visto che fa troppo caldo per uscire". Subito, il bambino lasciò il tavolo per correre a lanciarsi sul divano. Harry lo fissò con affetto, voltandosi poi verso Louis: "Vai vicino a lui, ci penso io a sistemare". Il maggiore sembrò voler obiettare, ma alla fine si limitò ad annuire.

Harry sistemò il tavolo e la cucina lentamente, dando modo a Louis di passare un po' di tempo con il figlio e di calmarsi, visto che gli era sembrato piuttosto agitato. Sospirando, si chiese il motivo della sua rabbia. Evidentemente, doveva aver intuito la sua intenzione di fargli la proposta e la cosa non sembrava avergli fatto piacere. Dopo essersi asciugato le mani, si diresse verso il salotto e notò che la televisione aveva il volume molto basso mentre Miki si era appisolato con la testa sulle gambe di Louis che gli accarezzava i capelli con aria pensierosa. Erano una visione bellissima, Miki somigliava molto a Louis nel colore degli occhi e dei capelli, ma aveva un carattere più estroverso ed impulsivo rispetto al padre. Harry lo adorava, sentendosi spesso così in sintonia con il bambino da desiderare di poter essere per lui un genitore oltre che un amico. Si avvicinò al divano con passo leggero, per non svegliare il bambino. "Mi dispiace, Loui, se in qualche modo ti ho offeso" sussurrò, fermandosi di fronte al sofà. Il maggiore scosse la testa e spense la tv, voltando la testa per fissarlo in viso.

CUORE E SANGUE LARRY FANFICTIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora