CAPITOLO 65

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"Non devi, Harry, non" bisbigliò Louis, senza sapere bene cosa dire, completamente spiazzato. "Lasciami parlare, Lou" lo pregò il manager, consapevole che il tempo a sua disposizione era molto poco. Allungò, nuovamente, l'unica mano libera questa volta per afferrare e stringere quella dell'altro, Louis ricambiò la stretta in silenzio. "Non temere, non ti farò proposte o promosse, perché non è il momento. Forse, non ci rivedremo più ed il nostro momento non arriverà mai" proseguì appassionato Harry: "Ma, non importa. Credo solo che ti meriti la verità, so che devo avere il coraggio di guardarti in faccia e dirtela, perché sono pronto anche a soffrire pur di tornare a vivere ed amare, perché tu vali molto di più del mio orgoglio e della mia vanità. Mi sono innamorato di te, Louis, senza neppure rendermene conto. Forse, già dalla prima volta che ti ho visto. Oppure, quando mi hai aiutato con la mia famiglia o quando ti ho portato in ospedale. Magari, quando ti ho visto con tuo figlio oppure, quando ti ho ferito. Forse, ho capito di amarti solo quando sei andato via. Non lo so, davvero. Ma, ti amo, questa è la verità". Louis scosse la testa, gli occhi lucidi ed il volto pallido. Harry strinse con forza la sua mano: "Ti amo, Louis. E non ho paura di dirlo, non ho più paura". Il manager si rese conto solo in quel momento delle lacrime silenziose che gli scorrevano sul volto, si sentiva felice e disperato al tempo stesso. "H-Harry" sussurrò, con voce rotta, Louis, anche lui sull'orlo delle lacrime. Harry liberò la mano con un sorriso triste, rivolgendo un ultimo sguardo all'uomo che amava. "Devo andare, adesso" si congedò in tono mesto, stringendo a sé la borsa e dirigendosi verso la porta.

Scese le scale velocemente, senza voltarsi indietro. Il suono di un clacson gli ricordò che la macchina lo aspettava davanti alla casa già da qualche minuto. Aprì il portone con riluttanza, ogni fibra del suo corpo che gli urlava di restare. Ma non poteva. La sua vita, il suo lavoro, erano a Londra. Quella era la casa di Malik, il datore di lavoro di Louis. Sarebbero stati bene, si disse Harry. Louis aveva un buon lavoro ed un posto in cui vivere, suo figlio sembrava sereno. Poteva accettarlo, si disse. Perché l'importante era che Louis stesse bene. Quel pensiero ed il ricordo dell'unica volta in cui avevano fatto l'amore, gli avrebbero reso meno dura la lontananza. Rimpiangeva di non aver compreso prima la portata dei suoi sentimenti, di aver sprecato tempo alla ricerca del proprio piacere nei numerosi incontro con il giovane, invece di lasciarsi andare ai propri sentimenti e vivere una vera relazione. Ora, era troppo tardi. Forse, si disse salendo in auto, Louis lo avrebbe respinto. Magari con gentilezza, con quei suoi modi dolci e diretti al tempo stesso. Si abbandonò contro lo schienale, socchiudendo gli occhi, sorridendo tra sé riportando alla mente ogni incontro, ogni sguardo, ogni sorriso. "Lo amo" si disse, anche se non saremo insieme, anche se non lo dovessi mai più rivedere. Lo amo lo stesso e, questo, mi rende comunque in qualche modo felice. Mi rende suo, perché non ci sarà mai nessun altro per me.

CUORE E SANGUE LARRY FANFICTIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora